Coronavirus: cosa si poteva evitare? Una lettera svela le inadempienze

Sono troppe le cose che non vanno, i numeri che non tornano, rispetto ai provvedimenti drastici assunti. Le promesse non mantenute e le misure imposte. Qualcosa non torna anche in merito alle misure sanitarie. Covid: cosa si poteva evitare? Una lettera del Ministero della Salute del 22 gennaio svela le inadempienze che sono emerse dalla gestione dell’emergenza coronavirus.

La lettera del Ministero della Salute del 22 gennaio 2020

Si tratta di una circolare (CIRCOLARE del Ministero della Salute n. 1997), datata 22 gennaio 2020, che il Ministero indirizza agli assessorati delle Regioni, delle Province, a vari Ministeri, all’Istituto Superiore della Sanità, all’Ospedale Luigi Sacco di Milano e ad altre istituzioni.

Da questo documento si evince che la segnalazione da parte della Cina, del diffondersi di una polmonite anomala, è arrivata all’OMS il 31 dicembre 2019. Ne spiegano i sintomi e le patologie.

Il 9 gennaio 2020 il CDC cinese riferisce di aver indentificato un nuovo coronavirus e piegano che è correlato ad una sindrome respiratoria acuta.

Nella lettera, il dottor Claudio D’Amario, direttore generale della Direzione generale della prevenzione sanitaria presso il Ministero della Salute, spiega che le autorità ciniesi hanno applicato delle misure sanitarie e ne stila l’elenco.

Informa i mittenti del fatto che l’OMS sta monitorando la situazione e che sta valutando la portata dell’ epidemia.

I medici e gli ospedali avevano obbligo di riferire casi anomali e isolarli

La lettera continua. In base al RSI, eventuali nuovi casi devono essere tempestivamente segnalati alle autorità sanitarie nazionali e all’OMS specificando anche le relative informazioni su esposizione e decorso clinico. A tale fine, si forniscono di seguito i criteri e le modalità di segnalazione dei casi di infezione da nCoV, condivisi con il DMI dell’Istituto Superiore di Sanità. Devono essere considerati casi sospetti di nCoV le persone che rispondono ai criteri indicati nella definizione di caso (Allegato 1)“.

In breve, si intima l’obbligo agli ospedali ed ai medici di segnalare al Ministero della Salute, Direzione Generale della Prevenzione sanitaria, casi anomali attraverso una modulistica. I casi anomali sono specificati nell’allegato 1. Non riguardano solo i pazienti che sono stati in Cina o possono aver avuti contatti con viaggiatori da Whuan e dalla Cina, ma anche la “persona che manifesta un decorso clinico insolito o inaspettato, soprattutto un deterioramento improvviso nonostante un trattamento adeguato, senza tener conto del luogo di residenza o storia di viaggio, anche se è stata identificata un’altra eziologia che spiega pienamente la situazione clinica”.

Ospedali Covid

21 aprile 2020: nell’intervento in Parlamento, il Presidente del Consiglio annuncia “dobbiamo intensificare in tutto il territorio la presenza dei covid hospital come strumento fondamentale della gestione ospedaliera dei pazienti. La presenza di strutture appositamente dedicate al covid 19 riduce infatti notevolmente il rischio di contagio per gli operatori sanitari, ma anche per i pazienti che sono ricoverati per altre malattie“. Una ovvia conclusione lapalissiana.

In tutta Italia con fatica, perchè la mole di lavoro dei sanitari è stata impressionante, i reparti dedicati al covid sono nati in piena pandemia. Ospedali che muravano aree per ricavare un reparto dedicato, palazzi che venivano adeguati ad ospitare pazienti covid. Un lavoro fatto dopo il 13 marzo e gestito nelle condizioni più estreme.

Le procedure dovevano essere attuate fin dal mese di gennaio

In realtà, tutto quanto riguarda l’emergenza Covid era già stato pianificato il 22 gennaio. Attenzione, pianificato, non attuato e neanche messo in cantiere.

Leggiamo insieme:

“I casi sospetti di nCoV vanno visitati in un’area separata dagli altri pazienti e ospedalizzati in isolamento in un reparto di malattie infettive, possibilmente in una stanza singola, facendo loro indossare una mascherina chirurgica, se riescono a tollerarla. Il numero di operatori sanitari, di familiari e di visitatori ad un caso sospetto deve essere ridotto, e deve essere registrato.
Il personale sanitario che accudisce tali casi dovrebbe, ove possibile, essere dedicato esclusivamente a questi pazienti per ridurre il rischio di trasmissione.

Per motivi precauzionali, si raccomanda che il personale sanitario, oltre ad adottare le misure standard di biosicurezza, applichi le precauzioni per prevenire la trasmissione per via aerea e per contatto. In particolare, dovrebbe indossare: mascherina e protezione facciale, camice impermeabile a maniche lunghe non sterile e guanti. Qualora siano necessarie procedure che possono generare aerosol, la mascherina dovrebbe essere di tipo FFP2.
Dovrebbero essere utilizzati strumenti mono-uso e strumentazioni portatili (es. raggi X) per evitare di muovere il paziente. Se è necessario trasportare il paziente fuori dalla stanza di isolamento, usare percorsi predeterminati per minimizzare la possibile esposizione di personale sanitario, altri pazienti e visitatori“.

La lettera si conclude con la preghiera di dare la “massima diffusione alla presente nota circolare ai servizi ed ai soggetti interessati”.

Cosa si poteva evitare?

Ci atteniamo ai fatti. E i fatti sono che negli ospedali e nelle RSA, a questo punto è chiaro che non sono state applicate le norme di base per l’emergenza Covid. Un esempio, il semplice uso dei dispositivi di protezione, non adottato per non impressionare i visitatori e i pazienti (fonte chi l’ha visto). I fatti sono che negli ospedali, non c’erano percorsi separati ne reparti dedicati. Sono nati in corsa e in alcuni casi non sono ancora presenti oggi (fonte TG2 e Torinotoday). I casi di Codogno (Lodi) e Alzano (Bergamo) sono solo un esempio tra i tanti, della mancanza dell’attuazione delle disposizioni e della mancanza della supervisione dell’applicazione degli stessi.

Quindi quando Conte dichiara che “dobbiamo intensificare la presenza deli Covid Hospital“, in data 21 aprile, non c’è da applaudire. In realtà i covid hospital dovevano già essere presenti su tutto il territorio da molto tempo. La garanzia della tutela della salute è un principio ribadito nel decreto del 31 gennaio 2020. Nel decreto si prometteva “l’assunzione immediata di iniziative di carattere straordinario ed urgente, per fronteggiare adeguatamente possibili situazioni di pregiudizio per la collettivita’“. E si prometteva anche “la necessita’ di supportare l’attivita’ in corso da parte del Ministero della salute e del Servizio sanitario nazionale, anche attraverso il potenziamento delle strutture sanitarie”.

La domanda è semplice: perchè queste direttive non sono state attuate dopo il 22 gennaio, al peggio, dopo il 31 gennaio? Un’azione preventiva attuata secondo le indicazioni di questa lettera, poteva evitare i disastri sanitari che si sono verificati?

Tempo di riflessioni

Non è possibile che ad oggi non si possano fare i tamponi perchè manca il reagente (fonte sky). Al 31 gennaio 2020, con le risorse economiche straordinarie previste per le emergenze nazionali (di cui all’articolo 44, comma 1, DDL n. 1 del 2018), dovevano essere predisposte le risorse sanitarie, comprese le forniture per i camici e i calzari del personale sanitario. E’ uno scandalo che il personale sanitari di diversi ospedali abbia lavorato servendosi di sacchi della spazzatura per entrare in reparto (fonte non è l’arena).

Forse si potevano evitare tanti contagi, per non parlare dei camion militari pieni di bare.

E’ cambiato il vento, e non promette niente di buono. Oggi è il tempo delle riflessioni, il tempo di capire.


Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”