Il sonno nella storia: nottambuli famosi raccontati dal dottor Foster

Il 17 marzo si celebra la giornata mondiale del sonno. La Giornata Mondiale del Sonno è un evento annuale che cade il venerdì della seconda settimana di marzo. Celebra naturalmente l’importanza del sonno per la salute e il benessere umano. E noi, con la collaborazione di Aboca Edizioni, abbiamo pensato di regalarvi un viaggio nel sonno davvero insolito. Un panorama su insonni, nottambuli e dormiglioni creativi. dal mito ai giorni nostri. Il sonno nella storia tratto da “L’arte di dormire bene” di Russell Foster in libreria dal 14 marzo.

una donna che soffre di insonnia sdraiata sul letto con le mani che coprono il viso

Il sonno nella storia da Hypnos a Edison a Poe

Nella mitologia greca, Hypnos è il dio del sonno. È figlio di Nyx (Notte) e di Erebus (Tenebre), e suo fratello gemello è Thanatos (Morte). Hypnos e Thanatos vivono nel mondo sotterraneo, l’Ade. Quindi, fin dall’antichità, il sonno è stato collegato all’oscurità, alla morte e all’inferno. Per associazione, il sonno non ha ricevuto un’approvazione entusiastica da parte degli antichi. E se facciamo un salto in avanti di oltre duemila anni, fino al XX secolo, le cose non migliorano molto.

Si dice che il grande imprenditore Thomas Edison abbia affermato: “Il sonno è una criminale perdita di tempo e un’eredità di quando vivevamo nelle caverne”. Forse non sono state queste le sue parole esatte, ma Edison sarebbe stato certamente d’accordo con un altro americano, Edgar Allan Poe, che disse: “Il sonno, quelle piccole fette di morte, come le detesto”.

I nottambuli Wilde, Hitler e Churchill

Il sonno, fin dai tempi più antichi, non è stato ben accolto. Di certo nei secoli più recenti è stato disprezzato, in parte perché il lavoro duro era considerato intrinsecamente virtuoso e degno di ricompensa. Il sonno ci impedisce di lavorare e quindi, per definizione, il sonno deve essere peccaminoso. Naturalmente, non tutti erano d’accordo con questa visione e, come è lecito attendersi, Oscar Wilde adottò un atteggiamento un po’ diverso, spiegando: “La vita è un incubo che impedisce di dormire”.

Non dormire, lo sappiamo, è assai problematico. A quanto pare, Adolf Hitler era un noto insonne e alla fine si addormentava nelle prime ore del mattino. Infatti, dormiva profondamente al Berghof quando gli alleati invasero la Francia durante il D-Day, il 6 giugno 1944. I suoi generali non avrebbero potuto inviare rinforzi in Normandia senza il permesso di Hitler, ma nessuno osava svegliarlo, così dormì fino a mezzogiorno. Si ritiene che questo ritardo abbia salvato molte vite e sia stato fondamentale per l’invasione alleata.

Winston Churchill adottò la tradizione spagnola della siesta, iniziando a dormire verso le 16.30 dopo un buon pranzo. Durante la Seconda guerra mondiale, si spogliava e andava a letto per un massimo di due ore. Alle 18.30 si svegliava e faceva il secondo bagno della giornata, che lo preparava a una lunga cena. Verso le 23.00 lavorava per qualche ora prima di andare a letto. Churchill era un nottambulo senza riserve e, in quanto primo ministro in quel periodo, poteva decidere il proprio programma di lavoro.

copertina del libro l'arte d dormire bene un orologio su sfondo cielo

Sonno, genio e conoscenza Einstein e Dalì

Albert Einstein è considerato uno dei più grandi geni della storia, ma è anche un perfetto esempio di intelletto alimentato da un sonno regolare e prolungato: la sua teoria generale della relatività e il premio Nobel per la fisica furono il prodotto di un regolare sonno notturno di circa dieci ore, seguito da una giornata molto organizzata.

Un altro genio, Salvador Dalì, non la pensava allo stesso modo. La storia racconta che Dalì si sedeva tenendo in mano una chiave o un cucchiaio, mentre sul pavimento, a una certa distanza dalla mano, collocava sul pavimento una lastra di metallo. Quando si addormentava, il cucchiaio cadeva dalla mano rilassata, colpiva il metallo e il rumore lo svegliava. Dalì considerava il sonno una perdita di tempo, soprattutto per la creazione della sua arte: probabilmente lo era.

Questo perché la mancanza di sonno prolungata induce paranoia, allucinazioni e uno stato di coscienza alterato. Le percezioni vivide sono solitamente immagini astratte o suoni, sebbene possano essere anche altre sensazioni sensoriali come odori o gusti. Le allucinazioni sono illusioni, e Dalì sosteneva che gli orologi molli nel suo famoso dipinto La persistenza della memoria provenissero da allucinazioni autoindotte dalla mancanza di sonno.

Dalì la persistenza della memoria

Il sonno come risolutore di problemi

Come ampiamente documentato dalla ricerca, il sonno permette di consolidare la conoscenza e promuove il comportamento intuitivo. Risolvere un problema dopo una notte di sonno è un tema ampiamente riportato, viene chiamato insight, sono molti gli esempi famosi. Il premio Nobel Otto Loewi raccontò di essersi svegliato con l’idea di come dimostrare che la sua teoria sulla neurotrasmissione chimica all’interno del cervello fosse corretta. L’uomo che ha redatto la tavola periodica degli elementi chimici, Dmitri Mendeleev, spiegò che la sua intuizione per giungere al risultato arrivò dopo una notte di sonno.

August Kekule aveva riflettuto sulla disposizione degli atomi nella molecola del benzene, non riuscendo a trovare una soluzione, dormì e poi si svegliò ricordando il sogno di un serpente che si mordeva la coda, e intuì così che la molecola del benzene e costituita da un anello di atomi di carbonio. E non è solo nelle scienze che l’intuizione segue il sonno. Sir Paul McCartney, leggendario componente dei Beatles, si svegliò dopo una notte di riposo, nel 1964, con la melodia di Yesterday completamente formata

Paul McCartney imagine public domain

Diplomazia e jet lag

Nel 1956, John Foster Dulles, il segretario di stato americano, fece un volo a lungo raggio per andare al Cairo a discutere se gli Stati Uniti avrebbero o meno finanziato la diga di Assuan. All’arrivo al Cairo non riuscì a concentrarsi durante le trattative. Dulles torno quindi direttamente a Washington. Al suo arrivo, apprese che gli egiziani avevano appena acquistato una grande quantità di armamenti sovietici. Senza la dovuta attenzione, Dulles aveva annullato l’accordo con il presidente egiziano per la costruzione della diga.

Di conseguenza, la diga di Assuan venne costruita dall’Unione Sovietica e questo consentì all’URSS di ottenere il primo punto d’appoggio in Africa durante la guerra Fredda. Dulles disse che il suo fallimento nel tenere legami con un alleato e nel concludere un accordo duraturo con l’Egitto era dovuto alla ‘stanchezza da viaggio’. Il termine ‘jet lag’ non era ancora stato coniato nel 1956. Alla luce di questo primo e famoso esempio di jet lag, è del tutto appropriato che l’aeroporto internazionale di Washington Dulles sia stato appunto intitolato a John Foster Dulles.

interni di Airbus Thai Air su licenza CC

Kissinger

Henry Kissinger è stato assistente alla sicurezza nazionale del presidente Richard Nixon e segretario di stato fra il 1969 e il 1977, nel corso della sua carriera ha viaggiato molto. A differenza di Dulles ha sviluppato maggiore consapevolezza dei pericoli del jet lag e, ricordando i suoi negoziati con i nordvietnamiti, ha dichiarato: “quando sono passato direttamente dal volo transatlantico ai colloqui, ho scoperto di essere sul punto di perdere le staffe per l’insolenza dei nordvietnamiti, quasi cadendo nella loro trappola, interpretando il ruolo che mi avevano assegnato. Da allora non ho mai iniziato una negoziazione subito dopo un lungo volo”.

Bush

Le persone che hanno organizzato il tour asiatico del presidente George Bush nel 1992 sembrano aver ignorato, o non erano consapevoli, delle conseguenze del jet lag. Il pover’uomo arrivò in Giappone verso la fine di un tour di 12 giorni e 26.000 miglia percorse in quattro Paesi asiatici. Durante una cena di stato in suo onore, il presidente si sentì improvvisamente male e vomitò su sé stesso e sul suo ospite, il primo ministro giapponese. Tutto questo venne ripreso e trasmesso in tutto il mondo. Si sostiene che questo memorabile incidente abbia aiutato il rivale di Bush, Bill Clinton, a vincere le elezioni presidenziali dello stesso anno“.

il professor Russel Foster durante una confernza in piedi con abito nero su un palco
il Professor Russel Foster durante una conferenza

Russel Foster

Russell Foster (1959) è professore di Neuroscienze circadiane. Direttore dell’istituto di Neuroscienze circadiane e del sonno di Oxford e capo del laboratorio di Oftalmologia dell’Università di Oxford. Le sue scoperte sui fotorecettori oculari hanno ricevuto numerosi premi. Il suo TED talk Why Do We Sleep ha superato gli 8,5 milioni di visualizzazioni.

Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".