La ricerca della felicità – Scopriamone il significato al cinema

Di qualsiasi ceto sociale, religione o paese siate; la ricerca della felicità e il comune denominatore che ci rende tutti fratelli e sorelle.

Un valore intangibile materialmente ma che permea l’essenza stessa della nostra vita e il suo unico e vero significato finale.

E diciamolo: molta della nostra felicità passa spesso e volentieri per la ricerca di un anima gemella con cui dividere il nostro tempo in questo mondo.

Come si traduce tutto questo nel fantastico mondo del cinema?

Abbiamo visto amori esagerati di ogni tipo, dalla tragedia di Titanic e il suo amore lungo una sola notte oppure nei classici immortali come La bella e la bestia.

Film che saggiamente diluiscono l’eccessivo zucchero del sentimento e l’asprezza del dramma unendolo all’azione, il fantasy o la commedia.

Ed è proprio di tre film di genere completamente diverso uno dall’altro che andiamo a parlare oggi.

Tre gustosi piatti pronti per ogni gusto e ogni occasione, dalla cena in allegria con amici alla triste serata in solitaria senza nulla da fare.

1- Basta che funzioni (2009)

Uomo anziano a braccia aperte

Un geniale matematico, in passato candidato per il premio Nobel, vive da solo frequentando una cerchia ristretta di amici.

Infatti, dopo un malriuscito tentativo di suicidio, ha divorziato dalla moglie esasperata dal suo comportamento antisociale.

La sua filosofia e’ un concentrato di cinismo ed estremo pessimismo sulla condizione e gli ideali dell’intera razza umana.

Fino a che un giorno, proprio davanti casa sua, una ragazza disperata gli chiede ospitalità e qualcosa da mangiare.

La giovane e’ scappata di casa e ora si trova perduta a New York senza lavoro e senza amici.

Inizialmente infastidito dalla sua presenza e la sua ingenua ignoranza, i due iniziano a legare arrivando addirittura a sposarsi.

La ragazza, alla confusa ricerca del suo posto nel mondo, porta felicità ed entusiasmo nella sua vita, senza pero’ riuscire a sradicare le sue convinzioni sul mondo e la gente.

Ma il destino e’ in agguato per cambiare le carte in tavola.

I genitori della giovane riescono a rintracciarla e si presentano uno dopo l’altro a casa del geniale e irritabile misantropo.

Entrambi sono due bigotti fanatici religiosi, recentemente divorziati a causa di una tresca amorosa del marito.

In un crescendo di folli coincidenze e relazioni, tutte le loro vite cambieranno per sempre in modi che non avrebbero mai immaginato prima.

L’Imprevedibilità del destino e dell’amore

Basta che funzioni e’ una strepitosa commedia romantica, piena di ottimismo e allo stesso tempo cattiveria sull’ironia della vita e del destino.

L’Imprevedibilità degli eventi trascina tutti i personaggi in un vortice che stravolge alla base i loro pregiudizi e convinzioni.

Ognuno di loro inizia il suo viaggio fortemente attaccato ai suoi valori, disprezzando e deridendo chi non la pensa come lui.

Ma alla fine arrivano tutti a capire che ciò che disprezzano cosi tanto, può essere proprio quello che manca nelle loro vite.

E quindi cosa importa se dopo una lunga e magari inutile ricerca, ciò che porta felicità nel loro piccolo angolo di mondo infastidisce cosi tanto qualcun’altro?

Come dirà poi l’irritabile e scontroso protagonista, rivedendo le sue stesse inizialmente inattaccabili posizioni:

qualsiasi cosa porti gioia in questo oscuro viaggio che chiamiamo vita, alla fine basta che funzioni.

Infine, New York è una perfetta cornice per questa piccola favola moderna.

Una città cinica e fredda all’apparenza, ma così piena di colori, culture, religioni e modi di vivere radicalmente differenti.

C’era una volta a New York

Woody Allen torna ancora a parlarci della sua amata e odiata metropoli, già immortalata nel magnifico bianco e nero del suo Manhattan.

I suoi dialoghi scorrono naturalmente come un fiume in piena, sottolineando con gioiosa ilarità le tragedie personali dei suoi protagonisti.

Mattatore indiscusso di questa parabola tragicomica della condizione umana è il simpatico attore Larry David.

Un uomo svezzato con il latte amaro della vita e ormai disilluso all’idea di poter essere davvero di nuovo felice.

Abituato a pensare sempre il peggio, nei suoi monologhi analizza serafico le ipocrisie e l’incongruenza della società moderna.

Ma l’irruzione nella sua vita e nella sua casa della bellissima e ingenua Evan Rachel Wood cambierà tutto irreversibilmente.

L’attrice a quei tempi era ancora giovane e sconosciuta, diventando poi famosa grazie alla serie tv Westworld.

Il suo personaggio è il perfetto contraltare per la tagliente ironia del protagonista.

Una reginetta di concorsi di bellezza che scappa di casa, lontano dal bigotto e soffocante modo di vivere dei genitori.

Il suo modo di vivere e guardare il mondo è molte volte stupido, ma genuinamente aperto verso gli altri.

Con la sua brillante vitalità, convincerà lentamente anche il brontolone protagonista a dare finalmente una possibilità al prossimo.

Basta che funzioni è una poesia spassosa e un quadro d’autore di rara bellezza intelligente sul mondo moderno.

L’ennesimo tassello di un grande regista perennemente alla ricerca di sé stesso che ogni anno ci delizia riproponendoci la sua formula magica per la felicità.

2- The Tree of Life (2011)

Piede di un bambino neonato

The tree of life è la storia di un ragazzo nato e cresciuto assieme alla sua famiglia nel Texas durante gli anni 50.

Raccontato in retrospettiva dal ragazzo stesso, adulto e senza felicità, il film unisce i suoi ricordi alla ricerca dei suoi pensieri e riflessioni sulla vita.

Profondamente segnato dalla tragica morte del fratello, l’uomo ripensa con nostalgia e rimpianto alla sua adolescenza.

Il padre educa tutti loro in modo duro e intransigente, esigendo rispetto e insegnandogli il modo in cui pensa debbano affrontare la vita.

Una via per scalare il successo che non prevede bontà e gentilezza, ma solo il cinico realismo della lotta di tutti contro tutti.

La madre, d’altra parte, è invece più sensibile e dolce e vuole che i suoi figli apprezzino la bellezza e la gioia che può esserci in ogni piccola cosa.

Lo scontro tra queste due personalità profondamente diverse avrà violente ripercussioni nei rapporti familiari.

Il bambino crescerà quindi amando e odiando il padre autoritario, arrivando persino a desiderare la sua morte.

Ma una volta adulto rimpiangerà perfino i momenti più cupi della sua adolescenza, capendo che ogni momento di felicità è un dono da non rifiutare.

La brutalità della natura contro la gioia della grazia

The tree of life è un film unico e inimitabile, un inno d’amore verso le amarezze e le contraddizioni della vita.

Una poesia di immagini e riflessioni sull’animo umano costruito attorno al micro universo di un nucleo familiare tipicamente americano.

I momenti di raccordo tra le varie sequenze sono un impagabile estasi di stile, profondamente emozionanti ed evocativi.

Lunghi panorami di fiumi, montagne e foreste, dove la natura regna ancora secondo la dura e implacabile legge della forza.

E poi, all’improvviso, i colori estatici e gli spazi immensi del nostro universo, il suo vuoto senza fine, i suoi pianeti e le sue stelle.

Le emozioni accumulate durante la storia si scaricano e pongono quello che abbiamo visto in una nuova prospettiva.

E’ impossibile affrontare questo film senza un approccio del tutto diverso rispetto agli altri.

La sua storia, infatti, parla direttamente alla nostra anima e al cuore e razionalizzando ne sminuiremmo ingiustamente il suo valore.

Arte, amore, gioia e famiglia

Terrence Malick ricerca sè stesso attraverso i suoi personaggi, attraverso le loro incertezze, i dubbi, le loro pene e i piccoli preziosi momenti di felicità.

Anche lui infatti è cresciuto in Texas ed è stato tragicamente provato dalla morte del fratello.

Da questo contesto difficile è nato un grande regista che ha saputo creare un suo stile con cui provare giorno dopo giorno l’amore per la sua arte.

Una carriera che, come i momenti di pausa filosofica nei suoi film, è stata segnata da un immenso periodo di nulla durato vent’anni.

E poi, risorgendo come la Fenice dalle sue ceneri, Malick sbalordisce tutto il mondo tornando sulla scena con La sottile linea rossa.

Un incredibile ed epico viaggio nella guerra di Crimea, di cui questo The tree of Life riprende in pieno il ritmo sinuoso e la filosofia di fondo.

Il grande regista sceglie un trittico di attori fenomenale per raccontare la sua epopea familiare.

Sean Penn, Brad Pitt e Jessica Chastain, infatti, toccano una delle vette più alte della loro carriera.

Ogni scena alterna infinite riprese di elegante ed ampio respiro con dei lunghi e stretti primi piani sui volti sofferenti dei protagonisti.

Una interpretazione di immenso spessore che, unita al mestiere mastodontico dietro la macchina da presa, rende questo film una imperdibile pietra miliare del cinema.

3- Like Crazy (2011)

Ragazzo e ragazza camminano abbracciati

Like Crazy è la storia di due ragazzi che si innamorano a prima vista dopo essersi conosciuti a scuola.

Lei è una studentessa inglese venuta in America per studiare, mentre lui è un americano nato e cresciuto a Los Angeles.

Iniziando a frequentarsi, i due diventano subito anime gemelle inseparabili.

Quando il visto di permesso della ragazza sta per scadere, lei decide di restare comunque per passare l’estate assieme.

Una volta tornata in Inghilterra, la ragazza si prepara per partire di nuovo verso il suo amato con un visto da turista.

Ma la burocrazia aeroportuale la rispedisce indietro per la trasgressione procedurale dell’estate scorsa.

Cosi questa volta è lui che parte per l’Europa per andarla a trovare, passando un meraviglioso periodo conoscendo i suoi amici e i suoi genitori.

Arrivato il momento della partenza, i due devono decidere se sposarsi e bypassare ogni ostacolo burocratico o lasciare che le loro strade si separino per sempre.

Una decisione non facile che metterà alla prova l’autenticità del loro amore in una estenuante relazione a distanza ai due lati dell’oceano.

Quando Cupido dimentica i documenti

Like Crazy è una dolce storia d’amore a ostacoli con due giovani innamorati in lotta contro l’ottusa e stupida burocrazia.

La sua bellezza sta tutta nei toni e il ritmo dei dialoghi assolutamente naturali e credibili.

I vari personaggi e le ambientazioni sono sempre moderate e mai sopra le righe, piacevolmente vicini al mondo che tutti noi conosciamo.

Trafitti dalla freccia di Cupido, entrambi sono preda di un colpo di fulmine immediato uno per l’altra.

Ma col trascorrere del tempo entrambi cominciano a chiedersi quanto del loro amore sia rimasto e se ancora vogliono davvero stare insieme.

Un sentimento del genere, specialmente tra due giovanissimi, quanto tempo può durare prima di affievolirsi?

Una domanda a cui il film non da una risposta neppure in conclusione, distaccandosi dagli stereotipi dei film romantici e i loro rassicuranti happy ending.

Un regista un pò puccioso ma sempre gradevole

Drake Doremus conferma di essere un regista dai buoni mezzi tecnici e idee narrative, anche se forse troppo ancorato al genere romantico sentimentale.

Una scelta di campo un pò pucciosa (dal pucci pucci tra innamorati) che però porta avanti almeno con un briciolo di originalità e ricerca rispetto ai suoi colleghi.

Pur basando praticamente tutti i suoi film sul sentimento e tormento dei suoi personaggi, riesce a riproporlo variando temi e stile in modo da non clonare perpetuamente sé stesso.

Like a Crazy rimane ad oggi il suo film più onesto e sincero, oltre che il più coerente e solido dal punto di visto narrativo.

La sua coppia di punta in questo caso è composta dai giovani Anton Yelchin e Felicity Jones.

I due attori hanno un’ottima intesa e interpretano bene il ruolo degli amanti tormentati senza diventare mai lagnosi o insopportabili.

Una sfida non facile in cui molti film romantici falliscono miseramente, finendo per farti odiare le vicende con cui vorrebbero appassionarti.

La loro bellezza è poi esaltata da una fotografia minimale e un ottima scelta di costumi con abiti normali e nulla di mai vistoso o esagerato.

Due ragazzi normali, insomma, alla ricerca del loro scopo e il loro posto nel mondo assieme alla felicità che è la spinta in più a farci andare tutti avanti.

Un messaggio non da poco in tempi duri per tutti come questi, dove siamo tutti agli arresti domiciliari a tempo indeterminato senza sapere ancora quanto durerà la nostra pena.

Augurandomi che almeno uno di questi film possa risollevarvi nel morale e nello spirito, concludo come al solito ricordandovi che per ulteriori nuovi e vecchi consigli di cinema potete collegarvi al mio sito:

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Fabio Emme
Fabio Emme
Amante del buon cinema, grande arte che ha sempre fatto parte della mia vita, plasmando il mio modo di essere e vedere il mondo negli anni e aiutandomi a formare la mia cultura. Da quando ho memoria ho sempre letto, scritto e parlato di film e spero vivamente con i miei articoli di aiutare altri a fare altrettanto. Hobby? ...Il cinema, naturalmente!