OpenAI lancia Sora: il Garante chiede chiarimenti per la privacy

OpenAI ha sviluppato un rivoluzionario modello di intelligenza artificiale generativa text-to-video, chiamato Sora, capace di trasformare istruzioni testuali in scenari video coinvolgenti della durata massima di un minuto, mantenendo una qualità visiva sorprendente e rispondendo alle richieste degli utenti. Questo innovativo strumento, caratterizzato da una profonda comprensione del linguaggio, interpreta accuratamente le istruzioni fornite, dando vita a personaggi che esprimono emozioni realistiche.

Il nome “Sora”, che in giapponese significa “cielo”, è stato scelto per evocare l’idea di un potenziale creativo infinito.

Anche se OpenAI ha annunciato che sta ancora valutando attentamente il programma per comprendere i potenziali rischi e pericoli prima di renderlo disponibile al pubblico, Il Garante della Privacy si è già attivato per avere chiarimenti in merito a diversi elementi che potrebbero essere critici in materia di privacy e trattamento dei dati personali.

Ma cosa riesce a fare esattamente Sora?

Con Sora, è possibile creare scene complesse con più personaggi, movimenti specifici e dettagli accurati del soggetto e dello sfondo. Questo modello non solo permette agli utenti di realizzare video dal forte impatto realistico, ma comprende anche come gli oggetti e le persone esistano nel mondo fisico e li inserisce autonomamente nel contenuto multimediale creato, offrendo così una rappresentazione più realistica e coinvolgente.

Sora è in grado di realizzare diverse riprese all’interno di un singolo video, garantendo una persistenza accurata dei personaggi e uno stile visivo coerente. Inoltre, può generare video basati su immagini fisse, animando i contenuti con precisione e attenzione ai dettagli, oppure estendere la durata di un video esistente riempiendo i fotogrammi mancanti.

Questo nuovo modello di intelligenza artificiale promette di aprire nuove frontiere nell’ambito della creazione di contenuti video, offrendo agli utenti la possibilità di trasformare istruzioni testuali in esperienze visive straordinarie e coinvolgenti.

L’azione del Garante

Il Garante Privacy ha avviato una istruttoria nei confronti di OpenAI, la società statunitense che nelle scorse settimane ha annunciato il lancio di un nuovo modello di intelligenza artificiale, denominato “Sora”, in grado, da quanto annunciato, di creare scene dinamiche, realistiche e fantasiose, partendo da poche istruzioni testuali.

Considerate le possibili implicazioni che il servizio “Sora” potrebbe avere sul trattamento dei dati personali degli utenti che si trovano nell’Unione europea e in particolare in Italia, l’Autorità ha chiesto ad OpenAi di fornire una serie di chiarimenti.

Entro 20 giorni, la società dovrà precisare se il nuovo modello di intelligenza artificiale sia un servizio già disponibile al pubblico e se venga o verrà offerto ad utenti che si trovano nell’Unione Europea, in particolare in Italia.

OpenAI inoltre dovrà chiarire al Garante una serie di elementi: le modalità di addestramento dell’algoritmo; i dati raccolti ed elaborati per addestrarlo, specialmente se si tratti di dati personali; se tra questi vi siano anche particolari categorie di dati (convinzioni religiose, filosofiche, opinioni politiche, dati genetici, salute, vita sessuale); quali siano le fonti utilizzate.

Nel caso in cui il servizio venga o verrà offerto a utenti che si trovano nell’Ue, il Garante ha chiesto in particolare alla società di indicare se le modalità previste per informare utenti e non utenti e le basi giuridiche del trattamento dei dati forniti di quanti accedono al servizio siano conformi al Regolamento europeo.

Oltre agli smartphone, nuovi dispositivi dedicati come il Rabbit R1 stanno emergendo come pionieri nell’integrazione dell’IA generativa nelle attività quotidiane. Questo dispositivo non solo dialoga con gli utenti, ma agisce letteralmente al loro posto. La sua capacità di eseguire compiti complessi rende evidente il passo avanti nella convergenza tra l’uomo e la macchina. Un oggetto rivoluizonario che manderà Alexa in pensione a breve.

“Non sarà più l’intelligenza a rendere noi uomini unici, l’Intelligenza Artificiale sarà molto più intelligente di noi”

Sam Altman

OpenAI: l’immaginazione non ha confini

Negli ultimi anni, OpenAI ha rivoluzionato il modo in cui interagiamo con la tecnologia, influenzando molteplici aspetti della nostra vita quotidiana. Una delle sue applicazioni più rilevanti è l’integrazione crescente dell’IA generativa negli smartphone e in nuovi dispositivi dedicati, come il Rabbit R1.

L’avvento di Rabbit R1, un’innovativa scatolina arancione apparentemente modesta ma intrisa di potenziale, potrebbe presto farci rivalutare l’importanza del nostro inseparabile smartphone. Presentato al mondo per la prima volta al Consumer Electronic Show (CES) di Las Vegas, Rabbit R1 rappresenta un cambiamento nella concezione di dispositivi digitali, puntando a sfidare la totale supremazia digitale degli smartphone tradizionali.

Il Rabbit R1, grazie alla sua avanzata intelligenza artificiale, potrà eseguire attività come la gestione delle chiamate, la risposta alle email, e persino l’organizzazione di incontri senza la necessità di un intervento umano costante. Questa innovazione apre nuove prospettive sul modo in cui interagiamo con le tecnologie quotidiane, dando vita a uno scenario in cui la collaborazione tra l’uomo e l’IA diventa sempre più sinergica.

Il fondatore di Rabbit ltd. Jesse Lyu ha dichiarato che Rabbit R1 è il risultato di una missin (not) impossible: creare il computer più semplice al mondo che diventi il nostro “companion”, in pratica, il nostro compagno di merende, diremmo noi. “Il futuro dell’interfaccia fra uomo e macchina dovrebbe essere molto più intuitivo“, prosegue Lyu. In buona sostanza, dovremmo riuscire ad interagire con il nostro “companion” attraverso la nostra voce, non solo imponendo dei comandi, ma esprimendo anche le nostre emozioni, i nostri desideri, i nostri progetti e le nostre necessità. Il compagnone di merende “intuirà” le nostre esigenze e le risolverà esplorando nel suo hardware e consultando al nostro posto le app più adatte alle nostre richieste o aspettative. Un passo prima della lettura del pensiero, insomma.

Cambia la tua vita con un clik!

In questo caso, con un vocale.

L’obiettivo dichiarato di Rabbit R1 è cambiare il modo in cui utilizziamo le app e i servizi digitali, eliminando la necessità di schermate e app individuali. Con un singolo comando vocale, Rabbit R1 può ordinare una pizza, prenotarti dal dentista, leggerti un libro, seguire il tuo programma d esercizi sportivi, fare la lista della spesa, organizzarti un viaggio, e persino eseguire azioni complesse, tutto grazie alla sua potente intelligenza artificiale.

Il cuore pulsante di Rabbit R1, infatti, è il suo sistema operativo, Rabbit OS, e l’intelligenza artificiale integrata. Contrariamente ai modelli convenzionali come ChatGPT, Rabbit R1 implementa un modello di azione di grandi dimensioni, consentendo agli utenti di delegare una vasta gamma di compiti al dispositivo. L’AI è in grado di eseguire svariate funzioni utilizzando programmi incorporati.

Ma abbiamo davvero bisogno di tutta questa intelligenza?

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”