Cristina di Francia, la prima Madama Reale, un’eroina quasi dimenticata

Chi era Cristina di Francia? E cosa fece di così eroico? Forse non tutti sanno che… La straordinaria storia di un’eroina d’altri tempi che salvò Torino, meglio conosciuta come Madama Cristina, la prima Madama Reale di casa Savoia.

Spesso la storia d’Italia è passata da Torino dove nel corso dei secoli hanno vissuto personaggi di prima grandezza che poi sono stati quasi completamente dimenticati, in particolare dai torinesi stessi.

Cristina di Francia è uno di questi personaggi, una donna di superba bellezza e dal carattere indomito che salvò Torino e il Ducato piemontese nel lontano 1637.

Probabilmente, senza di lei, Torino sarebbe diventata per sempre francese o spagnola, cambiando la storia che poi portò i Savoia ad unire l’Italia due secoli dopo.

Cristina di Francia

A dispetto del nome, o meglio del soprannome di Cristina di Francia, la nostra eroina possedeva metà sangue italiano e si chiamava Maria Cristina di Borbone.

Nata principessa di Francia nel 1606 a Parigi dal Re Enrico IV e dalla Regina di nobilissime origini italiane, Maria de Medici, diventò a soli 13 anni Duchessa di Savoia quando si sposò con Vittorio Amedeo I.

Era il 1619 quando Cristina portò a Torino una ventata di aria fresca, favorendo le feste e lo sfarzo in stile francese nell’austera corte sabauda.

Donna dotata di grande fascino e sensualità, attirò immediatamente i pettegolezzi che la indicavano come libertina e dedita a molti tradimenti, tra cui quello con il Conte Filippo d’Agliè, cortigiano raffinato e coreografo di corte, che divenne suo fedele consigliere ed amante per tutta la vita.

Infatti, la loro fu una vera storia d’amore, anche se nell’immaginario collettivo è stata ricordata come uno dei più famosi tradimenti della Duchessa.

Ma al di là di questi aspetti personali e sentimentali, Cristina di Francia si dimostrò un’abilissima e risoluta reggente per conto del Duca, suo marito, che venne a mancare improvvisamente nel 1637.

La Madama Reale

Rimasta vedova e con i due figli troppo piccoli per governare, la Duchessa assunse subito la reggenza, scontrandosi però con i cognati, il Cardinal Maurizio e il Principe Tommaso di Carignano-Savoia, entrambi filospagnoli, e con il fratello Luigi XIII divenuto anni prima Re di Francia, il quale intendeva annettere il Piemonte al suo regno.

Stretta fra due fuochi, Cristina difese strenuamente l’indipendenza del piccolo stato piemontese, senza mai cedere alle ingerenze francesi del fratello e del Cardinale Richelieu, nonché dei cognati che invece avrebbero consegnato il ducato agli spagnoli.

Fu così che tra il 1637 e il 1642 ebbe luogo la cosiddetta guerra fra i “madamisti” (i seguaci di Cristina) e i “principisti” (ossia i sostenitori del Principe Tommaso di Carignano-Savoia) per la successione al trono.

Per questo Cristina fu chiamata, con merito, la prima “Madama Reale”.

Dopo lotte interne, fughe precipitose, scontri veementi, la guerra si concluse nel 1642 con un trattato di pace fra la reggente e i cognati.

Il Ducato e il Piemonte erano stati salvati da Cristina, che continuò a mantenere il potere fino al 1648 quando passò la reggenza al figlio Carlo Emanuele II al raggiungimento della sua maggiore età. Pur essendo stata a tutti gli effetti un’eroina, Cristina di Francia è stata quasi completamente dimenticata dai più, tanto è vero che a Lei, che salvò Torino, la città ha dedicato la sola Via Madama Cristina.

Madama Cristina di Francia in un collage di due foto che la ritraggono in una con i capelli raccolti con dei fiori rosa e un vestito con un ampio colletto, nell'altra con un diadema in testa ed un collare bianco grande su un vestito rosso. Di fianco unoscorcio serale della torre di Palazzo Madama
Cristina di Francia, la prima Madama Reale, un’eroina quasi dimenticata – Madama Cristina di Francia

I luoghi della Duchessa

Al di là del noto Palazzo Madama (che a onore del vero deve la sua splendida facciata e il nome alla seconda Madama Reale), non esistono statue, o altre forme di memoria, per colei che è stata una vera protagonista della storia sabauda, al pari di Duchi e Re ben più famosi e celebrati nel tempo.

Anche la sua tomba risulta quasi nascosta nella poco conosciuta Chiesa di Santa Teresa, poco distante dalla famosa Piazza San Carlo, o meglio “Place Royal”, come si chiamava a quei tempi quando proprio Cristina la fece costruire per abbellire la sua amata Torino.

Molti, ancor’oggi, credono di trovare la sua salma nella più nota Chiesa di Santa Cristina a lei dedicata, dove effettivamente venne sepolta nel 1663.

Purtroppo, nel 1802, durante l’occupazione napoleonica del Piemonte, la Chiesa di Santa Cristina diventò sede della Borsa del Commercio, e le sue spoglie vennero quindi traslate nella vicina Chiesa di Santa Teresa, nell’omonima via, dove ancor oggi si trovano in una piccola nicchia sulla destra appena entrati.

Veramente troppo poco per colei che è stata la più grande tra le duchesse di casa Savoia.

Invito tutti i torinesi, e i turisti appassionati di storia, a renderle omaggio, ricordano anche che un altro splendido lascito di Cristina, il famosissimo Castello del Valentino (la sua residenza più amata), ora sede esclusiva della Facoltà di Architettura di Torino, è comunque visitabile una volta al mese su prenotazione. Ma questa è un’altra storia che presto vi racconteremo.

Foto copertina di David Burdeny dal sito Galerie de Bellefeuille

Paolo Balocco
Paolo Balocco
Nato a Torino nel 1966, fin da giovane, grazie alla conoscenza del Generale Amoretti (scopritore dei luoghi dove avvenne il sacrificio di Pietro Micca durante il noto assedio del 1706), si interessa alla storia della città. Nel tempo ne scopre gli aspetti più insoliti e meno turistici, scrivendo quindi un libro intitolato “ITINERARI CURIOSI nei dintorni di TORINO”. Da sempre ama leggere opere e testi che fanno viaggiare in epoche passate, visitare luoghi esistenti da secoli, collezionare oggetti antichi. Ma soprattutto, ama riportare in vita antiche memorie, fatti e personaggi che hanno fatto la storia (in particolare del PIEMONTE) ma che poi sono stati quasi dimenticati da tutti. In pratica la riscoperta della grande bellezza di una regione e di una città che è stata prima capitale, non solo d’Italia, ma di tanti aspetti della scienza, dell’industria, della moda, dell’arte e della cultura nazionale.