Faccia a faccia con l’Uomo d’Acciaio – Qual è il miglior Superman del cinema?

Più e più volte sento molte critiche mosse verso l’universo dei supereroi, di cui ovviamente Superman è uno dei migliori rappresentanti nel genere, essendo un’icona tra le più longeve che svolazza allegramente tra cinema e comics fin dai lontani anni 30.

In realtà tutti noi amiamo questi personaggi così fuori dall’ordinario e votati all’eroismo nel proteggere i più deboli, anche se dall’altra parte c’è il disprezzo (più che giusto, a volte) su come l’industria cinematografica appiattisca queste storie stritolandole nella macina commerciale.

Dall’altro lato, capisco anche come sia impegnativo riproporre in modo fresco e interessante un personaggio che ormai conosciamo tutti a memoria: ovvero il signor Kal-El, principe degli alieni che atterra sul nostro pianeta fin dall’infanzia per essere cresciuto dalla famiglia americana dei Kent.

Nel corso dei decenni molti film hanno tentato di portarlo nel modo migliore sul grande schermo, sebbene purtroppo non tutti i registi sanno gestire l’epica potenza di un eroe invulnerabile come Superman.

Cosa non può fare questo eroe? Vola alla velocità della luce, proiettili e missili non gli fanno neppure il solletico ed è amato dalle donne per quel costume così attillato che mette in risalto i muscoli dei vari gentiluomini che lo hanno interpretato.

Perciò forse tutto si riduce a un gusto soggettivo, dipende da quale di queste facce da cinema di cui andremo a parlare vi sta più simpatico, al di là del fatto che magari il film in sè sia oggettivamente valido oppure un disastro.

Cosa ne dite iniziamo? Mettiamo via la kriptonite sotto il tappeto, al nostro ospite non piace; mentre noi uomini guardiamo con invidia il sempre eterno successo della grande S volante, voi donne è inutile che vi abbottoniate il vestito: il nostro eroe infatti può vedere attraverso qualsiasi cosa, a meno che non indossiate un completo di piombo.

Christopher Reeve

Christopher Reeve best Superman

Nell’ambiente del giornalismo si dovrebbe tenere la propria opinione segreta per il gran finale, eppure dico subito che cominciamo con il miglior Superman mai visto finora nel mondo del cinema.

Christopher Reeve è semplicemente perfetto per questo ruolo, con un fisico imponente (i quasi due metri di altezza già lo mettono al di sopra dei suoi concorrenti) e un’eleganza da gentiluomo che però è anche un po’ bambino e ingenuo.

Questi due aspetti sono un ottimo mix che funziona sempre, sia quando interpreta l’imbranato e divertente Clark Kent che quando indossa il mantello di quello che è (sempre parlando chiaro) il più orribile costume di Superman, anche se era il meglio che si poteva avere in quei tempi in cui anche il Batman televisivo indossava quelle orribili tutine aderenti.

Certamente l’attore era anche aiutato dal lavorare con uno dei registi più in gamba di quell’epoca, Richard Donner, autore di alcune perle indimenticabili degli anni 80 come I Goonies o Arma Letale.

Altrettanto imponente era l’introduzione del primo, storico capitolo del 1978, dove lo strapagato ma immenso e immortale Marlon Brando ci presentava il pianeta Krypton nei panni del padre del nostro eroe, Jor-El.

Donner gestisce alla perfezione la fantascienza supereroistica con le giuste dosi di avventura e commedia, facendo brillare Christopher Reeve in entrambi i generi grazie anche a un villain tanto stupido quanto carismatico, l’improbabile ma irresistibile Lex Luthor interpretato da Gene Hackman.

Come da copione, non può mancare anche la love story con la collega impicciona Lois Lane, con il simpatico volto dell’attrice Margot Kidder che fa risaltare anche il talento romantico del ragazzone volante.

Preferisco poi dimenticare gli altri tre film con Reeve come Superman, abbastanza trash nella direzione e scrittura, con soltanto il secondo capitolo che ha qualcosa da salvare.

Brandon Routh

Brandon Routh best Superman

In una delle più strane e lunghe attese della storia del cinema, specialmente per un eroe famoso come Superman, passano quasi vent’anni da Superman IV a questo nuovo capitolo diretto da Bryan Singer.

Il giovane e talentuoso regista, amatissimo dal pubblico per il meraviglioso I soliti sospetti e la saga degli X-Men, decide di proseguire la storia direttamente dal secondo film dell’80 ringiovanendo la formula con il fascinoso e semisconosciuto attore Brandon Routh.

Routh non se la cava male, a modo suo, ma è decisamente il Superman meno convincente del mucchio; anche se fortunatamente Singer colma ampiamente la sua apatica mancanza di carisma con una ineceppibile regia e messa in scena.

Pur modernizzando il concept con tecnologie come internet o i cellulari, lo stile nella fotografia e l’architettura di Metropolis è come se tornassero indietro nel tempo agli anni ’50, così come lo stesso vale per l’abbigliamento e il look in generale dei personaggi.

Se come ho detto Brandon Routh non resta impresso per una memorabile performance, è molto più interessante Kate Bosworth in una versione più tosta e determinata di Lois Lane, senza parlare dell’immenso Frank Langella come il divertente direttore del giornale dove lavorano entrambi.

Molto più azzecata la scelta, invece, è per questo nuovo Lex Luthor che “il solito sospettoKevin Spacey incarna con esilarante cattiveria, rubando la scena a chiunque altro quando arrivano i suoi allucinati dialoghi che grondano delirio di onnipotenza in ogni parola.

Sfortunatamente, la trama sostiene il grande spettacolo visivo solo fino a un certo punto, quando il resto della storia si sgretola come se gli sceneggiatori si fossero letteralmente dimenticati di scrivere gli ultimi 20 minuti prima della conclusione.

Insomma, un’occasione sprecata e flop cinematografico che, comunque, consiglio di vedere molto più dei film che seguiranno, senza dubbio.

Henry Cavill

Henry Cavill best Superman

Se per il precedente Superman avevamo uno dei migliori registi moderni e un attore ampiamente insufficente, in questo caso invece avviene esattamente il contrario con un regista meno che mediocre come Zack Snyder a dirigere un buon attore come Henry Cavill.

Ho sempre avuto molta simpatia per Cavill, protagonista versatile in fantasy come Immortals o l’action/spionaggio The Man from UNCLE, senza parlare del suo piccolo ruolo romantico in Basta che funzioni di Woody Allen o anche l’ottimo Witcher della omonima serie, prima che la produzione rovinasse tutto irreversibilmente.

Tornando a Superman, l’attore offre una solida performance di fascino e muscoli, sebbene azzoppato da una sceneggiatura che è solo un pretesto per mettere in scena le deliranti e confusionare scene d’azione al ralenty che tanto amano i fans di Snyder.

Ancora più sprecata è Amy Adams nel ruolo di Lois Lane, dove fa male al cuore vedere una delle attrici più talentuose di questa generazione diventare la classica “ragazza urlante” usa-e-getta come negli horror di serie B degli anni 70.

Inoltre, forse per compensare la sua cronica mancanza di idee e talento, Snyder inzeppa di star ogni singolo momento di questo film con alcuni mostri del cinema come Kevin Costner, Diane Lane, Laurence Fishburne e soprattutto il grandioso Michael Shannon.

Uno dei miei attori preferiti di tutti i tempi, Shannon è ridotto al ruolo di improbabile villain al comando di un esercito di simil-Superman, diventando una macchietta demenziale del Generale Zod di Superman 2, altrettanto stupido ma almeno con il più elegante e sobrio Terence Stamp a interpretarlo.

Unica cosa da salvare è il buon vecchio Russell Crowe come padre di Superman, che tiene testa e, azzardo a dire, forse persino supera il già brillante Marlon Brando del 78, sebbene purtroppo trama e dialoghi restino pessimi.

David Corenswet

David Corenswet

Dopo aver visto chi è stato Superman finora, arriviamo all’ormai imminente David Corenswet, un attore di cui conosco poco, ad eccezione del suo ruolo secondario nel suggestivo Pearl, bizzarro “horror a conduzione familiare” di Ti West.

Se gli annunci del regista James Gunn saranno rispettati, Superman: Legacy dovrebbe essere rilasciato a metà del 2025, presentando un reboot che ci riporterà alle origini dell’Uomo d’Acciaio, il che spiega la scelta un attore ancora così giovane come Corenswet, visto che avremo un Clark Kent ancora ragazzo e alla ricerca della propria vocazione di eroe.

Oltre al protagonista, poi, ci sono già numerose certezze sul cast di contorno a cominciare dalla bella e brava Rachel Brosnahan come Lois Lane, un’attrice già ammirata nell’ultimo western di Walter Hill, “Dead for a Dollar” (non a caso qui consigliato tra il meglio del 2022) e anche nel buon thriller americano “I’m Your Woman“.

Altro volto giovane è l’emergente Isabela Merced nel ruolo della eroina Hawkgirl, talento precoce che ha esordito ancora bambina in “Soldado” ed ora è già piena di impegni come l’atteso finale della nuova trilogia di Alien voluta da Ridley Scott, “Romulus“, e anche la seconda stagione della serie di successo “The Last of Us” nel ruolo di Dina, agguerrita fidanzata della protagonista.

Infine, ottime notizie anche sul fronte del villain, visto che Lex Luthor sarà interpretato da Nicholas Hoult, altro talento bambino sbocciato in “About a Boy” e poi cresciuto adulto e incazzato arrivando fino a “Mad Max: Fury Road“.

Nonostante questi nomi, seppure incoraggianti, dobbiamo ammettere che il vero baluardo di Superman è principalmente uno, l’incandescente e geniale James Gunn, celebrato regista dei Guardiani della Galassia e lo scatenato seguito/reboot di Suicide Squad.

Ormai ai redini dei futuri progetti della DC, sappiamo già che sotto l’egida di Gunn sono in lavorazione almeno un altro film su Supergirl (con protagonista la giovane Milly Alcock, altro segno della ventata di aria fresca che si vuole portare in questi cinecomics) e anche la serie animata Creature Commandos, basata sulla omonima squadra di bizzarri mostri/supereroi, che sarà guidata dall’iconico attore action Frank Grillo. Quindi che altro dire, aspettiamo e vediamo se il caro Gunn ha ancora la scintilla giusta per rianimare un eroe così spento da tanto tempo!

logo di fabioemme
Fabio Emme
Fabio Emme
Amante del buon cinema, grande arte che ha sempre fatto parte della mia vita, plasmando il mio modo di essere e vedere il mondo negli anni e aiutandomi a formare la mia cultura. Da quando ho memoria ho sempre letto, scritto e parlato di film e spero vivamente con i miei articoli di aiutare altri a fare altrettanto. Hobby? ...Il cinema, naturalmente!