Galateo a tavola (2 parte): si può fare la scarpetta? E perchè si dice così?
La pratica del “fare la scarpetta”, ossia inzuppare il pane nel sugo o nella salsa residua nel piatto, è un’abitudine consolidata nella cultura culinaria italiana, ma il galateo a tavola lo consente o è un gesto da evitare?
La sua accettazione varia a seconda del contesto e del galateo a tavola. Esaminiamo da vicino le origini della scarpetta, la sua storia e le regole di comportamento associate a questa tradizione.
Indice
Perchè si dice “Fare la Scarpetta”?
Il termine “scarpetta”
L’espressione “fare la scarpetta” ha origini interessanti e affonda le sue radici nella cultura popolare italiana. Ha origini incerte, ma diverse teorie cercano di spiegare il suo significato. Si ritiene che il termine abbia origine nel XIX secolo, quando il pane veniva servito come accessorio fondamentale durante i pasti, soprattutto nelle famiglie meno abbienti. La parola “scarpetta” probabilmente deriva dal fatto che il gesto di utilizzare il pane per raccogliere gli ultimi pezzi di cibo ricordasse il movimento di un piede che entra in una scarpa, infilando l’ultimo pezzo di pane nel piatto come se fosse una calzatura. Altri ritengono che il pane agisca come una “scarpetta” per strada, assorbendo tutto ciò che c’è nel piatto. Questa associazione visiva ha contribuito alla diffusione dell’espressione “fare la scarpetta” per descrivere questo gesto comune durante i pasti.
Infatti, alcuni sostengono che il pane, quando viene piegato per essere inzuppato nel sugo, assume una forma simile a quella di una scarpa. Una terza interpretazione suggerisce che “scarpetta” derivi da “scarsetta”, indicando la fame di chi non lascia nulla nel piatto.
Una Pratica Radicata nella Storia e nella Cultura Popolare
L’origine della pratica di fare la scarpetta risale a tempi antichi e ha radici profonde in molte culture culinarie. In molte società mediterranee, ad esempio, è comune utilizzare il pane come strumento per raccogliere gli ultimi residui di salse o sughi. Questo gesto non solo è pratico, ma anche simbolico, rappresentando un rispetto per il cibo e il desiderio di non sprecare nulla.
Indipendentemente dall’origine esatta, la pratica della scarpetta ha radici profonde nella storia culinaria italiana. Citazioni e racconti risalenti alla fine del XIX secolo testimoniano l’esistenza di questa abitudine, che ha affascinato sia letterati che scienziati nel corso del tempo.
Fare la scarpetta va oltre il semplice atto di pulire il piatto. È un gesto che riflette un legame profondo con il cibo e con le tradizioni culinarie. In molte famiglie, è considerato un segno di apprezzamento verso chi ha preparato il pasto, dimostrando che il cibo è stato gustato fino all’ultimo morso. Questo gesto informale crea un senso di intimità e condivisione tra i commensali, rafforzando i legami familiari e sociali.
La Scienza della Scarpetta: Quale Pane è il Migliore?
Quando si tratta di fare la scarpetta, la scelta del pane giusto è fondamentale per un’esperienza gustosa e soddisfacente. Idealmente, si preferisce un pane con una crosta croccante e un interno morbido e alveolato. Il pane rustico, come la ciabatta o il pane casereccio, è particolarmente adatto per fare la scarpetta grazie alla sua consistenza porosa che assorbe bene i liquidi senza diventare troppo molle o appiccicoso. Inoltre, il pane dovrebbe essere fresco, in modo da mantenere la sua struttura e il suo sapore distintivo.
In realtà, alla fine, la scelta del pane dipende anche dalle preferenze personali e dal tipo di piatto che si sta consumando. In generale, il pane che offre una buona combinazione di croccantezza e morbidezza è l’ideale per fare la scarpetta e godersi fino all’ultimo morso del pasto.
Giusto per questioni di statistica, sappiate che nel 2001, l’Università di Bristol condusse uno studio sulla migliore tipologia di pane per fare la scarpetta. Il risultato sorprendente fu che la ciabatta è il pane ideale, poiché è in grado di trattenere fino al 120% del sugo rispetto alla media.
Galateo a Tavola: Le Regole della Scarpetta
Sebbene fare la scarpetta possa essere considerato un gesto di cortesia in molte culture, è importante essere consapevoli del contesto e delle regole del galateo che lo circondano. In alcune situazioni, come in contesti formali o in presenza di ospiti, fare la scarpetta potrebbe essere considerato poco educato o poco elegante. È importante quindi valutare attentamente il contesto e rispettare le regole sociali vigenti.
Nonostante l’attrattiva di questa pratica culinaria, il galateo a tavola impone restrizioni chiare. Secondo Shubha Marta Rabolli, docente e vicepresidente dell’Accademia Italiana di Galateo, fare la scarpetta è vietato in occasioni formali. È considerato un comportamento poco elegante e non rispettoso delle regole del bon ton.
Eccezioni e Concessioni Informali
In situazioni informali, tuttavia, le regole sono più flessibili. Durante una cena familiare o con amici intimi, è accettabile fare la scarpetta, specialmente se ci si trova di fronte a salse o piatti particolarmente gustosi. In questi casi, fare la scarpetta può persino essere considerato un gesto di apprezzamento nei confronti del cuoco.
In conclusione, mentre la scarpetta può essere un’esperienza gustosa e gratificante, è importante rispettare il galateo a tavola e aderire alle regole di comportamento appropriate al contesto.
Fine lesson Ciù!
Per oggi abbiamo finito, ma il “corso di buone malniere” con il “Galateo a tavola” continua. Quindi non perdete la prossima puntata con altre curiosità su comportamenti che potremmo sbagliare facilmente. Nel frattempo, divertitevi a fare il test di buone maniere (clicca qui) e lasciate nei commenti qui sotto il vostro punteggio!
Immagine di copertina creata con IA Bing
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