#Sanremo1988: il diamante di “C’era una volta Sanremo”

Torniamo anche questa domenica con la rubrica “C’era una volta Sanremo”. Questa “puntata” la dedichiamo ad una coppia che quel Festival di Sanremo lo ricorda molto bene. Via allora con #Sanremo1988.

Il Sanremo 1988 fu un anno storico, forse perchè era bisestile, forse solo perchè chi ci ha suggerito di parlare di questo Sanremo ha vissuto quel Sanremo come una svolta. Un anno in cui tutto cambiò per questi nostri due amici e ci vollero vent’anni prima che tutto tornasse, bene o male, al suo posto. Come ogni favola che si rispetti, e vissero felici e contenti.

#Sanremo1988

A presentare #Sanremo1988 dal 24 al 27 febbraio ci sono Miguel Bosé e Gabriella Carlucci, con la partecipazione di Carlo Massarini, uno dei più grandi critici musicali di tutti i tempi, in collegamento dal Palarock. Il Palarock è la new entry di quell’anno, paragonabile alla novità de Nutella Stage di piazza Colombo di #Sanremo2020: continua lo spettacolo di contorno iniziato a #Sanremo1987, adibito per l’appunto al Palarock, in cui si ospitavano personalità di prestigio.

Tra gli interventi alla conduzione di quell’anno anche Kay Sandvick, Lara Saint Paul, Memo Remigi (in collegamento dal Casinò di Sanremo) e Valerio Merola.

Gli ospiti

Ospiti stranieri di #Sanremo1988, i New Order e gli ex membri dei Beatles, Paul McCartney e George Harrison. Ed è solo l’inizio. Chris Rea si presentò con il brano Josephine. Gli A-Ha Stay on these roads, Eight Wonders I’m not scared, Brian Ferry Kiss and Tell, Bon Jovi Dead or Alive, Guesch Patti Etienne, Rick Hastley Never gonna give you up, T.T D’Arby Sign your name, Toto Stop loving you, INXS Need you tonight, Joe Cocker Unchain my heart, Manhattan Transfer Soul food to go. E ancora B. B. King, Def Leppard e Black. E l’elenco sarebbe ancora lungo.

Un festival(bar) nel festival. Neanche Amadeus è riuscito ad eguagliare il parterre di ospiti di quell’edizione.

Fu un Sanremo strepitoso a livello musicale sia per la gara che per la qualità della musica. Forse l’ultimo di tale grandezza.

Il podio

Sul podio dei Campioni arriva primo Massimo Ranieri con la celebre “Perdere l’amore” che, ricordiamo, ha eseguito a #Sanremo2020 in duetto con Tiziano Ferro.

Provate a tornare per un attimo indietro nel tempo, nel 1988. Nessun cellulare, ne internet. Solo cabine del telefono rigorosamente a gettoni o scheda. Le discoteche aprono alle 9 e chiudono verso le due di notte, ma soprattutto ci sono ancora i lenti da ballare. Le coppie si formano su quelle piste da ballo e si ritrovano in piazza laomenica con le grandi compagnie. Una generazione dove il romanticismo è ancora di moda e ci si innamora e ci si lascia con le canzoni. Confezionate tutto, portatelo a Sanremo e avete un evergreen che farà da colonna sonora a tantissimi amori perduti.

Curiosità: il brano era stato presentato già nel 1987 da Gianni Nazzaro, ma non era stato ammesso.

Festival #sanremo1988 il vincitore massimo ranieri con il premio del 1 posto

Al secondo posto, a #Sanremo1988, Toto Cutugno con “Emozioni” e, al terzo, Luca Barbarossa con “L’amore rubato”. Altri due brani che hanno fatto la storia, uno per il pathos emotivo che ancora oggi suscita, l’altra per la drammatica storia che nessuno ancora aveva raccontato così esplicitamente, su un palco internazionale.

Nuove Proposte e premi

Esordienti della trentottesima edizione tra i Campioni, Alan Sorrenti, Franco Califano, Raf, Francesco Nuti e Tullio De Piscopo. Tra le Nuove Proposte, invece, Biagio Antonacci e Mietta, che due anni dopo vincerà con Amedeo Minghi.

I vincitori della categoria “nuove proposte”, i Future con “Canta con noi”, restano una meteora nel panorama sanremese. Secondo, Stefano Palatresi con “Una carezza d’aiuto”, un grande autore della musica italiana che però si defilerà dai palchi e oltre a continuare a scrivere per altri, intraprenderà una carriera come direttore d’orchestra. Infine, prodotti da Piero Cassano, Fondatore dei Matia Bazar terzi, i Lijao (chi???) con “Per noi giovani”.

Il premio della critica – intitolato da #Sanremo1982 a Mia Martini – va a Fiorella Mannoia con “Le notti di maggio”. Una delle canzoni più belle mai scritte, ovviamente a firma Ivano Fossati.

Il primato di vendite di quell’anno, però, spetta a Tullio De Piscopo con “Andamento lento”, il precursore dei tormentoni di oggi, ma almeno quello era davvero una bomba di percussioni e ritmo.

Tullio De Piscopo con “Andamento lento” a #Sanremo1988

Il Processo al Festival

Curiosità: nella terza serata del venerdì, dopo l’ascolto degli otto semifinalisti delle Nuove Proposte Aldo Biscardi conduce il “Processo al Festival”, un dibattito su #Sanremo1988, volto a smorzare la tensione della gara tra i Big. Nel ruolo di difensore c’è Sandro Paternostro, mentre, in quello di accusatore, Vincenzo Mollica che proprio quest’anno a #Sanremo2020 ha salutato il pubblico andando in pensione. I toni accesi, però, portano alcuni, come Francesco Nuti e Luca Barbarossa, a lasciare il programma in diretta. Dal fallimento dell’iniziativa, il “Dopo Festival” viene archiviato fino al ritorno di Pippo Baudo.

La serata finale di #Sanremo1988 ha visto anche un’interruzione per mandare in onda la seconda manche dello slalom speciale valido per i XV Giochi olimpici invernali. Podio del nostro da Alberto Tomba.

L’anno degli intramontabili

Il direttore artistico, Marco Ravera (figlio del mitico Gianni, patron di tante passate edizioni), e la sua commissione avevano davvero fatto un lavoro autorevole. La scelta dei brani da mandare in gara fu davvero azzeccata, o forse la musica aveva ancora un peso e le case discografiche meno. #Sanremo1988 ha dato il meglio, tutto in un’edizione e le canzoni sono diventati i cavalli di battaglia delle discografie personali dei vari artisti. Basta pensare ad Anna Oxa Quando nasce un amore, Raf Inevitabile follia, ma soprattutto Fausto Leali e la sua intramontabile Mi manchi.

Il viaggio nei festival di Sanremo continua ma questa è una pagina che ha davvero fatto la storia.

Giulia Di Leo
Giulia Di Leo
Laureata in Lettere moderne, ha frequentato la scuola di giornalismo all’Università Cattolica di Milano e oggi scrive per La Stampa e Zetatielle. Dice di sé: “ Sono una ragazza di provincia nata col sogno di scrivere, amo la mia città, Casale Monferrato, che mi ha insegnato a vivere di semplicità e bellezza, portandomi, poi, ad apprezzare la metropoli milanese che nella maturità mi ha conquistata. Non riesco a vivere senza musica: nata nel ’95, ho vissuto di riflesso gli anni delle musicassette degli 883. Mi nutro di cantautorato, pop, indie e trap per aprirmi al vecchio e al nuovo. Senza mai averne capito il perché, il giornalismo è sempre stato il sogno della vita, amo scrivere e la mia attitudine è raccontare e raccontarmi, con stile razionale e schietto. Il mio più grande desiderio è fare della mia passione un lavoro, avvicinandomi a tutti i mondi che fanno parte di me”.