Tè in India: un’usanza popolare importata di recente

L’India è uno stato che ha sofferto a lungo la dominazione britannica. Quest’anno festeggia 75 anni d’indipendenza e oggi è un Paese multietnico e folkloristico. É una terra dove convivono ventidue lingue diverse e più di sei religioni differenti. In quello che sembra essere un grande caos, esiste però un’usanza, diventata simbolo, comune a tutte le popolazioni indiane: il tè. Nonostante il maggiore produttore di tè sia la Cina, in India questa bevanda ha raggiunto una vasta popolarità ed è la più consumata in tutte le regioni del Paese.

IL TÈ IN INDIA

Nelle aree settentrionali dell’India, soprattutto nella regione di Assam, crescono spontaneamente piante autoctone di tè, differenti da quelle che nascono in Cina. La popolazione indiana, sin dall’antichità, utilizza le foglie di questa pianta non solo per l’infuso da bere ma specialmente come vera e propria pietanza. Esse sono infatti trattate allo stesso modo delle verdure, condite con olio e aglio.

L’ARRIVO DEI BRITANNICI

Alla fine del XVIII secolo, i britannici sbarcano in India, conquistano, esplorano e studiano il territorio, scoprendo le piante di tè. Il Regno Unito, che all’epoca importava ingenti quantità di tè dalla Cina e spendeva milioni di sterline l’anno, vede nel Paese conquistato un’opportunità di guadagno. Così, grazie alle ricerche tecniche e scientifiche, aumenta la produzione di tè nella penisola indiana per soddisfare la grande richiesta inglese. Allo stesso tempo toglie il monopolio del commercio di tè alla Cina e inizia a venderlo al resto del mondo.

Tè in India: un’usanza popolare importata di recente una tazza di tè scura con foglie scure essiccate intorno

DOPO I BRITANNICI

Durante il controllo inglese, solo un’esigua parte della popolazione indiana beve il tè: si tratta delle classi dirigenti che erano a stretto contatto con i britannici. Il tè diventa una bevanda di largo consumo solo grazie a una grande campagna di sponsorizzazione da parte del governo indiano negli anni Cinquanta del secolo scorso. A seguito di ciò, il tè si converte nella bibita indiana per eccellenza e la percentuale di tè esportato diminuisce considerevolmente rispetto a quella consumata in loco.

IL CHAI

In India il tè è preparato in maniera alquanto particolare ed è chiamato Chai. Si tratta di una bevanda costituita di latte e acqua in pari quantità, ai quali sono aggiunte le foglie di tè, zucchero e spezie come cannella, zenzero, chiodi di garofano, anice stellato, cardamomo e pepe nero.

Nonostante il Chai sia la bibita più consumata in India, non è stata dichiarata nazionale in quanto introdotta da uno stato coloniale e quindi priva di un’antica origine.

L’INDIA A TORINO

In occasione dei settantacinque anni di indipendenza dell’India, il Museo delle Arti Orientali (MAO) organizza due incontri, il 19 febbraio e il 19 marzo, per scoprire l’arte e la cultura indiane. Il tutto accompagnato proprio dalla degustazione di una tipologia tipica di tè, per riuscire ad assaporare le meraviglie del Paese asiatico.                                                                                                

Un modo unico, in un periodo dove i viaggi sono complicati, per avvicinarsi a culture lontane e magari innamorarsene.

Nell'immagine c'è una tazzina bianca con all'interno il chai, il tipico tè indiano. Sulla superficie del liquido galleggiano delle spezie e sul bordo della tazzina sono appoggiate due stecche di cannella e un anice stellato.
Ambra Ciardulli
Ambra Ciardulli
Descrivere me stessa è arduo, non mi conosco abbastanza bene. Mille passioni, milioni di idee che nella mia mente viaggiano costantemente senza sosta e che si riflettono nel mio carattere sfaccettato. "Sei strana" mi dicono continuamente parenti, amici, conoscenti. L'unico modo per riordinare i miei pensieri è attraverso la scrittura, il minimo comune denominatore della mia vita. Un modo per condividere le mie esperienze, per non dimenticare e non essere dimenticata in un mondo dove ormai si sfreccia senza lasciare traccia del proprio passaggio.