Vacanze in camper: è questo il futuro delle ferie italiane?

Boom di vacanze in camper in questa anomala estate 2020. Un’impressionante impennata dell’utilizzo di questa formula per passare le ferie in tutta serenità.

Quest’anno sono tanti gli italiani che hanno scelto il camper come soluzione per le loro vacanze. La paura di utilizzare strutture ricettive tradizionali, come alberghi, resort e case vancanze ha portato diverse famiglie ad optare per la vacanza da campeggiatori. Le norme vigenti per la prevenzione da contagio da Covid-19 effettivamente sono penalizzanti per vivere in piena libertà un agoniato periodo di ferie, lontano dalla città e in totale relax.

Vacanze in camper nel 2020

La preoccupazione è ancora alta e molti non si sono fidati ad affittare una casa, un b&b o una camera d’albergo, malgrado la garanzia di pulizia e sanificazione. Altro elemento chiave, il contatto con la gente. Gli spazi comuni all’interno di una struttura ricettiva sono comunque inevitabili e, malgrado l’obbligo di mascherine, molta gente non ha voluto rischiare.

Ma rinunciare alle vacanze per il Coronavirus proprio no. Quelli che se lo sono potuti permettere, hanno comunque ragionato per il piano B: vacanze in camper e possibilmente sfruttando il bonus vacanze governativo.

Così, molti italiani, hanno scoperto il piacere del campeggio, a contatto con la natura e esplorando posti nuovi, al mare o in montagna. Un nuovo modo per condividere con la famiglia una nuova esperienza. Parcheggiati nelle apposite aree, nei campeggi o liberamente in mezzo alla natura, quest’anno è stato davvero un boom impressionante.

Ma quando è nata davvero la moda di usare il camper come svago?

C’era una volta…il camper

La storia del camper risale ai primi dell’ottocento. Ovviamente, non erano motorizzate e dotate di tutti i confort odiertni, ma erano case attrezzate su ruote, trainate da cavalli. Erano usate per compiere lunghi viaggi, trasportavano merci e persone e viaggiavano in carovane (da qui il nome “caravan”). Diventano in breve tempo la “casa viaggiante” o per circensi e intrattenitori di spettacolo. Un mezzo comodo per spostarsi su lunghi tragitti e portare il proprio spettacolo in giro per il mondo.

Quando fa il suo esordio nel mondo il motore a scoppio, si cominciano ad avere i primi veicoli motorizzati. Qui nascono due tipi di case viaggianti, quelli dotati di un motore e somiglianti agli attuali furgoni o camionette, e quelli che invece hanno una cabina e un traino a motore. La distinzione fa si che nasca il termine “roulotte” per quelli a traino e camper o caravan per quelli integrati.

Negli anni sessanta, ma soprattutto settanta è il momento in cui si consolida la figura del camper come strumento ufficiale di vacanza. Sono i tedeschi a lanciare, per così dire, la moda. Chi non ricorda il buon vecchio modello Westfalia Volkswagen montato su un modello T1? Ancora oggi è un pezzo da collezione molto ambito.

Erano parcheggiati un pò ovunque in tutta Europa, rigorosamente color verde militare o decoati con fiori, scritte e simboli inneggianti alla libertà e all’anarchia.

Vacanze in camper - nella foto il vecchio modello della Volkswagen verde con tetto estensibile , aperto sul fianco adibto all'interno con letti e cucina

Il camper oggi

Il resto è storia che arriva fino ad oggi. Dal camper più classico, dotato di tutti i confort, compreso di cucina attrezzata, posti letto e sanitari mobili, a quelli più tecnologici, dotati di veri e propri servizi igienici, riscaldamento o aria condizionata, parabola satellitare e domotica.

Esistono modelli, a prezzi proibitivi, che hanno l’aspetto di un tir, ma che una volta fermi si estendono in altezza e in larghezza, diventando così delle vere e proprie villette a due piani super tecnologiche. Un esempio? Guardate com’è il camper di Will Smith in questo video

Tornando con i piedi per terrra, e analizzando ciò che può essere alla portata di tutti, il camper permette ancora oggi di passare le vacanze in mezzo alla natura, in libertà totale. Un solo accorgimento per chi desidera questa emozione: guidate con prudenza e rispettate l’ambiente.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”