William Golding, Ai confini della Terra. La grande trilogia del mare del Nobel della letteratura.

William Golding (19 settembre 1911 Newquay – 19 giugno 1993 Perranarworthal) ha ricevuto il Premio Nobel per la letteratura nel 1983 per “ i suoi romanzi i quali, con la perspicacia dell’arte di una narrativa realistica e la diversità e universalità del mito, illuminano la condizione umana nel mondo di oggi“. E cinque anni dopo, nel 1988, viene nominato baronetto dalla Regina Elisabetta II. Ci lascia in eredità uno dei più grandi classici del Novecento, Il Signore delle mosche.

Oggi, nel trentennale della scomparsa Longanesi pubblica in un volume unico, Ai Confini della Terra, la trilogia dei romanzi che hanno come protagonista il mare: Riti di passaggio, Calma di vento e Fuoco sottocoperta

copertina del libro di William Golding con una grande onda che si infrange producendo schiuma
Copertina del libro di William Golding (foto da Longanesi editore)

William Golding e la passione per il mare

Nel 1940, Golding si arruola nella Royal Navy per combattere nella seconda guerra mondiale. Trascorre la maggior parte dei sei anni successivi su navi e corazzate, sviluppando una passione con il mare che lo animerà per tutta la vita e che ritroviamo nella trilogia dei suoi romanzi raccolta ora in Ai confini della Terra. Durante il periodo nella Marina Reale Inglese, inoltre William Golding, partecipa anche alla “Caccia alla Bismarck”. Un’operazione congiunta della Royal Navy per intercettare e affondare la corazzata tedesca Bismarck. La caccia si svolge dal 24 al 26 maggio 1941 e si conclude con l’affondamento della nave tedesca il mattino del 27 maggio.

Delle sue esperienze della seconda guerra mondiale, Golding scrive: “Ho iniziato a vedere cosa erano capaci di fare le persone. Chi ha attraversato quegli anni senza capire che l’uomo produce il male come l’ape produce il miele, deve essere stato cieco o non a posto con la testa.“. Nel 1945, dopo la fine della seconda guerra mondiale, William Golding torna a insegnare e scrivere.

Ai confini della Terra. La trama

Ai primi dell’Ottocento un vecchio vascello da guerra disarmato lascia le coste dell’Inghilterra diretto in Australia. A bordo, tra la folla multiforme dei passeggeri, c’è il giovane Edmund Talbot, destinato a importanti incarichi nell’amministrazione di Sua Maestà nel nuovissimo mondo. Il suo lungo viaggio, raccontato dapprima in forma di diario e infine in una sorta di autobiografia, sarà denso di vicende, incontri, rivelazioni, scandito dal trascorrere delle stagioni e dalla infinita mutevolezza del mare. Ed è proprio dal mare, dall’elemento equoreo sempre mutevole ma sempre uguale a se stesso, che arriva un nuovo livello di consapevolezza di quanto sia immenso e complesso il mondo, di quanto sia sorprendente e ridicolo, straordinario e felice il nostro posto in esso.

L'autore in una foto di repertorio in color seppia con capelli bianchi
l’autore inglese William Golding (licenza CC)

“Il signore delle mosche”. 21 editori lo rifiutano

Ma parlando di William Golding non si può non fare cenno al suo capolavoro assoluto Il Signore delle Mosche. Un libro che ha visto un’odissea incredibile e ispirato dai suoi anni di insegnamento di inglese e filosofia alla Bishop Wordsworth’s School di Salisbury. L ‘esperienza di Golding come docente di ragazzi ribelli sarebbe poi servita da ispirazione per il suo romanzo Il signore delle moscheLord of the Flies. Pubblicato nel 1954, dopo 21 rifiuti. Il romanzo racconta la storia di un gruppo di adolescenti bloccati su un’isola deserta dopo un incidente aereo. 

Lord of the Flies esplora il lato selvaggio della natura umana. I ragazzi, liberi dai vincoli della società, si rivoltano brutalmente l’uno contro l’altro di fronte a un nemico immaginario. Pieno di simbolismo, il libro precorre i temi futuri dell’autore. William Golding, infatti, ha continuato a esaminare, in tutti i suoi scritti, la lotta interna dell’uomo tra il bene e il male. Golding la definisce “la terribile malattia di appartenere alla razza umana”

Le trasposizioni cinematografiche del 1963 e del 1990

Fin dalla sua pubblicazione, il romanzo è considerato un classico, letto e discusso nelle aule di tutto il mondo. Nel 1963, Peter Brook ne realizza un adattamento cinematografico.  Nel 1990, sempre al cinema, ne esce una nuova versione, portando il libro all’attenzione di una nuova generazione di lettori.

“Non ci sono affatto adulti?”
‘Non credo’.

William Golding

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Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".