Agnello a Pasqua? Verità e false convinzioni

E’ iniziata la caccia all’agnello da mettere sulle tavole italiane a Pasqua. Ma perchè a Pasqua si usa mangiare l’agnello?

La convizione che sia una tradizione religiosa cristiana cattolica è un falso storico.

Nei Vangeli non c’è alcun riferimento a questa usanza o insegnamento di Gesù nel consumare un pasto a base di agnello nel giorno di Pasqua. Esiste un riferimento simile nel Vecchio Testamento, dove Dio parlò ad Aronne e Mosè, in occasione della Pasqua Ebraica. I versetti in cui si parla di consumare un pasto a base di agnello, si trovano nel libro dell’Esodo (Esodo, 12, 1-9): “Ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. (…) In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare. Non lo mangerete crudo, né bollito nell’acqua, ma solo arrostito al fuoco con la testa, le gambe e le viscere”.

Un riferimento, quindi, alla Pasqua Ebraica, e non a quella cattolica.

L’agnello è il simbolo della purezza di Gesù e del Suo sacrificio per la salvezza degli uomini. Semmai, proprio per questo, non si dovrebbe mangiare l’Agnello.

L’unico passo del Vangelo in cui si trova un riferimento a cosa bere e mangiare è quello che narra l’ultima cena di Gesù con gli Apostoli. Ma questo rito è legato all’Eucarestia.

Fatti i dovuti riferimenti biblici, torniamo alla domanda di partenza: perchè l’agnello a Pasqua?

MAngiare l’agnello a Pasqua significa essere complici di un vero e proprio massacro.

#IoNonLoMangio: la campagna di EssereAnimali.org

Ogni anno in Italia sono macellati oltre 2 milioni di agnelli, 375 mila solo a ridosso delle festività pasquali.
Gli agnelli vengono strappati alla madre quando hanno un solo mese di vita e sono uccisi per la loro carne, perché mangiarla è ancora considerata una tradizione. La loro sofferenza è indubbia, ma le nostre scelte invece possono essere messe in discussione.

1 agnello su 3 di quelli macellati in Italia proviene dall’estero: nel 2022 sono stati 653.303. Prima di essere uccisi sono sottoposti a viaggi estenuanti che durano anche 30 ore

Per questo motivo, EssereAnimali.org ha indetto la campagna #IoNonLoMangio.

Partecipare è semplice: scarica la grafica, aprila da smartphone, computer oppure stampala (clicca qui).
Scattati una foto e pubblica sui tuoi social, usando l’hashtag #IoNonLoMangio e tagga @essereanimali.

animali - pasqua - un agnello e la scritta io non lo mangio

In nome della vera Pace, non mangiarlo!

La vita di un cucciolo destinato a essere ucciso dissanguato vale 5,62 euro al chilo, secondo la cifra fissata dall’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea). E ogni anno, nel solo periodo della Pasqua, si uccidono oltre 300 mila tra agnelli e capretti (vedi andamento Istat). Ma è proprio necessario mettere in tavola l’agnello a Pasqua? Sarebbe una festività diversa se non si seguisse questa tradizione crudele? La risposta è evidente: no.

L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) quest’anno lancia una campagna web e social che invita a diffondere un’immagine deliziosa e un semplice messaggio: “Anche se non mangi l’agnello, la Pasqua è sempre la stessa. In nome della vera pace, non mangiarlo”.

La mercificazione degli agnelli, nelle sue varie fasi, esprime una crudeltà che va contro ogni morale. Strappati alle loro madri tra i 20 e i 40 giorni di vita, vengono pesati e issati sulle zampe, ammassati e caricati nei camion verso il loro ultimo viaggio. All’arrivo, sono scaricati come oggetti e destinati alla pratica di stordimento che non sempre viene effettuata secondo regolamento. Poi vengono uccisi, talvolta ancora coscienti.

La Pasqua è la stessa, anche se non mangi l’agnello

«Le immagini diffuse dalle associazioni a tutela degli animali hanno determinato negli ultimi anni  una sensibilizzazione e sempre più persone scelgono di non acquistare carne d’agnello», osserva il presidente dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), Massimo Comparotto. «Noi invitiamo a riflettere anche su quel che accade a tutti gli altri animali d’allevamento che soffrono allo stesso modo, ma se i carnivori intanto eliminassero l’agnello dalle tavole pasquali sarebbe già il primo passo verso un’alimentazione etica».

Le alternative alla carne sono molte, ricorda l’associazione, e chi di sceglie di non mangiare animali non è complice di un sistema che considera esseri senzienti come meri oggetti di consumo usati e abusati. L’industria dell’allevamento degli animali, inoltre, porta con sé evidenti impatti ambientali negativi.

Oipa campagna contro il mangiare l'agnello a Pasqua - un agnello di profilo con in testa una ghirlanda di fiori
Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”