Riscopriamo la storia del Castello del Valentino di Torino

Il Castello del Valentino è uno dei simboli della città di Torino, ma non tutti conoscono la sua storia, così legata a Cristina di Francia, la prima e più famosa Madama Reale.

Personalmente è il posto di Torino che amo di più, pur non avendo la magnificenza della Reggia di Venaria o la sontuosità del Palazzo Reale.

Ma è un luogo così ricco di storia che ancora oggi, a distanza di secoli dalla sua edificazione, emana un fascino particolare, forse perché legato alla straordinaria figura di Cristina di Francia, Duchessa di Savoia dal 1619 quando fu data in sposa ad Amedeo I di Savoia.

Il legame del Castello con Cristina di Francia

Ricevuto il castello in dono dal suocero per il matrimonio con il duca reggente, Cristina subito se ne innamorò, e per questo si adoperò con passione per far eseguire una profonda ristrutturazione, in modo che il palazzo seguisse lo stile francese del tempo.

Infatti, vennero aggiunte in quel periodo le quattro torri agli angoli della struttura a forma di ferro di cavallo, i tetti mansardati tipici delle costruzioni d’oltralpe, e le ricche decorazioni nelle sale del piano nobile.

In pratica, come lo vediamo ancor oggi esternamente, malgrado alcune modifiche ottocentesche.

Un Castello al servizio dell’Ingegneria

Cristina di Francia elesse il palazzo a sua residenza preferita, abitandolo dal 1630 e portandolo al centro della vita di corte del tempo con sfarzose e indimenticabili feste (di cui prossimamente racconteremo).

Alla sua morte il palazzo fu invece abbandonato fino all’Ottocento, quando venne recuperato e modificato per l’Esposizione Nazionale del 1858, diventando poi subito dopo sede della facoltà di ingegneria di Torino nel 1860.

È possibile visitare internamente il Castello del Valentino?

Attualmente, essendo sede universitaria, il Castello del Valentino è visitabile solo alcuni giorni al mese, tramite prenotazione online presso il sito del Politecnico di Torino, essendo ora adibito a facoltà di architettura.

Pochi sono a conoscenza del fatto che è possibile visitarlo internamente, ma vi assicuro che ne vale la pena.

Il castello mantiene intatti, ancora oggi, numerosi e stupendi decori e affreschi del 1600, mentre purtroppo gli arredamenti seicenteschi sono andati tutti perduti, portati via dai soldati di Napoleone nel XIX secolo.

Tra le sale più interessanti da vedere troviamo senza dubbio il grande Salone d’Onore centrale, appena saliti al piano nobile, e poi una moltitudine di altre sale, tra cui la Stanza dei Gigli, simbolo di Cristina, Duchessa di Savoia ma nata Principessa di Francia.

Da non perdere gli affreschi di una Torino scomparsa, come una veduta di Via Po ancora senza portici, e il Castello di Mirafiori di cui non è rimasto più nulla.

Un particolare esterno poco conosciuto 

Esternamente, oltre ad ammirare la perfetta struttura con i colonnati, vi invito a volgere lo sguardo in alto all’ingresso del palazzo per scoprire un particolare del castello poco conosciuto, la nobile epigrafe in latino dettata dallo storico Emanuele Tesauro per Cristina, che così recita:

“HIC UBI FLUVIORUM REX FEROCITATE DEPOSITA PLACIDE QUIESCIT CHRISTIANA A FRANCIA SABAUDIAE DUCISSA, CYPRI REGINA, TRANQUILLUM HOC SUUM DELICIUM REGALIBUS FILIORUM OCIIS DEDICAVIT ANNO PACATO MDCLX”

“Qui dove il Re dei fiumi rende mansueta la sua ferocia, Cristina di Francia Duchessa di Savoia, Regina di Cipro, destinava questo suo luogo ameno al sereno riposo dei regali figli nell’anno di pace 1660”

Attualmente, per le visite guidate interne al Castello del Valentino occorre aspettare la totale fine dell’emergenza Coronavirus. Dopodiché, sarà di nuovo possibile effettuare le prenotazioni online dal sito ufficiale del Castello del Valentino

La bellissima foto copertina è di Bruno Rossato

Paolo Balocco
Paolo Balocco
Nato a Torino nel 1966, fin da giovane, grazie alla conoscenza del Generale Amoretti (scopritore dei luoghi dove avvenne il sacrificio di Pietro Micca durante il noto assedio del 1706), si interessa alla storia della città. Nel tempo ne scopre gli aspetti più insoliti e meno turistici, scrivendo quindi un libro intitolato “ITINERARI CURIOSI nei dintorni di TORINO”. Da sempre ama leggere opere e testi che fanno viaggiare in epoche passate, visitare luoghi esistenti da secoli, collezionare oggetti antichi. Ma soprattutto, ama riportare in vita antiche memorie, fatti e personaggi che hanno fatto la storia (in particolare del PIEMONTE) ma che poi sono stati quasi dimenticati da tutti. In pratica la riscoperta della grande bellezza di una regione e di una città che è stata prima capitale, non solo d’Italia, ma di tanti aspetti della scienza, dell’industria, della moda, dell’arte e della cultura nazionale.