Feste di corte ai tempi della prima Madama Reale

Tra le memorie del passato dominato dalle grandi monarchie europee, le corti erano solite mostrare il loro prestigio attraverso feste sfarzose che oggi appaiono ai nostri occhi fiabesche e surreali. Invece era usanza intrattenere buoni rapporti anche e soprattutto attraverso queste mondanità e le feste a corte erano motivo di incontri diplomatici e di alleanze preziose.

La storia d’Italia passa inevitabilmente per Torino e anche la Casa Reale Sabauda aveva la sua “bomboniera” dove mostrarsi in tutto il suo zelo.

Come accennato nel precedente articolo sul Castello del Valentino di Torino, residenza prediletta della prima Madama Reale Cristina di Francia, fu sede di memorabili feste della corte sabauda.

Purtroppo, del periodo compreso tra il 1619, quando Cristina diventò Duchessa di Savoia, e il 1630, quando la stessa iniziò a vivere abitualmente nel palazzo, non si hanno documenti storici illustrativi delle feste svoltesi.

Cosa è rimasto di queste spettacolari feste?

Rimangono solamente alcuni scritti relazionali come quello di Niccolò Franciotti, inviato della piccola Repubblica di Lucca a Torino nel 1620, per assistere al solenne ingresso nella capitale sabauda di Vittorio Amedeo I con la sposa Cristina di Francia, che così riportava:

“Qui si fanno continuamente feste regie et di grandissima spesa, facendosi stima di ogni altra cosa che del denaro… Tutti i propositi che si sentono alla Corte sono di feste et altri trattenimenti, et pare che poco si curi gli altri andamenti del mondo”.

Persi i riferimenti storici del periodo giovanile di Cristina, a testimonianza dei fastosi spettacoli seicenteschi restano le cronache degli storiografi e i libretti delle rappresentazioni, ma soprattutto i codici miniati che riproducono testi, scene, costumi, coreografie di balletti e caroselli tra il 1640 e il 1681, tuttora conservati nella Biblioteca Reale e nella Biblioteca Nazionale di Torino.

La memorabile festa del 20 giugno 1645

Al riguardo risulta particolarmente interessante ricordare lo spettacolo che si tenne il 20 giugno 1645 per festeggiare il solenne ritorno a Torino del Duca Carlo Emanuele II, dopo sei anni di lontananza.

La grandiosa festa si svolse appunto al Castello del Valentino con un “Carosello” intitolato “L’Oriente guerriero e festeggiante”, il cui soggetto fu inventato dal coreografo di corte, il Conte Filippo d’Aglie’.

I Caroselli

I “Caroselli” erano degli spettacoli in voga nel Seicento, in cui normalmente venivano rappresentate delle battaglie, facendo uso di spettacolari coreografie e sfavillanti costumi.

I noti artisti Pompeo e Francesco Bianchi ebbero l’incarico di dipingere le prospettive del palazzo del Valentino che delimitavano due lati del campo per il Carosello, mentre sul terzo lato fu eretto un palco dove presero posto Madama Reale con il Duca, le principesse Margherita ed Adelaide, la principessa Ludovica col consorte principe Maurizio, il Nunzio Pontificio e l’Ambasciatore di Francia.

Feste di corte con dei funamboli che si reggono su aste di legno

Un luogo incantato per le feste della corte Sabauda

Al resto avrebbe provveduto la superba bellezza del luogo ove ubicato il Castello del Valentino, sulle sponde del fiume Po e la collina davanti.

… Al resto provvise la natura poiché nel luogo del torneo sceso in una valletta che il piano formava, cinto di prati nelle fiorite falde e ornate d’arboscelli, un nobile teatro si formava…“, così descriveva la scena il cantore dell’epoca.

Questa era il palcoscenico naturale delle feste di corte al Castello del Valentino di Torino nel 1645. La magnificenza del castello circondato dallo spettacolo della natura, tra la collina e il fiume Po.

Una bellezza rimasta immutata nei secoli e che Torino ha saputo conservare.

Anche per questo il Castello del Valentino fa parte delle 23 Residenze Sabaude dichiarate patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1997 e che pian piano andremo a riscoprire nel corso dei prossimi mesi con articoli corredati di particolari inediti e aneddoti curiosi.

Paolo Balocco
Paolo Balocco
Nato a Torino nel 1966, fin da giovane, grazie alla conoscenza del Generale Amoretti (scopritore dei luoghi dove avvenne il sacrificio di Pietro Micca durante il noto assedio del 1706), si interessa alla storia della città. Nel tempo ne scopre gli aspetti più insoliti e meno turistici, scrivendo quindi un libro intitolato “ITINERARI CURIOSI nei dintorni di TORINO”. Da sempre ama leggere opere e testi che fanno viaggiare in epoche passate, visitare luoghi esistenti da secoli, collezionare oggetti antichi. Ma soprattutto, ama riportare in vita antiche memorie, fatti e personaggi che hanno fatto la storia (in particolare del PIEMONTE) ma che poi sono stati quasi dimenticati da tutti. In pratica la riscoperta della grande bellezza di una regione e di una città che è stata prima capitale, non solo d’Italia, ma di tanti aspetti della scienza, dell’industria, della moda, dell’arte e della cultura nazionale.