Imballaggi: 6 milioni di posti di lavoro a rischio

Il nuovo Regolamento Europeo sugli imballaggi preoccupa l’industria italiana del settore del packaging. Se, da una parte, sono condivisibili alcune linee guida, dall’altra parte, questa riforma potrebbe produrre, anzi, produrrà sicuramente, delle criticità importanti, sia per quel che riguarda tutto l’indotto del settore, che per la sicurezza igienica e lap reservazione di alcuni alimenti.

Quanto influisce il settore del packaging sull’economia italiana?

Secondo i dati pubblicati dall’UCIMA, in Italia, il settore delle macchine per imballaggi ha raggiunto nel 2021 un fatturato totale pari a 8,24 miliardi di euro, con un incremento del 5,5% rispetto al 2020, superando il precedente record del 2019 pari a 8,04 miliardi. E’ uno dei comparti industriali italiani più vitali. È, inoltre. uno dei settori italiani con la più alta propensione all’export, pari a circa 80%.

Un settore leader mondiale che si contende il primato internazionale con i costruttori tedeschi: oltre il 50% delle macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio vendute nel mondo sono italiane e tedesche.

Più di 600 aziende dislocate principalmente in Emilia-Romagna, seguita da Lombardia, Piemonte e Veneto. La capitale produttiva resta Bologna, ma queste regioni rappresentano più dell’80% delle aziende dedicate al packaging.
I settori maggiormente interessati sono quello del Food & Beverage, che rappresenta il 57% della domanda, seguito dal Farmaceutico & Biomedicale, per il 17,1%. A ruota arrivano il settore della cosmetica e del Personal Care, e poi quello della chimica. non mancano, ovviamente, produzioni diverse, come quelle del tabacco, che occupano una percentuale inferiore al 20%.

Se la produzione di macchine per imballaggi ha chiuso il 2022 con 14 miliardi di fatturato complessivo, non di meno è il settore di produzione degli imballaggi stessi.

imballaggi per cosmetica, delle boccette con il contagocce e delle  scatole rotonde per creme
Packaging per cosmetica

6 milioni di dipendenti rischiano il posto di lavoro

Il nuovo Regolamento Europeo sugli imballaggi gela la strategia del riciclo degli imballaggi per puntare sul riutilizzo. E la differenza è tanta.

«È sorprendente come l’UE con questo Regolamento spinga e “costringa” il sistema produttivo industriale verso il “riutilizzo” degli imballaggi ignorando tutti gli investimenti sostenuti anche dai fondi europei, compreso il PNRR, che negli ultimi anni hanno fatto del sistema del “riciclo”, soprattutto in Italia, un modello virtuoso di sostenibilità ambientale“. Dichiara l’on. De Meo, relatore per il parere di competenza della Commissione AGRI. “Gli imballaggi svolgono un ruolo fondamentale nel preservare la qualità dei prodotti alimentari e nell’ortofrutta garantiscono al consumatore un migliore accesso, incoraggiandone il consumo e contribuendo ad abitudini nutrizionali sane.

In questo modo, circa 700 mila aziende rischiano di essere travolte dalla riforma e di mdettere in crisi un settore del Paese che proprio nell’industria del riciclo ha un primato europeo. Un effetto domino che rischia di avere un impatto su circa 6 milioni di dipendenti. Praticamente, la totalità delle aziende associate al Conai, il Consorzio nazionale imballaggi, a cui si aggiungono quelle del settore agricolo, della logistica e i produttori di macchine per imballaggi.

“Il tasso di riciclo degli imballaggi negli ultimi anni in Italia ha superato ogni previsione, con percentuali intorno al 70%, raggiungendo con anni di anticipo gli obiettivi previsti dall’Europa per il 2030 – si legge in una nota di FederdistribuzioneRiteniamo inadatto che un Regolamento UE vada a disciplinare la materia, mentre sarebbe più opportuno l’utilizzo di una Direttiva come linea di indirizzo che lasci agli Stati membri la possibilità di trovare gli strumenti migliori per sviluppare le rispettive strategie di economia circolare e per implementare i propri sistemi industriali che operano nella gestione dei rifiuti, con tempi di attuazione adeguati”.

packaging - un muletto di fabbrica
Imballaggi: 6 milioni di posti di lavoro a rischio

Packaging: il riutilizzo è buono per molti, ma non per tutti

L’on. Salvatore De Meo, pur volendo condividere in linea generale la finalità, esprime forte preoccupazione sull’impatto che esso avrà nel settore agroalimentare e, soprattutto, sui prodotti ortofrutticoli freschi e deperibili.

Gli obiettivi della proposta del Regolamento sugli imballaggi – precisa l’on. De Meo – sono condivisibili ed in linea con i target di sostenibilità che la Commissione AGRI sostiene, ma bisogna fare attenzione affinché non mettano a rischio la qualità degli alimenti e tutto il sistema distributivo.

Gli imballaggi usati nel settore agroalimentare – sottolinea ancora De Meo – hanno una funzione specifica in ragione della delicata natura dei prodotti che contengono ed è per questo che credo sia necessario apportare alla proposta di Regolamento i necessari correttivi per evitare ripercussioni negative su tutti gli operatori della filiera, sui prodotti, sulla loro salubrità e tracciabilità nonché sulle politiche di riduzione degli scarti alimentari.

Il sistema del “riutilizzo” degli imballaggi se può essere ottimale per alcuni settori o prodotti non lo è assolutamente per il settore agroalimentare ed in particolare per quello ortofrutticolo dove significherebbe tornare indietro di decenni rispetto ad una logistica ormai strutturata sugli imballaggi riciclati e la raccolta differenziata. Infine – conclude l’On De Meo – gli obiettivi di “riutilizzo” fissati nel Regolamento non considerano il consequenziale aumento dei consumi di energia e di acqua, una risorsa preziosa la cui scarsità rischia di mettere in difficoltà la sicurezza e l’autonomia produttiva e alimentare europea.

Per queste motivazioni, nei prossimi mesi, la delegazione di Forza Italia a Bruxelles insisterà per sostenere le ragioni di una serie di emendamenti al fine di evitare che la proposta di Regolamento si trasformi in un pesante contraccolpo al sistema industriale italiano e agli stessi consumatori». 

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”