Incentivi 2023 per ricariche domestiche per auto elettriche

Bonus wallbox auto elettriche, Motus-E: “Bene l’apertura degli incentivi 2023, ma restano criticità per l’accesso dei cittadini alle risorse”

C’è il semaforo verde agli incentivi 2023 per le infrastrutture di ricarica domestiche per le auto elettriche, ma non mancano alcune criticità operative per poter usufruire dei bonus.

I dispositivi per la ricarica domestica sono cresciuti del 700% in due anni e nel primo semestre 2023 sono stati installati 8.438 nuovi punti a uso pubblico.

L’Italia corre per dotarsi di una rete di ricarica domestiva per le auto elettriche a prova di futuro. È quanto emerge dal monitoraggio trimestrale delle infrastrutture di Motus-E, che prende in esame in questa edizione anche i dati sui dispositivi per la ricarica domestica, cresciuti di ben 8 volte in soli due anni, grazie anche alle incentivazioni connesse alla riqualificazione energetica degli edifici.

Dopo una lunga attesa, accogliamo con qualche interrogativo l’apertura dello sportello per le installazioni effettuate quest’anno da cittadini e condomini”, commenta il segretario generale di Motus-E, Francesco Naso, osservando che “come avvenuto per l’annualità 2022, sbloccata ex-post solo nelle scorse settimane, alcuni aspetti pratici limiteranno molto i riflessi positivi della misura”. In particolare, spiega Naso, “siamo nuovamente di fronte a un’agevolazione sostanzialmente retroattiva, quindi non in grado di stimolare il mercato, e con procedure farraginose per chi vuole beneficiare di questa opportunità”. 

Incentivi 2023

Oltre alla ristretta finestra temporale per richiedere gli incentivi 2023 (dal 9 al 23 novembre 2023), per le installazioni effettuate dal 1° gennaio 2023 allo stesso 23 novembre – secondo Motus-E pesano l’obbligo di utilizzo di una casella di posta elettronica certificata (PEC) ma soprattutto l’impossibilità di essere supportati nelle pratiche da chi ha venduto l’infrastruttura.

Le risorse a disposizione per l’incentivo sono pari a 40 milioni di euro per il 2022, 40 mln € per il 2023 e 40 mln € per il 2024. Già le modalità di accesso ai fondi per il 2022 hanno presentato forti restrizioni, a partire dal riferimento alle sole infrastrutture installate tra il 4 ottobre e il 31 dicembre 2022. Il bonus copre l’80% dei costi di acquisto e posa in opera delle infrastrutture di ricarica a uso domestico per privati e condomìni, rispettivamente fino a 1.500 e 8.000 euro.

Incentivi 2024

“Il Governo si sta impegnando molto per fare ordine tra le misure per il settore incagliate ereditate dai precedenti esecutivi”, spiega Naso, “per gli incentivi 2024, che potranno contare anche sui fondi residui non erogati per i motivi già citati, sarà ora essenziale muoversi con il giusto anticipo, dando vita a una misura non retroattiva, stabile e chiara, in grado di aiutare i cittadini a beneficiare del passaggio all’auto elettrica e di stimolare un mercato, quello delle infrastrutture di ricarica, in cui l’Italia è sempre più un’eccellenza europea e mondiale”.

Al netto degli aspetti pratici, così come sono le agevolazioni non premiano le produzioni a maggior valore aggiunto come quelle italiane, andando ad agevolare anche prodotti poco evoluti, non connessi alla rete e non in grado di interfacciarsi con le sperimentazioni portate avanti dal Gse e dall’Arera, che in futuro abiliteranno sempre di più il ruolo chiave dei veicoli a batteria per la flessibilità del sistema elettrico nazionale.

Auto elettriche, l’Italia supera i 400.000 punti di ricarica domestica per auto elettriche ad uso privato e i 45.000 a uso pubblico.

Ricarica domestica per auto elettriche

I punti di ricarica per auto elettriche presenti nelle case degli italiani hanno superato infatti quota 400.000, con 304.000 installazioni collegate ai bonus edilizi (dati Enea). Un numero importante, che testimonia una sempre più diffusa apertura dei cittadini al trend di elettrificazione della mobilità, di fronte al quale gli automobilisti vogliono farsi trovare pronti prima ancora di avere un’auto elettrica in garage.

Un’ulteriore accelerazione su questo fronte si registrerà senz’altro non appena saranno disponibili gli incentivi – già stanziati e in attesa solo dei decreti attuativi – per le infrastrutture di ricarica a uso domestico per privati e condomìni. Risorse che peraltro ricadranno in gran parte sull’economia nazionale: più del 70% delle wallbox vendute in Italia sono infatti prodotte nella Penisola e oltre il 50% del costo chiavi in mano è appannaggio dell’installazione, svolta da aziende e professionisti locali.

Quanto alle infrastrutture di ricarica a uso pubblico, il secondo trimestre dell’anno conferma una vigorosa crescita delle installazioni, con 4.037 nuovi punti di ricarica messi a terra tra aprile e giugno, che portano il totale sul territorio a quota 45.210. Nel primo semestre del 2023 sono 8.438 i nuovi punti di ricarica installati a uso pubblico, contro i 4.680 dello stesso periodo del 2022 (+80%). Un progresso destinato a rafforzarsi ancor di più grazie alle infrastrutture che saranno installate attraverso il Pnrr, anticipando il raggiungimento degli obiettivi di penetrazione e presenza capillare della rete di ricarica ad alta potenza.

La distribuzione regione per regione

A livello di macroaree, il Mezzogiorno continua a recuperare terreno. Sud e Isole contano infatti il 23% del totale dei punti di ricarica italiani, scavalcando il Centro (21%) e rosicchiando un altro punto percentuale sul Nord Italia (56%). 

Tra le Regioni continua a primeggiare la Lombardia (7.657 punti di ricarica), davanti a Piemonte (4.514), Veneto (4.420), Lazio (4.351) ed Emilia-Romagna (3.966). A crescere più di tutti è anche questo trimestre la Campania (+54% di punti installati rispetto al primo trimestre dell’anno), che ha fatto meglio di Lombardia (+15%), Liguria (+11%), Lazio (+8%) e Sicilia (+7%).

Comincia a espandersi in modo vistoso anche la rete di ricarica sulle autostrade, dove si registra al 30 giugno la presenza di 657 punti di ricarica (+422 rispetto a un anno fa) distribuiti in 121 aree di servizio sulle 476 totali. Oltre il 77% dei punti di ricarica in autostrada hanno una potenza superiore a 43 kW e il 58% supera i 150 kW.

Criticità: le colonnine per le auto elettriche ci sono ma non funzionano

Un’altra priorità, non certo seconda per importanza, riguarda il ritardo nell’infrastrutturazione delle autostrade: un unicum italiano, che rappresenta un incomprensibile e ingiustificabile collo di bottiglia per lo sviluppo della mobilità elettrica. “I concessionari autostradali che non hanno iniziato a installare i punti di ricarica per conto proprio sono obbligati per legge a pubblicare i bandi per l’installazione delle colonnine, ma ci risulta che nessuno finora abbia bandito delle gare per l’assegnazione della subconcessione per la ricarica dei veicoli elettrici”, sottolinea Francesco Naso, il segretario generale di Motus-E, “auspichiamo che dopo anni di rinvii finalmente questo Governo riesca a fare chiarezza sulla questione, garantendo così che anche l’Italia possa avere una capillare e indispensabile rete di ricarica sulle autostrade”.

I passi avanti compiuti sulla grande viabilità riflettono il grande impegno degli operatori coinvolti, che continua purtroppo a scontrarsi con l’immobilismo di tutti quei concessionari autostradali che nonostante un obbligo di legge – in vigore dalla fine del 2020 – continuano a non bandire le gare per installare le colonnine nelle aree di servizio”, commenta il segretario generale di Motus-E, Francesco Naso, secondo cui in ogni caso, in termini complessivi, “i notevoli passi avanti registrati dai punti di ricarica privati e a uso pubblico indicano che l’Italia si sta infrastrutturando in modo particolarmente virtuoso, per uno sviluppo della mobilità elettrica allineato agli obiettivi che il Paese si è dato anche con il recente aggiornamento del Piano energia-clima (Pniec)”.

incentivi 2023 - un grafico a cartina
Incentivi 2023 per ricariche domestiche per auto elettriche

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