“Finché ce n’è”: Lupo feat. Bobby Solo

Lupo feat. Bobby Solo insieme nel nuovo singolo “Finché ce n’è“, una storia d’amore in stile country. 

Finché ce n’è

Una canzone che fa tenerezza, nel senso più affettuoso del termine, e che rimanda piacevolmente ai tempi andati, quando la musica era “leggera”. Quando Sanremo era Sanremo, visto che manca poco ormai alla edizione #73, e sul palco presentavano Mike Bongiorno e Pippo Baudo.

Una canzone “leggera”, ma non “leggerissima”, che parla d’amore dove sfrecciano ricordi, rimpianti, speranze in cui i due artisti sviluppano un soliloquio incrociato carico di suggestioni.

Una canzone dal piacevole retrogusto country, moderna negli arrangiamenti e nei suoni, scritta con la collaborazione del maestro Luca Sala, cantata a due voci. Già, le voci.

Lupo non lo conoscevo e mi ha piacevolmente impressionato, la voce è ancora un pochino acerba, ma ci sarà modo di crescere; e poi LUI, l’icona della musica italiana, il vecchio leone, che all’età di settantotto anni continua a ruggire. Ideale nel ruolo di mentore. Bellissima la auto citazione diUna lacrima sul viso”, perfettamente inserita nello sviluppo del testo.

Una di quelle canzoni che riconciliano con la musica.

Bobby Solo

Ripercorrere la carriera di Roberto Satti, icona transgenerazionale della nostra musica, potrebbe risultare quasi offensivo, e provocare “Gelosia” in qualche collega. Per riassumere una vita passata sui palchi di tutto il mondo, vi propongo uno stralcio dell’intervista realizzata qualche anno fa a Torino, in occasione di un concerto al LeRoi, organizzato da Toni Campa e Luciana De Biase.

Gli domandai cosa sarebbe stata la sua vita senza il rock’n’roll. Questa la risposta.

“Molto triste e molto monotona. Io ero un ragazzo timido e insicuro, senza un’idea davvero precisa di cosa voler fare da grande. Non amavo studiare, ma mi sarebbe piaciuto fare il ferroviere, perché lo vedevo come un lavoro molto statico, visto che fondamentalmente sono molto pigro. Poi a 14 anni ho conosciuto una ragazzina americana, figlia di un giornalista dell’Herald Tribune, che mi parlava di Elvis Presley, che io ancora non conoscevo. Io conoscevo Adriano Celentano, Little Tony, Johnny Dorelli. Ascoltando i dischi di Elvis ho capito quale sarebbe stato il mio destino. Elvis mi ha illuminato, mi ha indicato la via”.

bobby solo in concerto, indossa un vestito scuro e ha la chitarra elettrica a tracolla

Lupo

Nome di battesimo Lorenzo, è un cantante di origine pugliese, classe 1994, di Gallipoli (LE). Possiede fin dall’infanzia la dote innata per il canto che sarà determinante nel suo percorso di crescita. Lupo sceglie l’indirizzo musicale alle scuole medie e da quel momento non pensa di potere sconfiggere le sue paure per proseguire il cammino da lui sempre sognato. Prosegue i suoi studi scolastici che lo porteranno a scegliere nuovamente un istituto musicale annettendo così ad essi la fuori uscita del suo primo inedito dal titolo “Controcorrente”. Successivamente pubblica un secondo inedito dal titolo “Il tempo cura”.

bobby Solo - il cantante Lupo in primo piano, indossa camicia rosa e giaccca chiara, sorride

Video & Credits

Videoclip “sincero” e “naturale” dove si respira gioia e voglia di fare musica. Non particolarmente originale nella sceneggiatura, forse non poteva essere diversamente, ma serve a far apprezzare appieno le voci e il testo. Mi piace.

Programmazioni e arrangiamento: Sabatino Salvato. Chitarre: Nicola Oliva. Basso: Rossano Eleuteri. Armonica: Tollak Ollestad.

“Finché ce n’è” (Il Branco Publishing) è disponibile in radio, sulle piattaforme digitali e sul tubo dal 10 dicembre.

Potete seguire Lupo su Facebook e Instagram; potete seguire Bobby Solo su Facebook.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.