Marta Ferradini fuori con l’inedito “Ai bordi delle strade”

Dal progetto dedicato alla figura di Enzo Jannacci, “Ai bordi delle strade”, il nuovo singolo che anticipa il primo album d’inediti di Marta Ferradini.

Quando si parla di Marta Ferradini occorre innanzi tutto non permettere alla sua bellezza cinematografica di distrarci dalla sua bravura e dai suoi innumerevoli talenti.

Perché, dietro quel profilo alla Audrey Hepburn rubato al cinema, si nasconde un’artista dalle molteplici sfaccettature.

Interprete, compositrice, autrice, vocal coach, polistrumentista, pittrice, scrittrice. Laureata in lingue, livello traduttore, allo IULM di Milano e diplomata in pianoforte pop al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano.

Nel 2012 si avvicina al mondo professionale della musica scrivendo a quattro mani con il pianista Orlando José Luciano la colonna sonora del lungometraggio The Rule of Lead, di Giacomo Arrigoni e classificandosi al Primo posto del prestigioso Premio Bianca D’aponte di Aversa, riservato alle cantautrici d’eccellenza.

Dimenticavo: è anche figlia d’arte. Suo padre, Marco Ferradini, è uno dei nostri più eleganti e ricercati cantautori. Entrato nella storia della musica italiana con una canzone che appartiene all’immaginario collettivo: “Teorema”. Il famoso ritratto di “Prendi una donna, trattala male, lascia che ti aspetti per ore” che ha colpito più di una generazione di ascoltatori.

chiara ferradini e il padre marco in sala d'incisione

Marta, la Ferradini

Per Marta, crescere all’ombra di un cantautore così raffinato, è stato nutrire di note, parole e pubblico la sua anima curiosa ed eclettica di bambina. Confermando, da subito, la sua predisposizione alle arti. Una formazione che l’ha portata a studiare pianoforte sin dai quattro anni e, da adolescente, ad accompagnarlo in tour e in progetti discografici, come musicista e corista.

Marta e Marco Ferradini sono inscindibilmente legati dallo stesso dna, dalla stessa passione per la musica e ricerca della bellezza. Sul palco hanno una complicità che pochi artisti possono davvero vantare. Due universi musicali indipendenti che a volte s’incontrano. Potete ascoltare quest’alchimia in brani come “Le parole” o “Buona stella” .

E approfittatene per ammirare ancora una volta la scrittura di Marco Ferradini. Un artista che continua a regalarci concetti universali nascosti all’interno di canzoni dall’apparente leggerezza cantautoriale. Come la sua deliziosa e intelligente “La 500 e l’astronave”. Un piccolo capolavoro che dovrebbe essere inserito e studiato, di diritto, nei testi scolastici per adolescenti.

chiara ferradini, capelli lunghi e biondi, indossa un top nero senza manche, e ha davanti a se un microfono

Marta, la Ferradini 2.0

Quando parliamo di Marta Charlotte Ferradini, suo nome completo, l’analogia con il mondo del cinema non è così lontana.

Nel corso dei suoi innumerevoli progetti, che vanno dall’album dedicato alla figura di Herbert Pagani, alla collaborazione con il quartetto d’archi Alchimia, passando al format “Anatomia Femminile” del giornalista Michele Monina, fino alle sue esibizioni a Hong Kong per Corona Events e al Caver Pub di Liverpool, in occasione del l’evento dedicato ai Beatles, Marta veste di volta in volta, come un’attrice, ruoli interpretativi diversi.  

Potete ascoltare la sua anima cantautoriale nella bellissima “MartaRossa scritta con Bungaro. Uno dei più importanti autori italiani. Che ha firmato brani per nomi quali Fiorella Mannoia, Ron, Ornella Vanoni, Marco Mengoni, Eros Ramazzotti.  Recentemente è stato pubblicato un delicato videoclip, diretto da Fabio Romanò, dove il mondo immaginifico e colorato della canzone è stato raccontato attraverso le opere di pittori e artisti.

Il suo secondo singolo, “Arcobaleno”, ci restituisce una Marta internazionale. Sound e arrangiamento hanno sonorità d’oltreoceano che strizzano l’occhio a brani da Top Hits, come “Sorrydi Justin Bieber. Qui i registri più bassi della sua voce fanno da protagonisti, mentre le tonalità medio alte, glissati e soffiati, intervengono solo nei ritornelli e nello special.  

Ai bordi delle strade

La versione più pop nazionale, dalle leggere venature rock, di Marta Ferradini, la possiamo ascoltare nel suo ultimo singolo “Ai bordi delle strade” uscito in questi giorni. Una canzone che sarà presente nella scaletta del suo prossimo album ma nata per un altro progetto, altrettanto importante. 

E’, infatti, uno degli undici brani di una raccolta che rende omaggio all’indimenticabile genio della musica italiana Enzo Jannacci, distribuita da Egea e voluta dal cugino di Enzo, Tiziano Jannacci.

L’Album tributo, dal titolo “Canzoni per l’ImmEnzo Jannacci”, contiene le tracce di artisti come Fabio Concato, Fabrizio Bosso, Rosalia de Souza Pereira, Valentina Mattarozzi, Enzo Iacchetti, oltre il singolo di Marta.

Ed è proprio questo, “Ai bordi delle strade”, che andremo ad analizzare nel dettaglio per la rubrica Masterclass.

Masterclass: la parte letteraria

Partiamo dal testo. Nel mondo artistico di Marta Ferradini i testi sono sempre interessanti e non banali. Partono da idee originali e nuclei di pensiero profondi. “MartaRossa” parla della passione e del coraggio di osare. Qualità che ci spingono nella vita a non seguire i percorsi già tracciati. “Arcobaleno” tratta l’argomento della nostra vulnerabilità, che può a volte farci sbagliare. Vittime dell’ inquinamento  emozionale, concetto ideato da Marta, che ci rende esseri complessi, lunatici e fragili.

Ai bordi delle strade” affronta il difficile soggetto della natura. Con uno stile letterario diretto e confidenziale che non fa uso di poetica o giri di parole. Si parla del rispetto della natura e dell’incuranza verso di essa da parte dell’essere umano. Temi importanti che legano idealmente il pensiero di Marta e Enzo Jannacci.

Eppure c’è chi sporca infrangendo una promessa, eppure c’è chi dice “Sì, qualcuno pulirà” eppure c’è chi pensa, sia padrone della terra e di non avere responsabilità”.

Una scelta coraggiosa, quella di non avvalersi di metafore o costruzioni semantiche più vicine alla forma canzone. Che pone subito l’accento sull’importanza del messaggio sociale che si vuole trasmettere. “L’uomo è un animale irriconoscente, prende a calci la sua culla come fosse niente”. Un argomento difficile che rischiava di cadere in facili cliché e che Marta Ferradini affronta nel modo più semplice possibile.

Marta ferradinio di profilo in controluce, sullo sfondo un prato verde

Masterclass: la parte musicale

Il messaggio del testo è affidato a una stesura musicale fresca e dinamica. Il brano parte con un reef di batteria che trasmette energia e trasporta immediatamente l’ascoltatore al centro della canzone.  Una sequenza ritmica ipnotica e di grande effetto, scelta anche da Laura Pausini per “Benvenuto”, il brano che apre il suo album “Inedito”del 2012.

L’energia della canzone sembra arrivare dal mondo del pop, grazie ai disegni delle chitarre che si muovono in equilibrio tra delay alla The Edge U2, accenni di Lap steel e tappeti soft rock alla Ligabue. In realtà i riferimenti di scrittura sono più complessi e giungono da più lontano. Le strofe e lo special utilizzano armonie, ritmiche e linee melodiche, del mondo folk pop irlandese. Esplorate nella musica italiana, per esempio, da Claudio Baglioni, nel suo brano “Io sono qui” del 1995.  

Il ritornello è la parte più originale della scrittura. Inizia con un’inaspettata modulazione di tonalità, e nei suoi brevi 16 secondi di lunghezza sfoggia una miscellanea di suggestioni davvero notevoli: Gospel, Prog anni 70, Blues e musica d’autore. Le note alte di apertura e gli accordi utilizzati richiamano i déjà vu del musical “Jesus Christ Superstar” di Tim Rice del 1973, “Rumore” di Raffaella Carrà del 1974 e, con una leggera variazione d’accento e una armonizzazione in minore, l’intro musicale di “Centro di gravità permanente” del grande maestro Franco Battiato. L’effetto finale è un refrain originale e inusuale per la musica italiana. Al tempo stesso radiofonico e ricercato. Contaminazioni interessanti, che rivelano il colto background musicale di cui è tessuto il mondo sonoro di Marta Ferradini.

Masterclass: l’interpretazione

Ho avuto il piacere di poter recentemente ascoltare Marta, in concerto con suo padre, al Folk Club di Torino, su invito del comune amico e manager Francesco Venuto della Barley Arts. Le capacità emozionali e interpretative di Marta Ferradini  conquistano subito e si possono apprezzare particolarmente nel repertorio che compone la scaletta del suo spettacolo-concerto “ Di Rose e di spine”.  Oltre i suoi splendidi  inediti “Vanity fair”, “Buonanotte a me”, “Martarossa” e “Arcobaleno”, sono molto intense le versioni di “Spaccacuore” di Bersani,  “Fields of gold”, di Sting, “Chanson des vieux amants” di Brel .

Per interpretare il suo ultimo singolo “Ai bordi delle strade”, Marta ha scelto di indossare la sua maschera timbrica più naturale. Il cantato è limpido e lineare, come il messaggio del testo.

Le ho chiesto quale fosse la versione di se stessa che più la rappresentasse.

In ogni brano che hai citato, c’è una parte di me. Tutti mi raffigurano. Sono tasselli di un puzzle che formano la mia anima artistica. Più in generale amo i sound “suonati”, non per forza di cose acustici, ma sicuramente che suonino veri e autentici.

Credo che saper cantare significhi riconoscere il genere che stai interpretando, l’emozionalità che richiede. E comprendere il significato del testo che stai cantando”.

Ai bordi delle strade” è un brano pop-rock che regala anche affermazioni forti sul rapporto dell’uomo con l’ambiente. Mi è sembrato coerente affrontarlo con un canto più deciso e lineare. Quando  interpreto brani interamente scritti da me, vado d’istinto e canto in modo spontaneo e mai studiato a tavolino”. “La mia stella polare sono i testi delle mie canzoni: voglio che la mia voce ne amplifichi il significato”.

un collage di immagini

Il suo prossimo album d’inediti

Marta pop; Marta cantautrice; Marta internazionale. Appena mossi pochi passi nell’universo di quest’artista si possono ammirare una molteplicità di mondi sonori, storie e personaggi.

La bravura, la preparazione e la professionalità di questa ragazza sono quasi imbarazzanti. Si poteva intuire dalla sua prima splendida, emozionata ed emozionante, performance live al Premio D’aponte, da cui tutto è iniziato.

Circondati da cantanti e personaggi del mondo della canzone improvvisati, che hanno l’appoggio delle grandi case discografiche e delle radio nazionali per motivi indefiniti, è inevitabile domandarsi perché un’artista di simile livello non riceva molta più attenzione da parte delle major e non faccia parte, per esempio, delle scalette Sanremesi, dove, anche quest’anno moltissimi dei nomi scelti non avevano lontanamente la sua presenza, la sua bravura, il suo spessore artistico.

Ma Marta prosegue per la sua bellissima strada: una carriera costellata di riconoscimenti e progetti prestigiosi, che a giorni arriveranno al traguardo di un primo album di inediti. Che attendiamo con impazienza e curiosità.

Potete seguire Marta Ferradini su: Facebook, Instagram e sul canale YouTube.

Alla prossima recensione di Masterclass.

Gae Capitano

Gae Capitano
Gae Capitanohttps://gaecapitano.it/
Paroliere, compositore, arrangiatore e musicista italiano. Disco d’Oro – Disco di Platino – Finalista Premio Tenco – Vincitore Premio Lunezia Autori- Vincitore Premio Panchina, Resto del Carlino – Vincitore Premio Huco- Finalista Premio De Andrè – Valutazione Ottimo Mogol e Docenti Centro Europeo di Toscolano