Prezzi ancora troppo alti: spesa famiglie in calo.

I dati Istat sul Pil del trimestre confermano che i prezzi continuano a crescere anche nel 2023 e che gli effetti sulla spesa delle famiglie e, di conseguenza sull’economia, sono ancora molto importanti, anche se migliorano le aspettative delle famiglie.

Confermati anche, purtroppo, gli allarmi lanciati a più riprese dal Codacons circa i consumi delle famiglie, le cui spese nell’ultima parte del 2022 scendono del -1,3% su base congiunturale, con picchi del -1,9% per i beni durevoli.
Come previsto il caro-bollette e l’inflazione alle stelle hanno avuto un effetto depressivo sulla spesa degli italiani sul territorio economico – spiega il presidente di Codacons Carlo Rienzi. “Un allarme destinato purtroppo a proseguire anche nel 2023: i dati sull’inflazione di gennaio e febbraio attestano infatti come al netto dei beni energetici i prezzi al dettaglio continuino a salire in modo sensibile, colpendo spese primarie delle famiglie come alimentari, casa e trasporti. Una emergenza contro la quale il Governo deve intervenire ora, prorogando l’azzeramento degli oneri di sistema in bolletta, reintroducendo lo sconto sulle accise di benzina e gasolio e tagliando l’Iva sui generi di prima necessità come gli alimentari“.

PER FAMIGLIA MEDIA AGGRAVIO DI SPESA DA +2.691 EURO ANNUI. CRESCITA SOSTENUTA PER ALIMENTARI, CASA E TRASPORTI

Il calo dell’inflazione a febbraio è un dato illusorio dovuto unicamente alla rapida discesa dei beni energetici, mentre i prezzi del carrello della spesa e dei generi ad alta frequenza di acquisto continuano a salire, svuotando le tasche delle famiglie. Lo afferma il Codacons, commentando i dati provvisori diffusi dall’Istat.

L’inflazione al 9,2% equivale ad un maggiore esborso pari a +2.691 euro annui per la famiglia “tipo”, spesa che sale a +3.485 euro per un nucleo con due figli – analizza il Codacons – Nonostante la decelerazione del tasso generale registrata dall’Istat negli ultimi due mesi, i prezzi dei prodotti più acquistati dai cittadini rimangono a livelli elevatissimi, con il carrello della spesa che addirittura sale al +13,0% dal +12,0% del mese precedente, mentre i prodotti ad alta frequenza d’acquisto passano da +8,9% a +9,0%.
E’ evidente che il calo dell’inflazione è un dato del tutto illusorio, con la discesa delle tariffe energetiche regolamentate e non che altera il dato generale dell’Istat“, afferma Rienzi.

Al netto de beni energetici, siamo ancora in presenza di una emergenza prezzi che investe gli alimentari come la casa e i trasporti, svuotando sempre più le tasche delle famiglie”.

ISTAT, RISALE FIDUCIA DEI CONSUMATORI. CODACONS: CALO BOLLETTE E INFLAZIONE IN FRENATA MIGLIORANO ASPETTATIVE DELLE FAMIGLIE

La ripresa della fiducia dei consumatori registrata a febbraio è da attribuire all’attenuazione del fenomeno caro-bollette e alla frenata dell’inflazione, elementi che impattano sulle aspettative future delle famiglie. Lo afferma il Codacons, commentando i dati forniti dall’Istat.
L’aumento della fiducia dei consumatori è un segnale positivo per la nostra economia perché un maggiore ottimismo si ripercuote sulla propensione alla spesa delle famiglie – spiega ancora Rienzi.

Le notizie che arrivano dai mercati internazionali dell’energia dove il gas viaggia oramai da giorni sotto i 51 euro al megawattora, le ultime riduzioni delle bollette disposte da Arera e la frenata del tasso di inflazione sono elementi che incidono sulla fiducia delle famiglie. Il Governo deve ora lavorare per mantenere questo clima positivo e adottare tutte le misure necessarie per calmierare i prezzi al dettaglio e accelerare il ritorno alla normalità delle tariffe di luce e gas” – conclude Rienzi.

INDUSTRIA: ISTAT, FATTURATO CRESCIUTO DEL 18% NEL 2022. CODACONS: BENE INDUSTRIA MA SU DATI PESA EFFETTO INFLAZIONE

I dati sul fatturato dell’industria nel 2022 sono per il Codacons positivi, con i numeri che attestano una evidente crescita del comparto.
La ripresa del settore industriale è un buon segnale per la nostra economia, soprattutto per la buona performance dei beni di consumo che salgono rispetto al 2021 del 16,1%. Tuttavia è necessario tenere conto dell’effetto inflazione che di fatto gonfia i numeri sul fatturato, la cui crescita in volume nel 2022 risulta più contenuta, come sottolineato anche dall’Istat”.
Il timore è che il rallentamento registrato dall’industria italiana nell’ultima parte dello scorso anno possa proseguire anche nel 2023, come conseguenza di prezzi al dettaglio ancora a livelli elevatissimi che potrebbero deprimere la spesa delle famiglie” – conclude Rienzi.