Quattro chiacchiere e un drink con Dado

Venerdì 24 e Sabato 25 gennaio, Dado, il comico di Zelig e Colorado, è salito sul palco del Cab41 di Torino. Un personaggio che ho sempre visto solo in televisione, e che per la prima volta ho avuto l’occasione di conoscere dal vivo. A fine spettacolo avevo uno scopo: intervistarlo. Ma la serata è finita con quattro chiacchiere e un drink!

Il locale

Cab41, punto di riferimento del cabaret di Torino, accoglie settimanalmente tanti comici, come Baz, i Panpers, Mauro Villata, L’uomo dei pecché, e tantissimi altri.

Durante i giorni feriali, invece, l’autore, scrittore e comico Gianpiero Perone apre il suo laboratorio ad aspiranti comici.

Situato in via Fratelli Carle 41 a Torino, il locale accoglie i suoi ospiti su un viale interno di un palazzo che, a prima vista, sembrerebbe un semplice condominio.

Il nome Cab41 appare timido sul citofono del palazzo, ma il portone è già aperto al pubblico. Giù in fondo, lucine esterne fungono da segnale: “Siamo quì”! Una bella atmosfera…la serata promette bene.

Mentre attendo che lo show abbia inizio, vengo completamente rapita dalle numerose fotografie appese al muro di tutti i comici che si sono esibiti al Cab41, e le loro dediche e autografi su due pareti incorniciate. Sento i primi segnali di un torcicollo…

Dado, comico di Zelig e Colorado, su sfondo nero con il nome del locale Cab41, cabaret, suona la chitarra mentre sta cantando, indossa una maglietta a maniche corte nera

Dado

Dado, un comico dagli occhi grandi e il sorriso innocente, di professione ha deciso di regalare sorrisi e risate a più non posso.

C’è chi ama raccontare barzellette, chi invece trova sempre la battuta giusta al momento giusto, oppure chi ci sa fare con le cosiddette freddure. E chi invece, come Dado, ha scelto di trasformare cinicamente i brani dei cantanti italiani più famosi.

Con la sua immancabile chitarra in spalla e la sua veste leopardata, nel momento in cui entra in sala, la confusione di prima si trasforma in un caloroso applauso.

Che bello, finalmente posso vedere Dado… E invece no. Si piazza un testone enorme di un gigante antipatico proprio davanti a me. Fantastico.

Ed è così che per un paio di minuti dondolo a destra e a sinistra la mia testa per poter vedere bene Dado, finché non passa una cameriera proprio in mezzo al signore che si è piazzato davanti a me, e con mia grande gioia finalmente si sposta.

Eros Ramazzotti, Renato Zero, Antonello Venditti, sono solo alcune delle vittime di Dado, e con un’incredibile semplicità è in grado di trasformare i testi di alcuni dei loro brani, facendo ridere per due ore intere tutto il pubblico.

Mi aspettavo di assistere solo a uno pseudo concerto, invece la serata viene accompagnata anche da discorsi sui bambini, sulle differenze tra uomo e donna, sui terroristi a Roma, e tanti altri, che fanno piegare in due un pubblico intero ma allo stesso tempo fanno riflettere.

Dado, comico di Zelig e Colorado, mentre suona una chitarra arancione con due dadi rossi incollati, su sfondo nero

Papà, ma come nascono i bambini?

Bella domanda.

Ma Dado, in tre secondi, sa già trovare un modo per spiegarlo a suo figlio di soli dieci anni.

Il papà ha una chiavetta USB con milioni di file, e la mamma è la porta USB. Nel momento in cui papà inserisce la chiavetta nel computer della mamma, tutti i file vengono lasciati lì dentro, e la clessidra girerà per ben nove mesi finché tutti quei milioni di file avranno completato il caricamento.

Nove mesi dopo, uscirà fuori un modello in 3D.

“Papà, la prossima volta usate We Transfer”!

Non so se è più geniale il papà o il bambino… Direi entrambi!

Donna vs uomo

E’ risaputo ormai che c’è una netta distizione tra uomo e donna.

La prima di tutte è che, mentre la donna riesce a cucinare, passare l’aspirapolvere, allattare il neonato, truccarsi e parlare al telefono con l’amica, tutto contemporaneamente, l’uomo ancora oggi non riesce a trovare la giusta combinazione di acqua calda e fredda mentre si fa la doccia.

Quando si diventa genitori, magicamente tutti i papà cominciano ad avere la pancia grossa. Non è la scusa della birra, ma dell’esempio che il papà deve dare a tavola ai suoi figli: bisogna mangiare tutto, non si butta niente.

Essere un terrorista a Roma non è facile

Non è facile davvero, con tutto il traffico che c’è!

I terroristi non arrivano mai in tempo a far esplodere le loro bombe, perché sono sempre in ritardo, e si fanno scoprire al telefono mentre chiamano il collega di lavoro per nome chiedendo come si fa a fermare il timer!

Terroristi che non volevano fare i terroristi, giustamente, arrivati a quel punto tutto per colpa di una semplice firma. Vuoi attivare la linea internet più veloce al mondo a basso costo? Firma quì!

Non hai un modem? Te lo diamo noi, firma quì!

Ma serve un televisore in altissima definizione per godersi il 4G, non ce l’hai? Firma quì!

E firma quì, e firma là… e arrivi a fare il terrorista. Senza saperlo. Era meglio essere analfabeti.

Intervista al contrario

Come dicevo, avevo uno scopo a fine serata: intervistare Dado.

Ma Dado è riuscito a trasformare, non solo le canzoni, ma anche l’intervista che avevo preparato.

Per tutto il tragitto da casa al locale, ripetevo a memoria tutte le domande che avevo intenzione di fargli, e invece…

E allora, Ana, tu cosa fai di bello? Sei giornalista, giusto?…Ma senti un po’, come hai scritto l’articolo su di me? Dove hai preso le notizie di questa serata? Ti sono arrivati i comunicati stampa?”, mi incalza Dado. Io ci provo a piazzare qualche domanda ma è praticamente impossibile…e alla fine è lui che fa le domande a me!“Allora Ana, cosa posso offrirti? Uno spritz, un chinotto? O magari una coca-cola?”

L’intervista non l’ho più fatta, ma vi posso garantire che ho passato una serata indimenticabile con un personaggio davvero simpatico.

Grazie Dado e..alla prossima!

Dado e la giornalista sorridenti, dopo aver fatto quattro chiacchiere

Il Tour di Dado continua! Tenete d’occhio il save the date dei suoi spettacoli sulla sua pagina ufficiale facebook!

Ana Maria Manea
Ana Maria Manea
Studentessa aspirante insegnante di inglese. Poetessa Dice di sé: “25 anni molto ambiziosa e sognatrice, scrivo poesie fin dal momento in cui ho preso in mano per la prima volta una penna, all'età di 6 anni. A scuola ero una piccola Hermione Granger, e ho sempre amato scrivere. Ma la mia vera passione prende piede all'inizio della mia adolescenza, con la poesia intitolata "Il valore della donna", sul tema della violenza sulle donne. Sono talmente legata alla natura che mi circonda e alla vita, che mi basterebbe anche solo una goccia di pioggia perché l'ispirazione prenda il sopravvento”.