Rodin e la danza. La mostra al Mudec di Milano

Rodin e la danza”, questa la mostra aperta fino a marzo 2024 al Mudec di Milano, che racconta, attraverso un progetto espositivo inedito e originale, il fascino e il fortissimo imprinting creativo della danza sul genio artistico di Auguste Rodin. Un circolo virtuoso in cui troviamo la danza come musa ispiratrice di Rodin e al tempo stesso Rodin come ispiratore, attraverso le sue uniche e attualissime opere ‘danzanti’, della danza contemporanea

Avvalendosi della preziosa collaborazione del Museo Rodin e di un allestimento scenografico multimediale e interattivo appositamente disegnato e realizzato dallo studio di design Dotdotdot, il Mudec espone in serie per la prima volta in Italia quindici statuine di danzatrici dedicate dall’artista francese a “Movimenti di danza“. Rodin e la danza è la testimonianza di un lavoro senza precedenti. La ‘liberazione del movimento’ è il concetto su cui ruota la visione plastica dell’artista. L’insieme di sculture sperimentali e disegni noto come Mouvements de danse, realizzato nel 1911, che rappresenta l’estrema sintesi e l’acme della ricerca del Maestro sulla danza. 

La Parigi del 1900 ispira Rodin e la danza

Parigi, nel 1900, è teatro dell’Esposizione Universale con 50 milioni di visitatori. Un cuore pulsante in cui espansione economica, divertimento e fede nel progresso e nel cambiamento sono i grandi temi della manifestazione. In mostra i più recenti ritrovati della scienza e della tecnica, come l’elettricità e il cinematografo. All’ Esposizione Universale trovano posto anche delegazioni di artisti performer da ogni parte del mondo con le loro pratiche ammirate, studiate e ritratte dai più famosi artisti del tempo. Un’atmosfera unica e irripetibile, spiazzante, vissuta in pieno anche dal parigino Auguste Rodin, che rimane letteralmente affascinato da queste nuove espressioni di danza nella sua dinamicità.

auguste Rodin mentre dipinge in un immagine di repertorio
Emile SANREMO Rodin rectifie le mouvement de la main d’une danseuse, 1903 Fotografia, 12 x 17 cm Parigi, Musée Rodin © musée Rodin

Les Mouvements de danse

La prima sezione del percorso, è dunque incentrata sull’artista e sullo studio dei movimenti che rappresentano la danza ‘occidentale’ e dai suoi incontri con i più grandi ballerini dell’epoca. Isadora Duncan, Loïe Fuller, le danzatrici del balletto reale cambogiano, la danzatrice giapponese Hanako. Il mondo delle danzatrici permette a Rodin di rappresentare al meglio la possibilità di movimento che il corpo umano rivela attraverso la danza. Soddisfacendo così il suo desiderio di leggere e tradurre in forma estetica la vita dei corpi, il loro movimento, la loro energia ed espressione. Nel passaggio tra Ottocento e Novecento, tra Romanticismo e Avanguardie, Rodin elabora dunque la serie delle piccole e rarissime quanto fragili terrecotte Mouvements de danse, esposte eccezionalmente al Mudec.

La sorprendente libertà di sperimentazione espressa nel Mouvements de danse dimostra come Rodin occupi ancora oggi un posto di rilievo non solo come figura cardine tra l’Ottocento e il Novecento, ma anche tra la fine di una tradizione e l’inizio di una nuova visione. Allo stesso modo, la lezione di Rodin costruisce un ponte spazio-temporale imprescindibile tra l’Europa e le culture extraeuropee, tra l’Ottocento e il nuovo millennio, all’interno di quella contaminazione caratteristica della più recente sperimentazione artistica.

Auguste Rodin
Movimento di danza I con testa della Donna
slava, 1911
Terracotta, 35,2 x 19,7 x 12,5 cm
Parigi, Musée Rodin
© agence photographique du musée Rodin -
Jerome Manoukian
Auguste Rodin Movimento di danza I con testa della Donna slava, 1911 Terracotta, 35,2 x 19,7 x 12,5 cm Parigi. Musée Rodin © agence photographique du musée Rodin -Jerome Manoukian

Le piccole statuette di terracotta 

Quindici piccole statuette in terracotta, mai esposte durante la vita dello scultore. Ognuna di esse raffigura un passo, una ‘figura’ di danza in cui molti ballerini potrebbero ritrovare ancora oggi una posizione fondamentale, congelata nell’attimo della scultura. Ogni figurina è modellata anche per essere vista da più angolazioni. Come se la posizione fosse in realtà il frame di un unico movimento fluido fatto di ‘figure’ di danza infinite. Il senso di non-finito è dato anche dalla tecnica dell’assemblaggio utilizzata dallo scultore per la creazione delle danzatrici.

Uno studio sperimentale del movimento fatto attraverso il materiale modellabile per eccellenza, la terracotta, che in alcuni punti ancora lascia intravvedere le impronte digitali del suo artista. Con queste piccole statuette nasce la danza moderna e contemporanea, in cui il movimento del corpo si scioglie in una nuova libertà ritmica senza precedenti. Un’armonia tutta nuova e sconosciuta, una disarticolazione di forme lontanissima dai canoni del balletto classico eppure così attraente.

 Rodin e la danzaAuguste Rodin
Danzatrice cambogiana di profilo rivolta a
sinistra, 1906
Grafite e acquerello su carta Velin d’Arches,
29,9 x 20,7 cm
Parigi, Musée Rodin
© musée Rodin - photo Jean de Calan
Auguste Rodin Danzatrice cambogiana di profilo rivolta a sinistra. 1906 Grafite e acquerello su carta Velin d’Arches, 29,9 x 20,7 cm Parigi, Musée Rodin © musée Rodin – photo Jean de Calan

Per comprendere al meglio questo passaggio esposte in mostra fotografie d’epoca delle danzatrici Loïe Fuller, Isadora Duncan, in dialogo con le versioni scolpite dei movimenti di danza di Rodin. Inoltre, una selezione di disegni di ballerini di Rodin estende su carta il lavoro sperimentale fatto attraverso le statuette. Alcune sculture in marmo presenti in questa sezione di mostra – Obsession, Danseuse debout, Le pied dans la main, Les Bénédictions – mostrano come l’interesse di Rodin per la danza non sia stato solo un hobby ma una vera e propria ispirazione pervasiva.

Julien Vallon
M.A.G., Musée Rodin – Serie di 5
Marie-Agnès Gillot e il “Figlio di Ugolino” di
Rodin (gesso), 2018
Stampa a getto d’inchiostro su carta puro
cotone, 53 x 40 cm
Parigi, Musée Rodin
© Julien Vallon
Julien Vallon M.A.G., Musée Rodin – Serie di 5 Marie-Agnès Gillot e il “Figlio di Ugolino” di Rodin (gesso). 2018 Stampa a getto d’inchiostro su carta puro cotone, 53 x 40 cm Parigi, Musée Rodin © Julien Vallon

Rodin e la danza cambogiana

L’importanza della danza nella cultura cambogiana e la sua influenza sulla creazione di Rodin vengono esplorate nella seconda sezione della mostra. Il tutto attraverso una selezione di cinque disegni originali di Rodin di danzatrici cambogiane, con altri venti disegni, visualizzati su uno schermo interattivo. Accanto ai pregevoli disegni di Rodin sono esposti alcuni oggetti di provenienza cambogiana o di zone limitrofe.

Disegni conservati nei musei italiani, che hanno uno stretto legame con l’arte della coreografia o che rimandano alla cultura khmer. Come per esempio alcune stampe di fine Ottocento dal Museo d’Arte Orientale di Venezia raffiguranti danzatori cambogiani e il re Norodom I. Il sovrano predecessore del re Sisowath, al cui seguito le danzatrici che Rodin aveva incontrato a Parigi e Marsiglia erano giunte in Francia). Dallo stesso museoanche piccole statue lignee birmane policrome raffiguranti personaggi del Ramayana, il poema epico rappresentato attraverso la danza in molte composizioni cambogiane nella sua forma locale (Reamker), e un copricapo da danza di origine thailandese.

Auguste Rodin
Movimento di danza D con testa della Donna
slava, 1911
Terracotta, 33,5 x 9,5 x 10,4 cm
Parigi, Musée Rodin

© musée Rodin - photo Christian Baraja
Auguste Rodin Movimento di danza D con testa della Donna slava, 1911 Terracotta, 33,5 x 9,5 x 10,4 cm Parigi, Musée Rodin © musée Rodin – photo Christian Baraja

La suggestione scultorea e le coreografia contemporanea

Rodin passa tutta la vita ad analizzare i corpi delle danzatrici in movimento, studiandone i movimenti più significativi e rendendoli immortali nelle sue opere. E’ il primo – e ancora oggi unico – artista a cogliere la vera essenza della danza. Nelle sue opere i danzatori si ritrovano e traggono ancora oggi ispirazione continua per il loro lavoro. Parliamo di coreografi e ballerini del calibro di Elizabeth Schwartz, Boris Eifman, Anna Halprin, Julien Lester, Anne Teresa De Keersmaeker, Alessandra Cristiani. È questo il terzo tema e sezione del percorso espositivo. Un confronto visivo unico tra i balletti moderni e la loro ispirazione scolpita.  Un viaggio straordinario nel mondo della danza attraverso un dialogo continuo tra le sculture di Rodin e un apparato multimediale e digitale che crea un costante gioco di rimandi visivo e simbolico.

Il museo come un teatro

La mostra è prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE. Promossa dal Comune di Milano-Cultura e vede come Institutional Partner Fondazione Deloitte, in collaborazione con il Museo Rodin di Parigi da cui provengono 53 opere

L’allestimento, a cura dello studio di design Dotdotdot, trasforma le stanze del museo in un ambiente teatrale. Qui quinte sceniche, pieni e vuoti e tessuti trasparenti evanescenti si alternano a pannelli di cartongesso grezzo e video proiezioni, andando a costruire un dialogo poetico con le opere in un crescendo emozionale che si conclude con un’installazione interattiva, dove il visitatore diventa protagonista.

Le tre sezioni di mostra, attraverso un complesso e accurato lavoro a sei mani, sono curate rispettivamente da Aude Chevalier, conservatrice del dipartimento di sculture del Museo Rodin, Cristiana Natali, docente di Antropologia dell’Asia meridionale, Antropologia della danza e Metodologie della ricerca etnografica presso l’Università di Bologna ed Elena Cervellati, professoressa associata di Storia della danza e Teorie e pratiche della danza presso il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna.

Il catalogo della mostra “Rodin e la danza”, edito da 24 ORE Cultura, è disponibile presso il bookshop della mostra, nelle librerie e online.

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Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".