Santo Stefano: perchè si festeggia il 26 dicembre?

In molti paesi del mondo, il 26 dicembre è un giorno speciale dedicato alla celebrazione di Santo Stefano. Ma perché esattamente si festeggia questo santo e qual è il significato di questa giornata?

Cominciamo con il dire che il giorno di Santo Stefano, conosciuto anche come la Festa di Santo Stefano, costituisce un momento sacro nel calendario cristiano, ma non tutti lo festeggiano il 26 dicembre. Infatti, se nel mondo occidentale è questa la data dedicata al Santo, nel calendario orientale si celebra il 27 dicembre. Infatti, le chiese ortodosse orientali, si rifanno al calendario gregoriano (in uso precedentemente a quello giuliano), dove il 27 dicembre corrispondeva al 9 gennaio.

Pochi sanno però che in Italia è diventata festa nazionale, il giorno seguente al Natale solo dal 1947. Fino a quell’anno il 26 dicembre era un comune giorno lavorativo, con negozi, poste, banche e uffici regolarmente aperti.

La decisione di rendere Santo Stefano un giorno festivo in Italia, non arriva dalla Chiesa cattolica nonostante la venerazione del santo, ma è una mera questione di ferie. Infatti, nasce proprio per la pausa natalizia, creando due giorni festivi consecutivi. Esattamente come è successo per Pasquetta, o Lunedì dell’Angelo, finalizzata ad estendere la celebrazione della Pasqua. Prima del 1947, anche questa era una giornata feriale.

Chi era Santo Stefano

Santo Stefano era uno dei primi seguaci di Gesù Cristo e fu uno dei sette uomini scelti per servire i bisogni della comunità cristiana, come descritto negli Atti degli Apostoli. La sua figura è particolarmente importante perché fu il primo martire cristiano. La sua storia si svolge nel contesto delle prime comunità cristiane, quando la fede in Cristo era ancora agli inizi.

Secondo la tradizione, Stefano fu accusato di blasfemia e condannato a morte per lapidazione. Prima della sua esecuzione, ebbe una visione di Gesù in cielo e pronunciò parole di perdono per i suoi persecutori. Questo atto di amore e compassione lo rese un esempio di coraggio e dedizione alla fede cristiana.

La Festa di Santo Stefano

La celebrazione di Santo Stefano il 26 dicembre ha radici antiche e varia a seconda delle tradizioni culturali e religiose di ogni regione. In molti paesi europei, come l’Italia, il Regno Unito e l’Irlanda, il giorno di Santo Stefano è festivo e viene spesso utilizzato come un giorno per rilassarsi dopo le festività natalizie.

Una delle tradizioni più note associate a Santo Stefano è la “Boxing Day” nel Regno Unito e in alcuni altri paesi anglofoni. Questo giorno è spesso caratterizzato dalla generosità e dalla carità. In passato, era consuetudine che i membri più abbienti della società dessero regali o scatole contenenti cibo e doni ai meno fortunati. Oggi, molte persone dedicano il Boxing Day a attività benefiche o a condividere il loro tempo e le loro risorse con coloro che ne hanno bisogno.

Il Significato Spirituale

Oltre alla dimensione storica e alle tradizioni culturali associate a Santo Stefano, c’è anche un significato spirituale profondo. La sua testimonianza di fede, perdono e amore anche di fronte alla persecuzione e alla morte ha ispirato generazioni di cristiani. Santo Stefano è considerato un modello di virtù e un esempio di come affrontare le difficoltà con la forza della fede.

La festa di Santo Stefano offre un’opportunità per riflettere sulla generosità e sulla carità, incoraggiando le persone a estendere la mano agli altri, specialmente a coloro che sono in difficoltà. Questa giornata ci ricorda che la fede cristiana non è solo una questione di credenze teologiche, ma anche di azioni concrete che manifestano l’amore e la compassione verso il prossimo.

Santo Stefano. Il primo sangue cristiano

Santo Stefano il primo martire cristiano - la copertina del libro

Per approfondire l’argomento, proponiamo il libro Santo Stefano. Il primo sangue cristiano“.

Scritto da Michele Giulio Masciarelli, pubblicato da Editrice Elledici, questa opera letteraria ci illustra “la breve vita di Stefano, il primo martire cristiano, viene rivisitata in questo libro che ne mette in evidenza il messaggio fondamentale. Stefano ci invita a essere fedeli a Cristo, fino alla fine. Cristo e i martiri non sono soggetti da osservare ammirati, come se fossimo sugli spalti del Colosseo. Anche noi dobbiamo lottare contro il male, contro noi stessi, contro Satana: fa parte dell’esperienza cristiana a cui ci ha abilitati il Battesimo. Stefano, inoltre, ci invita a presentarci al mondo con la nitida carta d’identità cristiana, nella disposizione d’animo di aderire fino in fondo al messaggio evangelico”.

Disponibile on line sul sito ufficiale Feltrinelli

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”