“Un’estate fa”: mistero e thrilling nella serie TV di Sky

Investigazione, o “detection” se siete esterofili convinti; mistero, o “mystery”, sempre se appartenete alla stessa categoria; “vintage”, che vale in tutti i casi. Ma anche magia, allucinazione, ricordi, adolescenza e, naturalmente, una spruzzata abbastanza sostanziosa di “thrilling”. Tutto questo è “Un’estate fa”, la serie televisiva trasmessa dal 6 al 27 ottobre 2023 su Sky Atlantic e disponibile anche sulla piattaforma streaming Now.

Storyboard

La trama è incentrata sulla figura di Elio Santamaria, cinquantenne avvocato di successo, con una bella moglie, una figlia che lo adora, una bella casa e una vita perfetta.

Ma quando il cadavere di Arianna, amica di gioventù, viene scoperto dalla polizia, dentro una macchina immersa da trent’anni in un laghetto, la sua vita cambia completamente.

Le indagini, come trent’anni prima riguardo la scomparsa, portano ad un unico sospettato: Elio Santamaria.

Attraverso una vecchia foto della stessa Arianna, che si trasforma in un tunnel temporale, Elio viene proiettato nell’estate del 1990, durante i mondiali di calcio.

Cinquantenne, ma con il corpo di un adolescente, si ritrova così nel campeggio dove, con Arianna e gli amici Carlo, Costanza, Adriano e Lauretta, sta trascorrendo le vacanze estive.

Elio, che a causa di un’amnesia ha rimosso dalla memoria tutto quel periodo, si ritrova così a dover ricostruire gli eventi di quella estate e a cerca, nel passato, la verità sulla scomparsa della sua amica.

Diversi personaggi si intrecciano nella storia: un fidanzato geloso, una amica invidiosa, un ricco “pariolino” figlio di un politico in carriera e uno spacciatore da quattro soldi. E anche Arianna, tra una notte all’hotel Hollywood e una relazione sbagliata, non è quella ragazza acqua e sapone che vuole far credere.

Le linee temporali tra passato e presente si intrecciano in un crescendo mozzafiato, sollevando però un atroce dubbio: Elio è davvero l’assassino di Arianna oppure un involontario spettatore del tragico evento?    

Ma non solo: ci sarà la possibilità, ritornando al passato e mutandone gli eventi, di cambiare il destino della ragazza di cui era follemente innamorato?

1990

Davvero perfetta la ricostruzione del 1990, grazie alle scenografie e il set design di Marcello Di Carlo e Sabina Cellitti, ai costumi di Francesca Sartori e alla fotografi di Davide Manca.    

I registi Davide Marengo e Marta Savina, grazie ad una vivace sceneggiatura e grazie soprattutto all’uso di lenti anamorfiche vintage e telecamere analogiche, creano un quasi commovente “effetto nostalgia”.

“Un’estate fa” è un tuffo nel passato tra un “Calippo” e una partita a biliardino (o “calcio Balilla” se preferite), un campeggio affollatissimo, un falò sulla spiaggia, le cabine telefoniche a gettone, e i mondiali di calcio visti in gruppo grazie a una TV a tubo catodico.

Nessuna tecnologia, niente Internet, nessun selfie: una vita “analogica”, come la macchina fotografica a rullino, testimone di quella vacanza, dove l’amore e il corteggiamento sono una questione puramente e piacevolmente fisica.

Geniale la scena dove il protagonista, in un momento di estrema necessità, cerca disperatamente nelle tasche dei bermuda il telefonino, senza trovarlo, naturalmente (siamo nel 1990), e deve “accontentarsi”, quasi con riluttanza del vecchio e caro telefono a disco.

Unico neo della sceneggiatura, la mancata spiegazione del perché Carlo, il morto di “faiga” della compagnia, ad un certo punto della vita, abbia deciso di farsi prete, seppur “sui genesis” (cit).

Un'estate fa - la label della serie tv
Un’estate fa – Il traailer ufficiale

Charcters

Tra un riferimento a “Back to the future”, la trilogia diretta da Robert Zemeckis e interpretata da Michael J. Fox e Christopher Lloyd, un accenno al romanzo “22/11/’63” di Stephen King, portato in televisione dal regista britannico Kevin Macdonald e la Helen di “Sliding Doors”, questo thriller transgenerazionale ha riscosso grande successo grazie anche al cast davvero azzeccato.

Lino Guanciale (Elio) perfettamente a proprio agio nel ruolo del protagonista, e sempre più calato in personaggi a metà fra il noir e il fantasy, da “La porta rossa” al “Commissario Ricciardi”; Claudia Pandolfi (Costanza), che passa con disinvoltura dalla poliziotta di “Distretto di polizia” alla tatuatrice un po’ tamarra e delusa dalla vita. Antonia Fotaras (Arianna), già apprezzata nella versione televisiva de “Il nome della rosa”, che si cala perfettamente nei panni della ragazza anni ’90; Paolo Pierobon (ispettore Zancan), perfetto nel ruolo del poliziotto tignoso e caparbio, al limite del maleducato, un mix tra Filippo De Silva e Silvio Berlusconi.

Menzione particolare, almeno a mio giudizio, per il personaggio dell’avvocato Santamaria senior, interpretato nel presente (e malato di Alzheimer) da Massimo Dapporto, e nel passato da Francesco Foti.

Soundtrack

Il titolo della serie si rifà alla omonima canzone, col testo scritto da Franco Califano, appunto “Un’estate fa”, versione italiana di “Une belle histoire” portata al successo da Michel Fugain.

Dopo gli Homo Sapiens, Caterina Caselli, Mina, lo stesso Franco Califano, Pago e Chiara Galiazzo, l’onore e l’onere di interpretare “Un’estate fa” è toccato a Francesca Michielin che, devo dire, dona un tocco di modernità ad un brano assolutamente evergreen.

Ma tutta la colonna sonora è degna di menzione. Gli autori hanno pescato a piene mani dai mitici anni ’80, appena terminati, offrendo una soundtrack da paura: dagli a-Ha ai Depeche Mode, da Kim Carnes ai Tears for Fears, da Nada a Gianna Nannini, dai Frankie Goes To Hollywood a Haddaway.

C’è un unico neo, che mi permetto di far notare: durante una festa in villa, il dj mette, a un certo punto, “Rumore” di Raffaella Carrà. Mai e poi mai sarebbe successo nella realtà, pena il linciaggio del malcapitato dj, e lo dico da disk-jockey della prima ora, molto attivo in quel periodo. Ma è un dettaglio (perdonabile).

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.