Sushi Cyberpunk – Il meglio dell’animazione fantascientifica giapponese

Se la realtà del lontano oriente che ammiriamo nei loro fantastici film di animazione, per molti di noi occidentali è già fantascienza, con il cyberpunk giapponese questo gap culturale si esaspera ulteriormente perchè ci spostiamo in un ambiente futuristico, tipicamente in città altamente evolute ed opulente, dove la tecnologia avanza rapidamente e il dio denaro non perdona nessuno.

La realtà quotidiana di questi mondi è quello che per noi oggi sono concetti appena nati e in costante evoluzione come l’intelligenza artificiale, la realtà virtuale, le reti cybernetiche, la robotica, e in generale una correlazione sempre più stretta tra mente, corpo e tecnologia.

Inoltre, al di là dell’aspetto fantascientifico, queste storie spesso dipingono una società distopica che amplificano i difetti peggiori della nostra, dove entità potenti e senza volto come corporation e multinazionali impongono un controllo repressivo sulla popolazione e in cui i personaggi principali spesso sono gli outsider, ribelli, hacker al di fuori degli standard comuni che aspirano sempre a distruggere le strutture di potere consolidate e riportare l’equilibrio sociale.

L’ambientazione è sempre caratterizzata da un’atmosfera sofisticata e tenebrosa, immersa nelle luci al neon vivide che illuminano le ombre di scenari metropolitani decadenti, spesso al ritmo di colonne sonore cariche di musica elettronica in un remix sintetizzato dei grandi classici del passato.

Questo strano habitat è il terreno sperimentale ideale per approfondire le mille sfumature dell’identità umana, caricati con una ricca varietà di simboli e concetti astratti come il ciberspazio e cyberbrain, dove combattenti stilizzati nella affascinante estetica manga impiegano potenziamenti futuristici per arrivare a fare giustizia con metodi poco convenzionali e moralmente ambigui.

Come sempre, cercherò di tradurre quanto premesso consigliandovi quelli che considero essere alcuni dei maggiori esponenti del cyberpunk giapponese, quattro film di animazione che non possono mancare nella cineteca di ogni appassionato del genere.

Akira (1988)

Akira 1988 movie

Cominciamo con un cult immortale ambientato nella Tokyo del domani, circa trent’anni dopo la devastazione di una misteriosa esplosione che l’ha fatta diventare una megalopoli sotto il regime dell’esercito, dove la ricca minoranza vive nella corruzione e l’agio della tecnologia, mentre il resto della popolazione si scanna per le strade cercando di sopravvivere nel terzo mondo dei quartieri poveri.

I protagonisti di questa favola del futuro sono i giovanissimi Kaneda Shōtaro e Tetsuo Shima, delinquenti e cavalieri della strada che una notte, mentre stanno sfrecciando sui loro potenti motocicli lottando con una gang rivale, restano coinvolti nella fuga di uno strano ragazzo dotato di poteri psichici straordinari.

Immediatamente soverchiati e circondati dai militari e la polizia, questi si portano via il povero Tetsuo, rimasto gravemente ferito durante lo scontro, mentre arrestano Kaneda e il resto della banda.

A quel punto i suoi amici iniziano a cercare Tetsuo, sottoposto a incessanti esperimenti per sbloccare il suo potenziale psichico e trovare la chiave per arrivare ad Akira il Salvatore, un mutante che con il suo immenso potere potrebbe finalmente liberare il mondo dalla crudele dittatura militare.

Akira è l’indiscutibile capolavoro cyberpunk di Katsuhiro Ōtomo, amatissimo sceneggiatore e regista che con i suoi film ha portato a un altro livello il mondo dell’animazione e dei manga giapponese.

Celebre per la sua visione inconfondibile, Ōtomo plasma un mondo dalle profonde implicazioni morali, politiche e tecnologiche con l’impatto di un devastante meteorite sulla cultura popolare, diventando immediatamente un pilastro del genere fantascientifico.

La qualità dei suoi disegni si riflette in ogni minimo dettaglio di questa Tokyo del futuro, costruita con precisione chirurgica in ognuno degli sfondi, i personaggi e tutti gli oggetti di scena più insignifcanti.

Un film degli anni 80 che, semplicemente, è ancora generazioni avanti alla gran parte dei concorrenti di oggi.

Ghost in the Shell (1995)

Ghost in the Shell 1995 movie

Neanche 10 anni dopo, dalle fucine giapponesi arrivava un altro film di animazione destinato a diventare un mito, sempre ambientato nella futura Tokyo del 2029.

Umanità e robotica sono ormai inseparabili, coi computer che dominano ogni aspetto della vita quotidiana e la quasi totalità della popolazione ha innestati chirurgicamente uno o più impianti cibernetici.

In questo mondo tanto vario e colorato quanto monotono e oscuro, seguiamo le avventure della giovane cyborg Motoko Kusanagi, elemento di punta della squadra speciale della polizia chiamata Sezione 9.

Da tempo la città si trova nel fuoco di attentati e rapimenti, dietro cui si cela il cosidetto Burattinaio, un inafferabile hacker capace di comandare le persone tramite i loro impianti.

Tutti questi attacchi sembrano essere rivolti verso la Megatech, azienda leader nella produzione di corpi artificiali, tra cui quello di Motoko e quasi tutti i suoi colleghi.

Cosi quando nella fabbrica si crea automaticamente una strana donna cyborg, la Sezione 9 capisce che il Burattinaio non è un uomo, ma una intelligenza artificiale che vuole rinascere ed essere libera in un corpo cibernetico.

Alla regia di questo ennesimo capolavoro abbiamo il grande Mamoru Oshii, che si basa sul celebre manga di Masamune Shirow portando nella cultura popolare la sua una particolare interpretazione del cyberpunk.

Un opera mastodontica con una meticolosa attenzione alle complessità visive dei suggestivi paesaggi di questa Tokyo vibrante di energia umana ed elettronica, dal look sofisticato e antico al tempo stesso.

Dalle fondamenta di quest’opera emergerà l’ispirazione sci-fi degli anni a venire, come ad esempio per le sorelle Lana e Lilly Wachowski che ne ereditano e trasformano l’anima nella saga di Matrix.

Un debito enorme per tutti gli appassionati del genere, quindi, che devono a Oshii molti dei loro film, libri e videogiochi preferiti, magari senza neppure saperlo.

Metropolis (2001)

Metropolis 2001 movie

Con la prossima storia non ci troviamo più a Tokio, ma nella simile e futuristica Metropolis, fittizia città giapponese dove si svolge questo film di animazione che è ovviamente ispirato all’omonimo capolavoro di Fritz Lang degli anni 20.

I protagonisti sono il giovane Kenichi e suo zio Shunsaku Ban, investigatore privato che sta cercando di incastrare il diabolico dottor Laughton, disumano scienziato che conduce test biomeccanici su soggetti umani.

Tutte le prove conducono a Metropolis, immenso conglomerato umano governato dal Presidente Boone e l’inflessibile Duca Red, di cui Laughton è in realtà alle dipendenze.

Infatti, da anni duca sogna la costruzione di un androide con le sembianze della sua defunta figlia, Tima, per poterla connettere e governare su ogni sistema della città e raggiungere il suo folle obiettivo di perfezione assoluta.

Tuttavia, Rock, figlio adottivo del duca e membro dell’violento partito dei Marduk, si oppone al piano e tenta di assassinare Tima, però fallendo miseramente e anzi aiutandola involontariamente a fuggire.

Trovatisi nei bassifondi della città, Tima e Kenichi si troveranno nel mezzo del fuoco incrociato tra il Duca Red e i ribelli rivoluzionari della setta Atlas, un conflitto sempre più teso che sfocerà inevitabilmente in una guerra senza vincitori né vinti, portando alla distruzione e alla successiva rinascità dell’intera Metropolis.

Ancora una volta, il grande regista Rintarō realizza qualcosa di unico, che avvolge nella propria dimensione il messaggio politico che unisce e divide la lotta per la libertà dei robot contro i conflitti interni tra gli stessi belligeranti esseri umani.

Nelle colorate ed eleganti pennellate in stile giapponese, le citazioni dal grande film di Lang e l’originale manga di Osamu Tezuka trovano la strada verso una propria originalità, scolpendosi un posto nella storia dei film cyberpunk con la gloriosa qualità della trama e l’impeccabile animazione senza tempo.

Paprika – Sognando un sogno (2006)

Paprika 2006 movie

Come ultimo consiglio per i cyberpunk film di oggi, voglio consigliare una perla di animazione giapponese che fece da preludio al ben più celebre e recente Inception di Christopher Nolan.

La protagonista di questa storia è la psichiatra Chiba Atsuko, membro di un rivoluzionario progetto progetto scientifico per aiutare i soggetti con profondi traumi psicologici, entrando nei loro sogni attraverso il personaggio/maschera della esuberante Paprika.

Ma quando alcuni soggetti cominciano a dare segni di squilibrio, arrivando perfino al tentato suicidio del capo del progetto, Chiba capische che non si tratta di semplici incidenti, ma qualcuno sta attivamente sabotando i loro studi.

Nel frattempo, la situazione degenera rapidamente e i ricercatori rimasti sono sempre meno, venendo perfino osteggiati dal governo, mentre gli altri impazziscono e finiscono per perdersi nel loro stesso inconscio.

Per trovare il colpevole e riportare le menti dei soggetti alla normalità, Chiba non ha altra scelta che indossare ancora i panni di Paprika e tuffarsi nel folle sogno colletivo dove sono prigionieri i suoi amici.

Forse è addirittura riduttivo parlare di semplice genere cyberpunk quando ci avviciniamo a questo film, in quanto Satoshi Kon Paprika sommerge lo spettatore in una dimensione inquietante dove si fatica a discernere tra sogno e realtà, innescando di volta in volta altri sogni in un loop senza uscita di assurdità oniriche condivise.

La sua bellezza maggiore sta appunto nel ritmo sempre più agitato e la confusione generale che aumenta fino al delirio totale, sovraccaricando di messaggi contradditori e impulsi primordiali questo mondo che è come un assurda fantasia infantile piena di colori e divertimento, a volte improvvisamente squarciato da inaspettate e violente punte horror/thriller.

Davvero non saprei cos’altro aggiungere e come descrivere ulteriormente questo capolavoro inimitabile, se non che è un esperienza simile a ingerire un pesante peyote cinematografico.

Spero abbiate gradito i consigli di oggi per le sempreverdi produzioni giapponesi, con questi sempre attuali film di animazione cyberpunk, mentre per tutti tutti gli altri generi e paesi del grande mappamondo cinematografico vi rimando come al solito al mio sito personale:

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Fabio Emme
Fabio Emme
Amante del buon cinema, grande arte che ha sempre fatto parte della mia vita, plasmando il mio modo di essere e vedere il mondo negli anni e aiutandomi a formare la mia cultura. Da quando ho memoria ho sempre letto, scritto e parlato di film e spero vivamente con i miei articoli di aiutare altri a fare altrettanto. Hobby? ...Il cinema, naturalmente!