Festival della musica 2023 a Torino: Luce Noir ed artisti emergenti

“Credo che la musica debba fare il suo dovere: parlare chiaramente al cuore dei giovani e invitarli a non aver paura, e a lottare per una società più uguale e più giusta”, afferma Pierpaolo Capovilla, cantautore italiano.
Vi siete mai chiesti quanto è importante la musica nella vita dei giovani? A volte basta qualche nota e pochi accordi giusti per rimettere in equilibrio una vita fatta di insicurezze e paure.
Venerdì 26 maggio, Torino ha dato vita al Festival della musica. La piazzetta Aldo Moro, nel cuore della città, ospita tanti artisti emergenti tra cui Luce Noir e Blu Origami.

La rinascita del Piazzale Aldo Moro tra musica e magia

Piazzale Aldo Moro ha rappresentato, per decenni, uno dei parcheggi sterrati nel cuore della città di Torino. Uno spazio ricco di storia dove le fondamenta della caserma di cavalleria Carlo Emanuele I facevano da padrona. Ma nel 2020, questo enorme spazio polveroso ha avuto la sua rinascita. Ad oggi ospita nuove residenze per studenti universitari, aule ed uffici dell’ateneo e negozi di vario tipo.

Festival della musica 2023 - una veduta della piazza piena di gente e della mole Antonelliana
Scatto di Luca Negro, in arte Luce Noir.

Piazzale Aldo Moro porta con sè il profumo di vita, libertà ed aggregazione. Uno spazio, quasi intimo, in cui poter ammirare la magica Mole Antonelliana. Ma non finisce qui!

Festival della Musica ai piedi della Mole

La città di Torino ospita il Festival della Musica 2023. Un evento dedicato alla musica in tutte le sue forme e sfumature. A tal proposito, abbiamo incontrato Luce Noir uno degli artisti che ha avuto, fin dall’inizio, un ruolo fondamentale.

Intervista con Luce Noir

“C’è musica in tutto, se sai come trovarla”, diceva Terry Pratchett, noto scrittore britannico. Dove pensi possa nascondersi la musica? E qual è il motivo , secondo te, per cui a volte è difficile trovarla?

Bella domanda! La musica si nasconde nelle anime che hanno il coraggio di aprire le porte ad ogni tipo di emozione. Dalla spensieratezza all’ansia. Fare musica non è così facile come molti pensano. Il sentimento della musica è un qualcosa che ti coinvolge e ti travolge. Ti appartiene. Lo porti dentro, da sempre. E’ la risposta certa ad ogni tuo interrogativo. Essere un’artista è vivere di musica e per la musica. Per me, equivale a questo: essere coscienti delle proprie emozioni ed essere in grado di gestirle. Però, non è sempre facile vivere questo processo ed è per questo che è difficile trovare chi ha il coraggio di aprire le porte al proprio lato artistico, qualsiasi sia l’arte di cui si parla. La nostra generazione è piena di insicurezze e paure. Non è vero che non abbiamo voglia di fare, anzi. Sono fortemente convinto, da ciò che avverto intorno a me, che ciò che manca siano sostegno e supporto. La tanto famosa Generazione Z non è povera di idee, ma di strumenti con cui poterle mettere in atto.

Hai parlato di sentimenti e idee. Sostegno e supporto. Festival della Musica 2023: come nasce?

Il Festival della Musica è un evento musicale nato quest’anno grazie alla collaborazione di sette attività ristorative. L’idea è merito di Fabrizio Sciary, uno dei ristoratori che da vita al Piazzale Aldo Moro. Dal primo giorno ha rappresentato e gestito tutta la parte burocratica. Questi eventi, seppur “piccoli” portano con sè molta organizzazione e lui ha svolto davvero un bel lavoro, credendoci fin dall’inizio. Questo evento nasce con lo scopo di dare a giovani artisti emergenti la possibilità di abitare il mondo della musica in un contesto del tutto innovativo. Dalla pop al rock, passando per il blues e l’elettronico. Tanti stili che fanno da colonna sonora a queste serate estive.

C’è un gran significato nelle parole di Aldous Huxlwy. Lo scrittore britannico affermava: “Dopo il silenzio, ciò che meglio descrive l’inesprimibile è la musica”. Cosa ne pensi? E cosa ti auguri per questo nuovo progetto?

Abbiamo vissuto un contesto storico di cui sarà difficile dimenticarsi, soprattutto per noi giovani. Siamo fatti di silenzi, proprio come quelli che ci hanno circondato durante il lungo periodo della pandemia. Queste parole abbracciano un grande significato che si sposa perfettamente con il mio pensiero. Ed è proprio questo il messaggio che accompagna l’evento musicale. Posso definire la mia figura come quella di direttore artistico. Mi è stata data fiducia, fin dal primo momento, nel cercare artisti emergenti. Ciò che mi auguro è che questo evento possa essere l’inizio di un lungo viaggio che ci riporti ad equilibrio, spensieratezza e libertà. La musica è importante e come diceva Bob Marley: “E’ la forma più forte di magia”.

La voce degli artisti: intervista con Blu Origami

Abbiamo avuto il piacere di incontrare alcuni degli artisti che si sono esibiti al Festival della Musica 2023 per entrare nel loro mondo e scoprire le emozioni che si nascondono.

Due inediti , tanti sogni e il primo live. Com‘è stato, per te, il Festival?

E’ stato pazzesco! Ho avuto il piacere di esibirmi con un medley di cover e con il mio primo inedito “Ogni notte”. E’ stato il mio primo live come Blu Origami, in cui voce e piano hanno fatto da colonna sonora ad un’esperienza incredibile. Lo definisco una sorta di battesimo della mia carriera e del mio lato artistico, in continua evoluzione. Ansia e paura erano le emozioni sul podio, ma appena sono salito sul palco tutto si è trasformato in energia. La musica è pura magia e ha il potere di concretizzare una passione. La scelta delle cover è stata molto accurata. Desideravo coinvolgere il pubblico il più possibile con brani che tutti avrebbero potuto cantare. Suonare per sè stessi è importante, ma rendere il pubblico parte integrante della tua arte è un fattore fondamentale.

Intervista con Sigo

Sigo, pseudonimo di Federico Abate. Personalità esplosiva e un’esibizione ricca di energia. Non è stato il tuo primo live ma è stata, sicuramente, un’esperienza ricca di emozioni. Cosa ti porterai dentro di questo evento?

Il Festival è stata un’idea pazzesca. Nonostante non sia stato il mio primo live, cantare davanti ad un pubblico è sempre un’esperienza ricca di emozioni e di crescita artistica e personale. Coinvolgere le persone con la tua musica è una vera e propria botta di vita. Mi sono divertito tantissimo e nonostante tante esibizioni alle spalle, ho utilizzato il Festival come una sorta di sala prove. L’esperienza non basta mai. Nella musica devi osare e avere coraggio sempre. Capire cosa può piacere alle persone fa parte del talento.

Intervista con Gli Estro

“La musica, bella o brutta, seria o ignorante non ti abbandona. È il rumore dell’anima. E ti si attacca alla pelle e al cuore per non lasciarti più”, diceva la mitica Mina. Cos’è stata, per voi, questa esperienza?

Il Festival della Musica è stata un’idea davvero innovativa. Non tutti hanno il coraggio di investire in progetti di questo tipo che, secondo noi, possono essere una grande opportunità per gli artisti emergenti. Non era il nostro primo live ma, nonostante questo, ce la siamo goduta dall’inizio alla fine, senza aspettative ma con tanto divertimento e amore per la musica. Gestire una band, soprattutto in questi contesti, non è semplice, ma abbiamo cercato di trasmettere la nostra passione e coinvolgere il pubblico. Ci auguriamo che questo sia solo il primo dei tanti Festival.

Intervista con I MATIzKAPPA

“Dove la parola manca, là comincia la musica. Dove le parole si arrestano, l’uomo non può che cantare”, affermava un noto critico musicale francese. Quattro cuori legati dalla passione per la musica. Come descrivereste questo vostro live ai piedi della Mole?

Montagne russe! E’ questa la descrizione più accurata per la nostra esperienza. In un periodo in cui stabilità ed equilibrio non sono protagoniste, il Festival della Musica ha creato intorno a sè delle vibes stupende. Abbiamo alle spalle diversi live ma nonostante ciò, questo evento, ha generato tante prime volte per noi. Siamo una band nata da poco unita dalle canzoni italiane d’autore. Definirci è riduttivo, il genere può essere importante ma nella musica non è fondamentale come si pensa. Questo evento è stato per noi un bellissimo ricordo da inserire nel nostro bagaglio culturale, umano ed artistico.

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Arianna Pino
Arianna Pino
Autrice del libro “Resta almeno il tempo di un tramonto” e di “Quando fuori piove”, finalista al concorso letterario “Il Tiburtino”. Iscritta all’ Università delle scienze e tecnologia del farmaco. Dice di sé:“Sono nata in città ma vivo col mare dentro. Ho occhi  grandi per guardare il mondo, ogni giorno, con colori diversi. Ho la testa tra le nuvole ma cammino su strade fatte di sogni pronti a sbocciare, mi piace stupire come il sole, quello che la mattina ti accarezza il volto e ti fa ricordare che c’è sempre un buon motivo per alzarsi. Amo la pizza, il gelato e la cioccolata calda perché io vivo così, di sensazioni estreme, perché a vent’anni una cosa o gela o brucia. Mi piace vivere tra le parole che scrivo, che danno forma alla mia vita come i bambini fanno con le nuvole”.