Fate urlare i vostri muscoli – Film per ogni Sport

Oggi ci mettiamo in movimento facendo un pò ogni tipo di sport, restando comodamente seduti sul divano per ammirare una serie di film ispirati ad alcuni atleti realmente esistiti.

Uomini divisi nel tempo e lo spazio delle loro esperienze personali, come vedrete nel bene o nel male, ma qualsiasi sia il loro sport, le premesse per vincere sono sempre le stesse.

Sudore, fatica, dolore, sacrifici e duro impegno; questa è la ricetta vincente per ogni campione e la carta d’identità per riuscire a passare alla storia ed essere ricordati tra migliaia di aspiranti rivali.

Già perchè in ogni sport non conta soltanto vincere, ma anche riuscire a scolpire il tuo nome nell’immaginario collettivo per entrare a fare parte di qualcosa di più grande, quella gloria eterna che esalta i ragazzini e li spinge a fare dei murales col tuo volto.

Boxe, lotta libera, rugby, ciclismo, atletica… oggi non ci facciamo mancare proprio niente, è impossibile che non ci sia almeno uno di questi film che non parli di uno sport che vi appassioni.

Perciò infilatevi nelle tutine più comode che avete nel guardaroba, fate i vostri bei esercizi di stretching per non stirarvi qualche muscoletto; e soprattutto restate con gli occhi concentrati sullo schermo, perchè come al solito è li che succede la vera magia.

The Bleeder (2016)

The Bleeder 2016 movie

Ai nastri di partenza abbiamo Chuck Wepner, pugile di mediocre talento ma grande coraggio e resistenza fisica, non a caso chiamato The Bleeder per come incassava durissimi colpi senza andare al tappeto neppure quando sanguinava come una fontana.

Il suo stile di vita non è certo tra i più irreprensibili, tra serate di festa col suo seguito di fans e amici, mentre a casa la moglie Phyllis e la piccola Kimberly lo aspettano sempre che rientri a ora tarda.

Tuttavia la sua carriera va a gonfie vele, portandolo addirittura a combattere contro un mito come Muhammad Ali, reduce dalla sua incredibile vittoria contro George Foreman nello Zaire.

Come prevedibile, Ali vince, ma Chuck difende il suo onore di gladiatore resistendo contro il campione e ispirando così il giovane Sylvester Stallone a scrivere la sceneggiatura del primo film di Rocky Balboa.

A quel punto la fama diventa planetaria, proprio mentre Chuck scivola nell’abisso di alcool e droga, perdendo il contatto con la realtà e di conseguenza anche l’amore della sua famiglia.

Nonostante usi il nome di una delle saghe di boxe più amate al mondo, Philippe Falardeau dirige questo biopic nel modo più anti-epico possibile, lontano dai montaggi musicali di allenamenti e combattimenti al limite dell’impossibile umano.

Una scelta riuscita per tenere ancorato alla realtà il bizzarro personaggio interpretato da Liev Schreiber, che per una volta ha la chance di essere protagonista, caricando di forza e debolezza un personaggio ambiguo, non sempre buono e perfetto.

Accanto a lui il duo di attrici Elisabeth Moss e Naomi Watts, rispettivamente moglie e amante del pugile, portando una dolce dose di femminilità in una storia altrimenti dai duri contorni maschili.

Per tutti gli amanti di Rocky, quindi, abbiamo un film imperdibile sulla aspra verità dietro un mito indelebile del cinema e dello sport.

The Program (2015)

The Program 2015 movie

Da un ispirazione per il cinema, passiamo a un film su una leggenda del ciclismo che ispirò (per un certo periodo) tutti gli appassionati e non di questo sport con la sua drammatica e avvincente epopea personale.

Parliamo dell’imbattibile figliol prodigo del Texas, Lance Armstrong, passando dalle prime vittorie negli anni 90 alla inaspettata frenata nella sua carriera quando scoprì di avere il cancro.

Ma Lance non si arrende, sconfiggendo la terribile malattia e riprendendo a correre più veloce che mai, arrivando addirittura all’imbattibile record di vincere sette Tour de France consecutivi.

Il pubblico lo osanna, i giornalisti tessono le sue lodi, ogni altro ciclista al mondo vorrebbe essere come lui e, ovviamente, i soldi arrivano a pioggia dai ricchi contratti con gli sponsor.

Se non che a un certo punto David Walsh, giornalista irlandese per il Sunday Times, si permette di alzare la mano e chiedere: Ma è tutto vero, oppure qualcuno qui sta imbrogliando?

Il sassolino smuove la montagna e così inizia l’indagine di Bob Hamman, fondatore e boss della SCA Promotions, compagnia di assicurazioni che dovrebbe pagare ad Armstrong i ricchi compensi per le sue vittorie e che ovviamente sarebbe felice di risparmiare i soldi, se venissero fuori episodi di doping.

Saldamente al manubrio di questo film documentario su uno dei più grandi scandali nella storia dello sport c’è Stephen Frears, regista inglese dal talento eclettico in numerosi generi cinematografici dal dramma in costume alla commedia elegante, sempre con una firma di graffiante satira sociale.

Altrettanto vario nei ruoli che interpreta è Ben Foster, eroe d’azione sci-fi in Pandorum o drammatico perdente in Galveston; la sua interpretazione di Armstrong è di una perfetta arroganza e presunzione, lasciando sullo sfondo la giusta triste debolezza di un mito salito all’olimpo della gloria e poi precipitato all’inferno dell’ignominia.

Foxcatcher – Una storia americana (2014)

Foxcatcher 2014 movie

Raccontiamo ora un’altra tragica storia di sport e fragile umanità con le vite di Dave e Mark Schultz, fratelli e campioni di lotta libera divisi dal loro talento e successo.

Dave è il fratello più abile, saggio e paziente; mentre Mark è più debole e insicuro, nella vita come nella lotta, spesso cedendo alla sua istintiva aggressività.

Tutto però cambia quando ricevono la proposta di una vita da John E Du Pont, ricco magnate che vuole i fratelli a capo della sua personale squadra olimpionica, i Foxcatcher.

Eccentrico e solitario, Du Pont riversa nello sport tutta quella passione repressa nella infanzia sotto il controllo totale di sua madre, Jean; sperando di conquistare finalmente il rispetto della donna con le medaglie vinte dai suoi uomini.

Allo stesso tempo, il rapporto di amicizia con Mark diventa sempre più stretto, diventando ossessionato e geloso del fratello Dave fino al punto di arrivare alla tragedia che si concluderà nel sangue proprio nel suo ranch/palestra nel 1996.

Bennett Miller conferma il suo talento di regista dopo il già ottimo Truman Capote del 2005, raccontando ancora con una cronaca di freddo distacco le crepe della mente umana che sprofondano negli abissi della follia.

Semplicemente glaciale nella sua interpretazione è Steve Carell, attore di solito noto per la simpatica demenzialità dei suoi ruoli comici; qui invece impeccabile e gelido nella rappresentazione di questo terrificante sociopatico.

Altrettanto valida la coppia che interpreta i fratelli Schultz, con il muscoloso Channing Tatum nelle vesti del più giovane e sbandato Mark e il sempre affidabile Mark Ruffalo nelle vesti del più saggio David.

Una tragica testimonianza degli eccessi a cui si può arrivare per lo sport, per un film dove comunque trova anche spazio la grandezza di chi lotta contro tutto e tutti per essere il numero uno.

Invictus – L’invincibile (2009)

Invictus 2009 movie

Sul prossimo film in realtà potrei semplicemente dire che è un epopea di sport e cultura diretta dal grande Clint Eastwood e con protagonista l’immenso Morgan Freeman, tanto basterebbe a chi conosce questi due mostri del cinema per guardarlo ad occhi chiusi.

Freeman raggiunge forse l’apice della sua carriera nel ruolo di Nelson Mandela, finalmente libero e presidente del Sudafrica dopo aver passato quasi 30 anni in carcere per l’ingiusto arresto da parte del governo dell’apartheid nel 1962.

La rivoluzione è vinta e l’odiato regime del partito nazionale è caduto, ma il paese è più diviso che mai nelle sue classi di cittadini, soprattutto nella maggioranza dei neri che vedono ancora come nemico l’odiata minoranza bianca.

Cosa c’entra lo sport con questo film, vi starete chiedendo? Ebbene il genio di Mandela fu di sfruttare gli Springboks, la squadra dei bianchi di rugby, per unificare e parificare l’orgoglio e l’appartenenza nazionale.

Partita dopo partita, il capitano François Pienaar e i suoi ragazzi scalano la vetta dei mondiali del 1995, proprio davanti ai loro compatrioti Sudafricani, entusiasti di ospitare la manifestazione sportiva e, ovviamente, ancora più entusiasti nel vedere gli Springboks farsi strada verso la finale contro gli imbattibili All Blacks della Nuova Zelanda.

Clint Eastwood dipinge un intimo ritratto del leader rivoluzionario e politico, incarnato con carisma e ironia da Morgan Freeman che si carica i numerosi dubbi e preoccupazioni che quest’uomo doveva affrontare in quegli anni turbolenti.

Altrettanto forte e sicuro di sè è il personaggio di Pienaar, interpretato da un solido e muscoloso Matt Damon che è invece protagonista delle numerose e fantastiche sequenze d’azione sportive nelle partite degli Springboks.

Insomma, un grande momento non solo nella storia dello sport, ma anche nella Storia maiuscola della lotta al razzismo e l’impegno per l’integrazione sociale delle minoranze.

La forza del campione (2006)

Peaceful Warrior 2006 movie

Dopo questi grandi nomi del sport, concludiamo con un ultimo film sul meno famoso, ma non meno importante, Dan Millman, atleta poliedrico poi diventato un motivatore/insegnante nelle attività sportive.

In questa storia seguiamo il suo ultimo anno di college, dove ottiene facilmente buoni voti grazie alla sua intelligenza, è attraente e carismatico e porta a letto ogni sera una ragazza diversa.

Inoltre, è l’atleta più dotato della sua squadra universitaria, quello che tutti guardano con rispetto e invidia, soprattutto perché le Olimpiadi sono ormai vicine e la medaglia d’oro è praticamente garantita.

Nonostante ciò, non riesce a dormire, sentendosi come se mancasse qualcosa, come se tutti i pezzi vincenti della sua vita non riuscissero a completare il misterioso puzzle di se stesso.

Un giorno, purtroppo, ha un terribile incidente in moto, si frantuma la gamba destra in più punti e finisce sotto i ferri, da cui esce con una barra di metallo che gli tiene insieme le ossa.

Naturalmente, il suo insegnante e i suoi compagni di classe pensano che la sua carriera sia finita e che, anzi, sarà già fortunato se riuscirà a camminare di nuovo.

Ma troverà un aiuto inaspettato nel misterioso Socrate, piccolo gestore di un mini-market con la passione dello sport, i cui insegnamenti gli infondono coraggio e fiducia, spingendolo verso un traguardo umano e atletico che tutti ritenevano impossibile.

Ho già detto ampiamente ciò che penso riguardo a Victor Salva nel mio articolo sulla fantastica saga horror “Jeepers Creepers, perciò potete tranquillamente andare a leggere la mia ammirazione e rammarico per l’enorme talento e la pessima fine che ha fatto questo regista.

In questo caso, Salva abbandona l’horror ma rimane nell’ambito del quasi/sovrannaturale, con il giovane e fascinoso cattivo ragazzo Scott Mechlowicz guidato verso la luce dal guru interpretato dal divino Nick Nolte.

Non da meno l’estasi della rinascita spirituale attraverso lo sport è altrettanto inebriante che negli altri film di oggi, dove abbiamo toccato discipline e culture tanto varie e lontane tra loro quanto i pianeti del sistema solare; eppure proprio come i pianeti tutti noi ruotiamo attorno a quel luminoso sole che è la ricerca non soltanto del benessere nelle nostre vite, ma anche di qualcosa di più profondo e duraturo che dia alla nostra esistenza un verso scopo e significato. Se avete gradito i miei consigli, vi ricordo che potrete trovarne molti altri sul mio sito personale:

logo di fabioemme

LEGGI ARTICOLI SIMILI:

Fabio Emme
Fabio Emme
Amante del buon cinema, grande arte che ha sempre fatto parte della mia vita, plasmando il mio modo di essere e vedere il mondo negli anni e aiutandomi a formare la mia cultura. Da quando ho memoria ho sempre letto, scritto e parlato di film e spero vivamente con i miei articoli di aiutare altri a fare altrettanto. Hobby? ...Il cinema, naturalmente!