Facciamoci Le Cannes – 70 Anni Del Grande Festival Cinematografico

Il Festival di Cannes, anno dopo anno con i suoi celebri vincitori, si distingue da molti altri eventi simili per la sua celebrazione incondizionata della libertà e della potenza dell’arte, in questo caso ovviamente i film, il medium di intrattenimento più popolare al mondo.

Nato in risposta a un evento cinematografico fascista nel 1938 a Venezia, Cannes ha mantenuto la sua posizione di baluardo della libertà artistica, diventando un punto di incontro annuale per i migliori registi e attori del mondo.

Ma non è solo una vetrina per i nomi più illustri del cinema: Cannes promuove anche film che sfidano le convenzioni commerciali e fornisce a produzioni più piccole un porto vitale per incontrare la distribuzione e la promozione internazionale.

In questo articolo, celebriamo tutti coloro che lavorano instancabilmente per mantenere viva questa manifestazione, ripercorrendo la sua storia nel modo che più ci piace: attraverso i film, consigliando un vincitore di un premio per ciascun decennio della storia del Festival di Cannes.

Una lista che dovrebbe bastare ad evidenziare come in questa piccola citta’ della Costa Azzurra si sia plasmata la lotta e il cambiamento della cultura cinematografica a livello mondiale a cavallo tra due secoli.

La strada (1954)

La strada 1954 Film vincitori Festival Cannes

Tra i tanti nomi del cinema, chi poteva aprire le danze di una lista del genere, meglio di un regista come Federico Fellini?

Tutto comincia in un angolo dimenticato della povera Italia, con la miseria e la desolazione che regnano sovrane dalla fine della Guerra, dove la tenera Gelsomina viene affidata/venduta dalla madre bisognosa nelle mani di Zampanò, un colosso errante il cui mestiere è un numero circense da forzuto.

Gelsomina, con la sua innocenza e bontà, è una figura aliena in questa realtà dura e segnata dall’indigenza; mentre Zampanò e’ un individuo rude e inflessibile con un’anima di granito.

La ragazza diventa parte di questo strampalato circo ambulante, durante il quale l’uomo incanta la folla grazie alla sua abilità di rompere catene col solo vigore del torace.

Questa convivenza muta rapidamente in un rapporto tra schiava e padrone, mentre la fanciulla ha piu’ volte occasione di allontanarsi dalla brutalità di Zampanò, restando con lui piu’ per disperazione che per reale desiderio o bisogno.

La loro routine zingara viene scossa dall’arrivo del Matto, un funambolo che si esibisce con filosofica leggerezza sul filo teso dell’esistenza, giorno per giorno, infondendo una ventata di allegria e un barlume di speranza nel cuore appesantito di Gelsomina.

Tuttavia, questa felicita’ ritrovata non fa che turbare ancora di piu’ Zampanò, incapace di accettare che la ragazza non sia piu’ dipendente da lui, portando a una tragica e inevitabile fatalita’.

In questo mosaico di vita e sofferenza di Federico Fellini, tra gli strappi del tessuto sociale ancora ferito dalla guerra, spicca la toccante coppia formata da Giulietta Masina e Anthony Quinn, uno degli attori che più amo e verso cui non voglio essere minimamente oggettivo.

E così, attraverso il dolore e la perdita, questo film culmina come memorabile vincitore al Festival di Cannes.

Blow-Up (1966)

Blow-Up 1966 Film vincitori Festival Cannes

Continuiamo la rassegna dei vincitori al Festival di Cannes con un altro regista italiano, Michelangelo Antonioni, che ci trasporta a Londra per uno strano giallo dove non sappiamo neppure se sia stato davvero commeso un omicidio.

Seguiamo quindi il giovane Thomas, un fotografo di successo nel mondo della moda anni ’60, solitario artista alla ricerca dello scatto perfetto nei mille ambienti della frenetica metropoli inglese.

Ma neanche la fotografia riesce ad appagarlo pienamente, sebbene soldi e donne non siano un problema: quello che lui cerca e’ una avventura che vada fuori dall’ordinario di cio’ che conosce cosi’ bene.

L’occasione sembra capitare alla perfezione quando un giorno, durante una pausa, decide di visitare un tranquillo parco londinese, apparente oasi di pace nel cuore pulsante della città.

Ma mentre si gode la quieta solitudine, Thomas si imbatte in una coppia che amoreggia poco lontano, scattando alcune fotografie con un riflesso automatico come respirare.

Tra i due amanti la donna se ne accorge e pretende la restituzione della pellicola, ma lui fugge scoprendo solo piu’ tardi che quell’innocuo incidente potrebbe nascondere uno strangolamento.

Come pochi altri sanno fare cosi’ bene, Antonioni spinge al massimo sull’elemento visivo narrando per immagini una storia dall’andamento lento e tortuoso, con pochi dialoghi a spiegare cosa stia davvero succedendo.

Quindici anni dopo Brian De Palma riproporra’ l’idea a modo suo con il quasi omonimo Blow Out, dove invece di David Hemmings/fotografo avremo il giovane John Travolta/tecnico del suono che si improvvisa detective per risolvere un omicidio.

Cosa e’ vero e cosa immaginario nella mente del protagonista?

Difficile dire quanto nasconda la bella Vanessa Redgrave e quanto invece sia una paranoia deviata dall’arte fotografica, ma la genialita’ di Antonioni sta proprio nel lasciare a noi decidere a quale verita’ preferiamo e decidiamo di credere.

M*A*S*H (1970)

M*A*S*H 1970 Film vincitori Festival Cannes

Cambiamo completamente contesto e con il prossimo film torniamo indietro agli anni 50, durante la terribile Guerra di Corea.

Ci troviamo in un campo medico mobile situato nelle vicinanze del fronte, dove ogni giorno arrivano soldati ridotti nelle piu’ terribili condizioni e per molti dei quali non c’e’ molto da fare, se non alleviare le loro sofferenze.

Tra i nuovi medici del campo si aggiungono i capitani Duke Forrest e Occhio di Falco Pierce, quest’ultimo un medico sarcastico ma dal grande cuore, che si fa notare subito tra i colleghi per il suo humor tagliente e la riluttanza a seguire le rigide (e spesso stupide) regole militari. 

Su sua richiesta, alla base arriva anche l’abile chirurgo John McIntyre, altrettanto rompiscatole e ribelle, con cui forma una piccola banda che cerca di tenere alto il morale durante l’orrore quotidiano della guerra.

Tra partite di baseball e flirt occasionali con le infermiere, si impegnano anche a combattere l’idiozia dei colleghi piu’ intransigenti come Frank Burns, medico incapace e insopportabile esaltato religioso.

Il grande Robert Altman firma quella che, assieme ad Animal House di John Landis, e’ semplicemente la migliore commedia americana degli anni 70.

Una storia di cosi’ grande successo che ebbe poi una serie televisiva altrettanto amata dal pubblico, oltre che diventare subito l’applaudito vincitore del Festival di Cannes.

Un successo dovuto anche alla indimenticabile coppia di mascalzoni dal cuore d’oro protagonisti; composta dal furbo e occhialuto Donald Sutherland e il suo baffuto compare Elliott Gould.

Infine, ci vuole sempre un solido antagonista nella lotta tra il bene e il male, e qui abbiamo l’ottimo Robert Duvall che e’ un altrettanto esilarante bacchettone che amiamo odiare fin da subito.

Se non avete mai visto questo film (o la lunga omonima serie televisiva), fatevi curare anche voi!

Missing (1982)

Missing 1982 movie

Dopo una spensierata commedia tra allegri militari mattachioni, passiamo ora a una storia che da voce a tutte quelle vittime condannate in silenzio durante il terribile golpe militare in Cile nel 1973.

Proprio mentre il sanguinario Pinochet stava salendo al potere, il giovane giornalista americano Charles Horman svanisce nel nulla, facendo precipitare il padre Ed nel mezzo del paese in rivolta per cercarlo.

L’uomo contatta disperatamente gli ambasciatori americani, che pero’ rifilano a lui e la nuora Beth delle spiegazioni inconcludenti.

Ed e Beth non sono mai andati d’accordo, avendo opinioni politiche e religiose molto differenti e litigando ad ogni occasione.

Tuttavia, per amore di Charles, mettono da parte la rivalita’ e trovano alcune persone che li convincono che il ragazzo possa essere rimasto catturato durante un raid di oppositori del nuovo governo.

Ancora peggio, grazie a un onesto quanto odioso ufficiale dell’esercito, scoprono che forse il governo americano puo’ essere coinvolto nel colpo di stato, supportando un nuovo dittatore invece del presidente democraticamente eletto Salvador Allende.

Ovviamente, dato l’argomento scottante, il regista Costa-Gavras passo’ un periodo molto spiacevole dopo l’uscita di questo film nel 1982, la successiva pioggia di Oscar e la camminata trionfante come vincitore indiscusso al Festival di Cannes.

Infatti, nei cinque anni successivi la sua casa di produzione e lo stesso autore del libro, Thomas Hauser, restarono in sospeso con una causa per diffamazione contro il governo Americano; fortunatamente poi sepolta in base al diritto di liberta’ d’espressione artistica.

Una vittoria che sublima ancora piu’ la grande prova di Jack Lemmon, solitamente attore comico ma qui intensamente drammatico come mai prima e dopo nella sua carriera.

Al suo fianco la ingenua e candida Sissy Spacek, dolce moglie in cerca di un marito di cui noi, purtroppo, conosciamo fin dall’inizio il triste destino.

Barton Fink (1991)

Barton Fink 1991 movie

Restiamo a meta’ tra il dramma e la commedia con Joel e Ethan Coen, due registi che come pochi sanno mescolare le sane risate alla cupa violenza e per i quali questo film rappresenta la prima e unica volta che furono vincitori al Festival di Cannes.

La storia segue le avventure del giovane Barton Fink, giovane scrittore idealista che si trasferisce a Hollywood negli anni ’40 per scrivere la sceneggiatura del suo primo film.

Ospite di un hotel diroccato e sinistro, Barton soffre del blocco creativo non riuscendo a scrivere neanche una pagina, finche’ non conosce il collega di successo William Mayhew e la sua affascinante segretaria Audrey.

La donna lo aiuta a superare la sua crisi della pagina bianca e inoltre diventa anche la sua amante, infondendo nuova linfa e fiducia nel timido scrittore.

Tuttavia, prima dell’inaspettato finale, Barton dovra’ fare i conti con il gigantesco Charlie Meadows, venditore di assicurazioni dal carattere indecifrabile che vive nella camera accanto.

I fratelli Coen prendono in giro la dorata Hollywood mostrandoci l’oscurita’ dietro la macchina dei sogni, attraverso un personaggio che lotta per trovare idee con cui scrivere una storia in cui non crede minimamente.

Surrealismo, commedia, romanticismo e orrore: potete trovare tutto e il contrario di tutto in questo film, oltre che la nascita e la morte della speranza nel giro di una notte.

John Turturro interpreta con ironia un personaggio che subisce passivamente tutto quello che accade, una spugna che si imbeve delle emozioni altrui senza trovare le parole per descrivere le proprie.

Altrettanto splendida e’ Judy Davis nel doppio ruolo di musa e amante, ma a giganteggiare su tutti e’ un immenso John Goodman, con un personaggio che sembra ancora piu’ grande della storia stessa.

Una parola soltanto puo’ descrivere Barton Fink: imperdibile.

Fahrenheit 9/11 (2004)

Fahrenheit 9/11 2004 movie

Da una tragedia fittizia passiamo purtroppo a una che e’, tristamente, tanto reale quanto universalmente nota: l’attentato terroristico dell’11 settembre 2001.

Nel solito stile ironico di documentario investigativo, Michael Moore sviscera i peccati piccoli e grandi della amministrazione del presidente George W. Bush, prima e dopo il tragico crollo delle Torri Gemelle.

Un duro attacco frontale alla politica della Casa Bianca, dove Moore inoltre analizza le complesse e profonde relazioni tra i vari Bush, padre e figlio, intrecciate con le piu’ potenti famiglie del Medio Oriente, inclusa ovviamente quella di Osama bin Laden.

Di qui parte l’ossessione del presidente americano per iniziare a tutti i costi una inutile guerra in Iraq; palesemente guidata dalle grandi corporazioni e le loro lobbies per guadagnare quanti piu’ soldi possibili con la distruzione, ricostruzione e ovviamente le abbondanti riserve di petrolio della regione.

Forse c’e’ qualche ingenuita’ nella descrizione un po’ troppo romantica del paese sotto il pugno di ferro di Saddam Hussein, cio’ nonostante l’ampio e circostanziato docu-film di Moore pone come sempre una serie di inquietanti e sinistri interrogativi sulla vera natura della democrazia in cui viviamo.

Tra un memorabile lavoro di interviste e montaggio, insieme a una piu’ deprecabile spettacolarizzazione e mistificazione in altre circostanze, Fahrenheit 9/11 resta uno dei film che creo’ piu’ polemiche quando fu proclamato vincitore al Festival di Cannes.

Molti giurati erano infatti contrari o indecisi, ma alla fine ci penso’ il caro vecchio Quentin Tarantino a spingere letteralmente il premio nelle mani del collega; trasformandolo nel documentario piu’ di successo di tutta la storia del cinema.

Come detto il lavoro di Moore alterna sapientemente il giornalismo puro al melodramma di stampo Hollywoodiano, in una miscela non sempre perfetta, ma come poche altre capace di incediare la polemica intorno ad argomenti che meritano di essere discussi.

Parasite (2019)

Parasite 2019 movie

Continuiamo con uno dei piu’ recenti e famosi film sud coreani che, con uno straordinario mix di dramma e commedia, emerse come vincitore al Festival di Cannes del 2019.

Tutto ruota intorno alle famiglie Kim e Park, diverse in ogni modo possibile come atteggiamento, ricchezza e classe sociale.

I Kim sono una famiglia povera e disoccupata che vive di piccoli imbrogli in un seminterrato squallido; mentre i Park, una famiglia piu’ che benestante, abitano in una enorme e lussuosa villa.

Tutto cambia quando il figlio dei Kim, Ki-woo, ottiene un lavoro come tutor di inglese per la figlia dei Park, Da-hye.

Con astuzia e inganno, i membri della famiglia Kim si infiltrano gradualmente nella vita dei Park, andando poi direttamente a vivere nel loro villone approfittando della loro assenza durante una gita in campeggio.

Nascondendosi in un bunker di cui i padroni di casa non conoscevano l’esistenza, le due famiglie condurranno una ridicola vita parallela finche’ ovviamente non arriveranno a scontrarsi frontalmente quando emergera’ la verita’.

Gia’ autore dello spettacolare Snowpiercer nel 2013, il regista Bong Joon-ho torna ad affrontare l’ineguaglianza e l’ingiustizia sociale, questa volta attraverso la commedia anziche’ l’action fantascientifico.

Per quanto incredibile la storia riesce a mantenere un realismo credibile, mischiando momenti irresistibili e divertenti con la tristezza di un finale inevitabile.

La differenza tra i padri Song Kang-ho e Lee Sun-kyun ci fa riflettere su quanto lontano possa essere il modo di vivere tra due famiglie che, nonostante tutto, vivono a poca distanza una dall’altra e anzi, nella seconda parte della storia, sono letteralmente coinquilini.

Possiamo giudicare cosi’ aspramente i “parassiti” intrusi in una casa altrui?

Certamente i Kim approfittano senza ritegno e oltrepassano il limite, ma anche i Park dimostrano il loro lato oscuro nell’inquietante finale pesante, letteralmente, come una coltellata dritta al cuore.

Titane (2021)

Titane 2021 movie

Concludiamo con uno degli ultimi vincitori del festival di Cannes, al momento in cui scrivo, con una storia assolutamente fuori di testa che richiede lo stomaco forte e una moralita’ cinematografica estremamente flessibile.

La protagonista e’ la giovane e sensuale Alexia, ballerina e showgirl con una perversa passione per le auto e una cicatrice profonda a lato della testa, dove da bambina le hanno inserito una placca in titanio dopo un incidente d’auto.

Fin dall’inizio capiamo che la ragazza e’ completamente pazza, quando realizziamo che lei e’ il serial killer di cui tutti i giornali stanno parlando negli ultimi giorni per i numerosi cadaveri che si lascia alle spalle.

Di situazione in situazione, Alexia uccide con il suo infallibile portacapelli chiunque disturbi il suo cammino, amico o nemico non ha importanza; allo stesso modo come ferisce se stessa’ per rallentare una misteriosa gravidanza che cresce nel suo ventre.

Ormai lontana dalla sua famiglia, la ragazza va a vivere con il solitario Vincent, un pompiere che si fa fregare credendo che lei sia il figlio scomparso molti anni prima.

Ma ovviamente l’inganno non puo’ durare per sempre e quando il bambino sta per arrivare, non potra’ piu’ nascondere la verita’ al suo nuovo strambo padre adottivo.

Julia Ducournau scrive e dirige un film allucinante, che non vuole mai mettere a suo agio il pubblico e a tratti sembra indeciso perfino su che tipo di storia raccontare.

E’ un horror? Un film di fantascienza? Un thriller?

L’unica cosa di cui siamo certi e’ la strabordante e aggressiva bellezza di Agathe Rousselle, che vediamo trasformarsi lentamente in una mostruosa creatura quasi soprannaturale.

Altrettanto pazzesca e’ la prova di Vincent Lindon, padre ignaro che pero’ sara’ forse davvero l’unico che alla fine puo’ accettare la natura bizzarra della protagonista.

Ho lasciato fuori da ogni giudizio i film vincitori all’edizione del Festival di Cannes di quest’anno, ovviamente, non avendoli visti mi e’ impossibile giudicarli o consigliarli. Spero tuttavia che il mio piccolo elenco di oggi vi aiuti ad avvicinarvi alla straordinaria varieta’ di storie che offre questa manifestazione, suggerendo come al solito di visitare il mio sito per altri suggerimenti cinematografici di ogni tipo:

logo di fabioemme
Fabio Emme
Fabio Emme
Amante del buon cinema, grande arte che ha sempre fatto parte della mia vita, plasmando il mio modo di essere e vedere il mondo negli anni e aiutandomi a formare la mia cultura. Da quando ho memoria ho sempre letto, scritto e parlato di film e spero vivamente con i miei articoli di aiutare altri a fare altrettanto. Hobby? ...Il cinema, naturalmente!