Il camelieto del Castello di Miradolo, bellezza e suggestioni in 160 specie di camelie

130 esemplari di camelia tra le varietà più rare e antiche d’Italia e 30 camelie ottocentesche. Un totale di 160 esemplari per il Camelieto del Castello di Miradolo che, a partire da domenica 5 marzo inebrierà gli spettatori con uno spettacolo di bellezza e grazia con il fiore simbolo dell’eleganza per eccellenza. Un percorso tra fioriture a scalare con colorazioni dal bianco puro sino al rosso intenso, passando per le diverse sfumature di rosa

Uno spettacolo dato dalle piante che discendono da due delle collezioni di camelie più antiche e pregevoli d’Italia. Una proveniente dal giardino dell’ex Albergo Eden di Verbania Pallanza e l’altra dal Parco di Villa Durazzo Pallavicini di Genova Pegli.

Oltre alle 30 camelie ottocentesche introdotte dalla Contessa Sofia Cacherano di Bricherasio, ultima discendente della famiglia e proprietaria della dimora fino al 1950. Per tutto il mese di marzo, sono in programma appuntamenti didattici a tema, incontri e degustazioni di the. Oltre a occasioni uniche di approfondimento e di promozione della cultura botanica e del paesaggio.

Camellia Duchesse Decazes camelieto Miradolo

La camelia e il Camelieto

Al genere Camellia appartengono circa 320 specie botaniche. Tutte originarie del Sud Est asiatico, da una vasta area che va dal Giappone alla Cina, fino al Vietnam. La più conosciuta in Europa è Camellia japonica, originaria del Giappone. Quella più coltivata al mondo è la pianta da tè (Camellia sinensis), sulla quale si regge l’economia agricola di intere regioni geografiche. Il viaggio che dall’Oriente portò la camelia in Europa venne compiuto ad opera degli inglesi, che sul finire del ‘600 esplorarono le “Indie Orientali” alla ricerca di territori da scoprire e conquistare.

Durante la prima metà del XIX secolo, i giardini si riempirono di nuove camelie, selezionate un po’ in tutta Europa, in luoghi particolarmente vocati alla loro coltivazione. Portogallo, Francia, Inghilterra, Spagna, Belgio e Italia furono, in quel periodo, fucine di nuove cultivar dai fiori sempre più grandi. Fiori doppi, variegati e sfumati, che ancora oggi popolano i giardini storici europei. Nel solco dell’orientalismo, al pari, se non in misura maggiore rispetto alle altre nazioni europee, in Italia si diffuse una vera e propria mania.

Camelia japonica Camelieto di Miradolo

Ascesa e discesa di un nobile fiore

 In ogni giardino dell’800, aristocratico, borghese, così come in quelli meno pretenziosi, la presenza della camelia era un obbligo. Incominciò l’epoca della “cameliomania” che portò il fiore ad assumere significati politici (“fiore del Risorgimento”) e letterari (“La Dama delle Camelie” e “La Traviata”). La prima persona, in ambito nazionale, che lesse la camelia come una pianta adatta all’esterno fu il torinese Luigi Colla .

Alcune località italiane si distinsero per particolare vivacità nella conseguente attività vivaistica che questa ampissima diffusione impose. Firenze e Lucca, Genova e il Tigullio, il lago Maggiore, Milano, Brescia, Roma, Napoli. Grazie alla possibilità di ottenere sempre nuove caratteristiche floreali, differenti per forma e colore, furono selezionate tantissime nuove varietà nominate e dedicate a personaggi illustri, luoghi, vicende storiche. Dopo anni gloriosi in cui in ogni giardino dell’Ottocento era presente il camelieto, sul finire del secolo l’interesse per questo fiore scomparve.

“La vita è affascinante, tutto dipende dalla lente attraverso la quale la si guarda.

La signora delle Camelie Alexandre Dumas figlio
Il castello di Miradolo

Il programma

Domenica 5 marzo ore 10.30 Fresco, pensile e verde. Un giardino verso oriente

Nella prima attività per famiglie in programma si gioca con un metodo di coltivazione giapponese creativo e fantasioso: il Kokedama. Raccogliendo idee nelle sale della mostra “Christo e Jeanne-Claude. Projects” e tanti materiali dal parco, ogni partecipante potrà realizzare un piccolo giardino molto speciale (che vola…). Oltre a portare a casa il proprio tocco di Oriente. Attività per famiglie con bambini 3-5 anni.

Sabato 18 marzo ore 11 e 15 Visita guidata al parco

Un tour tra alberi monumentali e specie esotiche, scorci pittoreschi, l’orto del Castello e il suo Camelieto diffuso. A cura di Andrea Pelleriti, architetto paesaggista e agronomo

ore 15.30.

Camelie e colori. La pittura calligrafica dei fiori. Passeggiando tra le piante di camelie del parco, tra angoli di ombra e spicchi di sole, si scopre l’arte giapponese dei Kakemono, affascinanti dipinti verticali, dipingendo composizioni floreali primaverili con le quali decorare le pareti domestiche.

 Domenica 26 marzo ore 16.30 Degustazione Nihon-Cha. Il Giappone e i suoi tè

L’arrivo del tè in Giappone, le sue peculiarità di gusto, le sue caratteristiche in base a terroir, cultivar e tecniche di lavorazione: un piccolo assaggio delle tante meraviglie che il tè giapponese può offrire. Saranno preparati e serviti in degustazione quattro diversi tipi di tè. A cura di Camellia, il tempo del tè.

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Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".