In fuga dagli sbirri – I migliori inseguimenti al Cinema

Al cinema i criminali sembrano vivere costantemente in fuga, costringendo i poliziotti alle loro calcagna in spettacolari e infiniti inseguimenti.

L’asfalto delle infinite strade americane diventa quindi la tela su cui questi artisti delle quattro ruote dipingono la loro poesia in perenne movimento.

Cosi come il ruggito dei loro motori sempre ai massimi giri è la voce di una generazione alla ricerca di qualcosa.

Ma esattamente cosa cercano questi uomini e donne in fuga dalla legge?

La libertà, la sensazione di poter andare ovunque senza che nessuno possa fermarli?

Nella terra delle opportunità ognuno dovrebbe poter essere ciò che vuole, in teoria.

Ma vista la quantità di poliziotti negli inseguimenti che vediamo al cinema, questi film sembrano raccontare una storia molta diversa.

Guardiamone assieme soltanto tre, i quali hanno segnato una generazione di corridori da strada di tutto il mondo.

1- Convoy – Trincea d’asfalto (1978)

inseguimenti al Cinema

Mettiamoci subito in viaggio con un grande maestro del cinema, l’immortale regista californiano Sam Peckinpah.

La sua storia racconta di un normale camionista americano che tutti chiamano simpaticamente Anatra di gomma.

Lavorando duramente con i suoi colleghi, assieme viaggiano avanti e indietro per le lunghe strade dell’Arizona.

Tutto sembra andare come al solito, chiaccherando alla radio mentre cerca di rimorchiare una bella ragazza su una Jaguar.

Ma arrivati in un locale per rifocillarsi con il gruppo, un poliziotto cerca di ricattare un suo amico per scucirgli dei soldi.

L’amico reagisce e scatena una rissa, coinvolgendo tutti i camionisti contro il corrotto sceriffo e i suoi aiutanti.

Dopo lo scontro Anatra di gomma e i suoi amici, avendo messo ko tutti i poliziotti, devono fuggire in tutta fretta.

Perorando la sua causa, molti altri camionisti si uniscono dietro i loro camion a loro formando un convoglio inarrestabile.

Insieme alla bella ragazza della Jaguar, tutti quanti cercheranno di farsi strada tra i posti di blocco per arrivare fino in Messico.

La loro fuga diventerà presto un evento nazionale, che alcuni viscidi politici cercheranno di sfruttare per farsi pubblicità.

Ma la polizia non ha nessuna intenzione di lasciarli passare al confine, anche a costo di abbattere Anatra di gomma e il suo camion.

Verso la frontiera in cerca di libertà

Questo grande pezzo di cinema fatto di inseguimenti automobilistici e anarchia stradale uscì nelle sale proprio l’anno in cui sono nato, nel 1978.

Inizialmente molti sottovalutarono il lavoro di Sam Peckinpah, considerandolo un’opera minore rispetto ai suoi western più famosi.

Con il passare degli anni, invece, Convoy è diventato un cult indiscutibile, un inno alla libertà personale contro la corrotta autorità dello Stato.

Allo stesso modo, il volto di rughe e saggezza di Kris Kristofferson è diventato l’icona di un’intera generazione.

Insieme ai due simpatici Franklyn Ajaye e Burt Young, questi moderni cowboy cavalcano verso il tramonto sui loro potenti destrieri di metallo.

Naturalmente, essendo rozzi e semplici camionisti, non aspettatevi da loro la finezza dei dialoghi di respiro shakespeariano.

Ma nonostante la violenza e la prepotenza, c’è anche spazio per la poesia e l’amore con la bella e sexy Ali MacGraw.

Una donna libera, fiera e indipendente che tiene testa senza esitazioni agli uomini di questa storia, incantando tutti con la sua bellezza.

Infine abbiamo anche il simpatico e divertente, quanto sporco e corrotto, sceriffo interpretato da Ernest Borgnine.

L’attore era uno dei pistoleri suicidi nel più grande capolavoro di Peckinpah del 1969, Il mucchio selvaggio.

In questo caso invece è a capo dei cattivi, anche se alla fine lo vedremo simpatizzare più con i criminali che con gli sporchi e inutili politici per cui lavora.

Convoy è un film che ogni vero americano dovrebbe guardare e amare, inseguendo il sogno di una libertà da troppo tempo dimenticata.

2- Punto Zero (1971)

inseguimenti al Cinema

Scendiamo dai camion di Convoy e entriamo nella Dodge Challenger di uno degli inseguimenti più famosi della storia del cinema.

Punto Zero è la storia del viaggio spirituale di Jimmy Kowalski, ex pilota di corse e poliziotto che ora lavora come corriere.

Il suo ultimo incarico è quello consegnare un’auto in tempo record, correndo da Denver a San Francisco.

L’uomo pigia quindi l’accelleratore a tavoletta, bruciando chilometri in un lampo restando sveglio grazie alla anfetamine.

Molto presto la sua corsa attira l’attenzione della polizia, che inizia a inseguirlo attraverso tre stati.

Ma l’uomo sembra inarrestabile e i tentativi di catturarlo non fanno altro che aumentare la sua fama e aura di ribelle.

Il deejay radiofonico Super Anima lo esalta come un eroe, facendolo diventare rapidamente un simbolo per i motociclisti e gli hippie di tutta l’America.

Dopo numerose umiliazioni con cui Kowalski sfugge ad auto ed elicotteri, per le autorità catturarlo diventa qualcosa di più che fermare un semplice criminale.

Perfino il deejay pagherà il prezzo della sua ammirazione, venendo brutalmente picchiato nella sua stazione radiofonica.

Mentre il nostro eroe si prende una meritata pausa nel deserto, la polizia prepara l’ultimo posto di blocco a cui non potrà sfuggire.

Pace, amore e libertà sulle autostrade americane

Punto Zero è un cult amato da tutti i registi del mondo, come Quentin Tarantino che lo cita apertamente nel suo A prova di morte.

Uscito qualche anno dopo il fantastico Easy Rider, questi due film hanno riscritto le regole del racconto on the road.

Il buon regista Richard C. Sarafian, onesto mestierante del cinema, raggiunge il picco della sua carriera con la sua opera migliore.

Altrettanto un successo è stato per l’attore Barry Newman, protagonista di ciò che pensava fosse solo un piccolo film ma poi diventato una icona generazionale.

Il suo viaggio libero da ogni convenzione e costrizione è la metafora vivente della disprezzata (da alcuni) cultura di amore e pacifismo post Woodstock.

Un ex pilota e poliziotto che non si aspetta più nulla dalla vita, eppure non è mai disposto ad arrendersi a nessuno.

Al suo fianco, pur non incontrandosi mai, Cleavon Little nel ruolo del deejay cieco e anticonformista lo accompagna chilometro dopo chilometro.

Un guru della radio che finirà anche lui vittima della brutalità dell’ignoranza, solo a causa delle sue parole.

Gli inseguimenti in macchina sono emozionanti ancora oggi, pur essendo un classico esempio di cinema low budget.

Inoltre, mentre ammiriamo i meravigliosi panorami delle infinite strade degli Stati Uniti, ascoltiamo il ritmo della grande musica rock degli anni 70.

Insomma un grande film dall’anima hippie e i muscoli action, che si merita appieno lo status di cult e i numerosi fans raccolti negli ultimi 50 anni.

3- Driver l’imprendibile (1978)

inseguimenti al Cinema

Da un cult all’altro, eccoci arrivati al cinema action per definizione con il mio preferito tra i maestri degli inseguimenti stradali.

Il protagonista di questa storia è un uomo di cui non sapremo neppure il nome e chiameremo semplicemente The Driver.

Ciò che sappiamo per certo è che al volante lui è il migliore in assoluto, facendo da autista per i criminali in fuga dalla polizia.

Ma anche se nessuno sa chi sia realmente, la sua fama è ben nota siccome nessuno tra quelli che lavorano con lui è mai stato arrestato o catturato.

L’uomo non ha amici e vive in una silenziosa solitudine, lasciando a una intermediaria i vari contatti con la malavita.

Purtroppo essere troppo bravo gli crea anche dei nemici, come un poliziotto ossessionato dall’idea di incastrarlo.

Quando infatti credeva di averlo fregato con la testimonianza di una bella giocatrice d’azzardo, la donna nega tutto lasciandolo all’imbarazzo dei suoi colleghi.

La sua fissazione lo porta a quel punto a lavorare con dei criminali, commissionando una rapina che lui stesso proverà a sventare.

Il pilota e la giocatrice devono quindi darsi alla fuga prima che la situazione precipiti oltre il punto irreversibile.

A quel punto l’intera città diventa il teatro per questa partita a guardie e ladri, dove perdere vorrà dire finire in galera per sempre.

Il migliore noir action della storia del cinema

Diretto dall’indiscutibile genio di Walter Hill, questo cult che ha avuto numerosi omaggi ed emulazioni nel mondo del cinema e perfino dei videogiochi.

Non contento di aver diretto un capolavoro di action e noir mai visto prima, l’anno successivo il regista doppierà la sua fama con l’indimenticabile I guerrieri della notte.

Come detto, The Driver è una storia mitizzata al punto che i suoi protagonisti non hanno nemmeno un nome.

Nella tradizione di Sergio Leone e Il buono, Il brutto e il cattivo, ogni personaggio viene presentato come fosse un semplice stereotipo.

Abbiamo quindi Ryan O’Neal a interpretare il driver, per lui un altro ruolo fantastico dopo il Barry Lyndon di Stanley Kubrick.

La fissità inespressiva dell’attore non è però sintomo di una incapacità di recitare, ma anzi dona al personaggio un impassibile e inimitabile carisma.

DIrettamente dal cinema d’avanguardia europeo sbarca poi, per la prima volta in America, la sublime Isabelle Adjani nel ruolo della giocatrice.

L’attrice francese era già famosa dopo i suoi ruoli in Adele H e L’inquilino del terzo piano, sotto la regia di due maestri come François Truffaut e Roman Polański.

Il suo personaggio, forse anche troppo silenzioso, resta misterioso e bellissimo come la classica dark lady di ogni noir.

Infine il veterano Bruce Dern è perfetto nel ruolo del detective, tanto divertente quanto crudele e senza alcuna morale a guidarlo.

La sua ossessione di catturare l’imprendibile driver sarà la sua rovina, tanto da farlo comportare come il più sporco dei criminali.

Avrete notato sicuramente una mia esaltazione nel parlarvi dei tre film di oggi, ma stiamo parlando di tre pietre miliari del cinema.

Il vero crimine perciò, invece di quelli commessi sul grande schermo, sarebbe non aver mai visto nessuno di questi capolavori.

Come sempre vi auguro le migliori cose in questi tempi difficili, invitandovi sul mio sito per tanti altri articoli di cinema:

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Fabio Emme
Fabio Emme
Amante del buon cinema, grande arte che ha sempre fatto parte della mia vita, plasmando il mio modo di essere e vedere il mondo negli anni e aiutandomi a formare la mia cultura. Da quando ho memoria ho sempre letto, scritto e parlato di film e spero vivamente con i miei articoli di aiutare altri a fare altrettanto. Hobby? ...Il cinema, naturalmente!