La Caravella: l’incantevole oasi gastronomica a due passi dal Vaticano

Roma è rinomata per la sua ospitalità, soprattutto quando ci sediamo a tavola, ma se cercate un locale che vi sorprenda davvero, La Caravella è il ristorante che fa per voi.

Tra le innumerevoli offerte gastronomiche che questa città ha da offrire, La Caravella, a pochi passi da Piazza San Pietro, brilla per la sua qualità delle materie prime, la squisita cucina e l’accoglienza calorosa della padrona di casa.

Prima di guidarvi in un tour virtuale del locale che spazia tra due sale interne e un caratteristico dehor, è doverosa una premessa: se per voi è importante il bicchiere di cristallo, la tovaglia di seta e il cameriere che si rivolge a voi chiamandovi Madame o Monsieur, pulendovi gli angoli della bocca quando finite il boccone, spogliatevi di cotanta nobiltà e entrate nel puro spirito romano.

La Caravella è un luogo dove gli ospiti si sentono accolti e coccolati fin dal primo momento, come quando si va a cena da parenti o amici. Questa atmosfera accogliente è in gran parte merito di Rayanny, la padrona di casa, una donna affabile e appassionata che ama condividere la sua passione per il cibo con i suoi clienti. La sua presenza in sala da pranzo aggiunge un tocco personale all’esperienza culinaria e rende ogni visita a La Caravella un ricordo indimenticabile.

Ma passiamo alla qualità dei piatti e al menù.

Una mostra d’opere d’arte della natura

Non è necessario entrare nel locale per capire la qualità del cibo che vi aspetta. All’esterno, proprio sul marciapiede, La Caravella si presenta con una originale e assortita esposizione di cassette di frutta e verdura, vera e propria dichiarazione d’amore verso la clientela. Questa esposizione colorata e invitante non solo crea un’atmosfera accogliente, ma fornisce anche una testimonianza tangibile della freschezza degli ingredienti utilizzati in cucina. Gli chef de La Caravella attingono da queste cassette di prodotti locali per creare piatti che esplodono di sapore e vivacità.

All’interno del ristorante, proprio all’ingresso, ci accolgono altre due “aree espositive”: una dedicata al pesce fresco e l’altra alla carne.

Queste esposizioni sono più di una semplice vetrina: sono una dimostrazione dell’impegno del ristorante nella scelta dei migliori ingredienti. Il pesce fresco viene presentato con eleganza, permettendo ai clienti di apprezzare la varietà disponibile e di selezionare il loro preferito per essere cucinato secondo le loro preferenze. Allo stesso modo, la selezione di carne di prima qualità è esposta con cura, pronta per essere trasformata in deliziosi piatti, nel pieno rispetto della tradizione culinaria romana.

Tradizione che dura da più di 60 anni e che si è ben meritata la targa e il riconoscimento di Bottega Storica della Città Eterna.

la targa di conferimento di Bottega storica

Il menu degli artisti

Se il ristorante si propone come un’esposizione di opere d’arte della natura, va da sè che la cucina sia popolata da artisti della gastronomia “made in Roma”. A seconda della stagione, trovate piatti a base di carciofi, funghi porcini o asparagi che arricchiscono il menu usuale, fatto anche di offerte turistiche e a prezzo fisso.

Gli antipasti variano da una semplice bruschetta (ma che bruschetta!) alle ostriche fresche al limone, passando per una vasta scelta di salumi e carpacci.

Ma è d’obbligo darvi un suggerimento. Chiamate la padrona e parlandole all’orecchio (mi raccomando, con voce bassa onde evitare che vi sentano i commensali del tavolo vicino), chiedete una porzione di puntarelle. Non c’è modo migliore per iniziare il vostro pasto.

Passiamo ai primi?

Amatriciana, carbonara, gricia, cacio e pepe non mancano di certo tra i primi tipici romani, ma se volete davvero gustare un piatto che si distingua dal conosciuto, non potete non provare il risotto con i gamberi alla Maestro Campagnoli. Il piatto è dedicato al Maestro Enzo Campagnoli, compositore, direttore d’orchestra e protagonista con Serena Autieri di Unomattina su Rai1, che ha scelto La Caravella come locale di fiducia abituale delle sue serate romane.

Ma tra i primi, spiccano per bontà e qualità, quelli a base di pesce. Dagli spaghetti alle vongole alle più ricercate linguine all’astice, una delizia per i palati più fini, La Caravella vi farà dimenticare i nastri d’asfalto che si srotolano intorno ai monumenti storici e chiudendo gli occhi potrete quasi sentire la brezza marina e il profumo del mare.

In verità, il Maestro Campagnoli, non è l’unico artista che ha scelto La Caravella per rifocillarsi. Non stupitevi, dunque, se vi ritrovate seduti nello stesso dehor, al fianco di personaggi famosi. Gli artisti, si sa, amano “magnà bene”!

Fuori i secondi!

Qui c’è letteralmente da fare a pugni con l’ingordigia.

Ogni volta che ormeggio a La Caravella, non riesco a scegliere tra gli ossibuchi coi piselli e l’abbacchio a scottadito. Per questo prendo sempre entrambi e cerco di condividere il piatto con i miei commensali che, dal canto loro, scelgono filetto al pepe verde e saltinbocca alla romana contemporaneamente, per lo stesso motivo.

Una porzione di polpette al sugo o fritto misto da “smazzarci”, poi chiude il piccolo spazio tra la taglia 42 e 44 che inesorabilmente, per una sera, mi saluta.

Ci sta ancora qualcosa?

Se facciamo una piccola pausa di almeno un quarto d’ora e un quarto di bianco dei Castelli, riusciamo a individuare anche un dolcino per farci la bocca. Se capitiamo nella sera giusta (e, guarda caso, è sempre la sera giusta), oltre ai classici tiramisu, panna cotta e gelato, Rayanny può arrivare addirittura alla proposta indecente: cannolo siciliano o torte fatte in casa.

Ora ci vuole solo più il liquorino giusto per chiudere in bellezza e un taxi che ci riporti in albergo. Invece scegliamo una passeggiata, perchè quando il sole si ritira dietro l’orizzonte e le luci di Roma si accendono, la città si trasforma in un luogo magico e romantico, perfetto per innamorarsi ancora di più.

Contatti per info e prenotazioni: sito ufficiale, Facebook, instagram

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”