Le renne magiche di Babbo Natale e i loro segreti

Le renne, maestose creature artiche, sono spesso associate al mistero e all’incanto della stagione natalizia. Babbo Natale le ha rese celebri grazie al suo slittino volante trainato da questi magnifici animali. Ma oltre al folklore natalizio, cosa sappiamo veramente sulle renne? Scopriamolo insieme in questo affascinante viaggio nel mondo segreto di Rudolph e compagni.

Habitat delle Renne: Il Palcoscenico Artico

Le renne, scientificamente note come Rangifer tarandus, ma, per gli amici, Caribù, sono abitanti iconici delle regioni artiche e subartiche. Questi ruminanti sono adattati a sopravvivere in ambienti estremi, tra le tundre e le foreste boreali. Il loro mantello spesso e peloso funge da isolante contro le temperature gelide, consentendo loro di affrontare le rigide condizioni dell’Artico senza problemi.

Le renne sono conosciute per le loro migrazioni, spostandosi su lunghe distanze alla ricerca di cibo durante le diverse stagioni. Questi viaggi migratori non solo rappresentano un adattamento vitale per la loro sopravvivenza, ma aggiungono anche un tocco di magia alla loro storia.

Una questione di…corna!

Le corna delle renne sono affascinanti strumenti evoluti che svolgono un ruolo cruciale nella loro sopravvivenza e nella gerarchia sociale all’interno del branco. Sia i maschi che le femmine sviluppano corna, ma quelle dei maschi tendono ad essere più grandi e spettacolari.
Le corna delle renne sono ricoperte di velluto durante la fase di crescita. Questo velluto è ricco di vasi sanguigni e nervi, fornendo sostanze nutritive durante la crescita delle corna. Con il tempo, questo strato di velluto viene strofinato contro alberi e arbusti, esponendo le corna lisce sottostanti.

Sono costituite principalmente da tessuto osseo compatto, ma mostrano una struttura ramificata distintiva. A differenza di molte altre specie di cervidi, le corna delle renne presentano rami parziali, con piccole protuberanze laterali, piuttosto che una struttura completa ad asta.

La lunghezza delle corna varia notevolmente tra le renne. Nei maschi, le corna possono raggiungere lunghezze notevoli, spesso superando i 1,20 metri, con alcune eccezioni che superano i 1,50 metri. Le femmine, invece, tendono ad avere corna più corte e meno ramificate.

La crescita delle corna inizia a primavera e continua fino all’inizio dell’inverno. Durante questo periodo, le corna possono crescere a un ritmo di circa 2,5 centimetri al giorno. Una volta raggiunta la maturità, solitamente intorno ai 3-4 anni, la crescita delle corna rallenta.
Le corna delle renne non sono soltanto strumenti di competizione tra maschi, ma sono anche utilizzate per affrontare sfide legate alla sopravvivenza. Durante le migrazioni attraverso paesaggi difficili, le renne possono utilizzare le loro corna per spostare la neve e scoprire il cibo sottostante.

Inoltre, le corna possono essere utilizzate come difesa contro predatori. Le renne possono formare un cerchio con le corna rivolte verso l’esterno, creando una barriera protettiva per i vitelli e gli individui più vulnerabili all’interno del branco.

La Danza Romantica sotto le Luci del Nord

Le corna svolgono un ruolo chiave nella gerarchia sociale all’interno del branco di renne. I maschi con corna più imponenti spesso godono di uno status più elevato e sono in grado di dominare gli altri durante la stagione degli amori. La “danza romantica” tra i maschi, caratterizzata da scontri testa a testa e sfide di forza, è un modo in cui le renne maschi stabiliscono la loro posizione nella gerarchia.

Infatti, durante la stagione degli amori, i maschi competono per l’attenzione delle femmine. La grandezza e la maestosità delle corna sono indicatori visivi della forza e della salute del maschio, determinanti nella selezione del compagno da parte delle femmine.

La stagione degli amori tra le renne inizia generalmente a settembre, quando i maschi si preparano per una spettacolare dimostrazione di forza e resistenza per conquistare una compagna. La “danza romantica” coinvolge corse sfrenate, scontri testa a testa e un’elegante esposizione delle loro corna imponenti.

Dopo questo spettacolo, le renne si accoppiano e le femmine danno alla luce i piccoli all’inizio della primavera. I piccoli, noti come “vitelli”, vengono curati attentamente dalle madri, che li proteggono e li insegnano a sopravvivere nel rigido ambiente artico.

Una Dieta Adattata al Ghiaccio

Con il passare degli anni ha assunto comportamenti e caratteristiche fisiche quasi soprannaturali. E’ un animale in grado di sopravvivere a temperature veramente molto basse. Temperature che rendono la zona artica un luogo invivibile.

Le renne possiedono la particolarità di avere gli occhi che cambiano colore in base alla luce polare. Nel periodo estivo, data la presenza costante di luce, sono oro mentre durante l’inverno, quando è sempre buio, gli occhi assumono un colore blu intenso.

Inoltre, possiede un cuore che pompa il sangue in modo tale da ridurre al minimo la perdita di calore. E’ proprio per questo, infatti, che le zampe della renna hanno una temperatura superiore di 30 gradi, rispetto a tutto il resto del corpo. Durante l’estate, inoltre, gli zoccoli possiedono dei cuscinetti in modo da potersi adattare al suolo morbido. Mentre in inverno tornano ad essere duri in modo da riuscire ad arrivare fin sotto la neve e procurarsi il cibo. Questo, però, a volte non sempre è possibile soprattutto se vi è la presenza di ghiaccio.

Le renne sono erbivori e si nutrono principalmente di muschi, licheni, foglie e aghi di conifere. La loro dieta è ricca di liquidi, grazie all’alto contenuto di umidità dei muschi che consumano, consentendo loro di sopravvivere in ambienti dove l’acqua può essere scarsa.

Curiosamente, le renne sono note per la loro abilità di scavare nella neve per raggiungere il cibo sottostante. Questo comportamento, chiamato “browsing nivale”, consente loro di trovare risorse alimentari anche nei periodi in cui il terreno è coperto dalla neve.

Lo sapevate che…

Le renne sono affascinanti non solo per la loro vita selvaggia, ma anche per alcune caratteristiche uniche:

Vista adattata: Le renne hanno gli occhi adattati alle lunghe giornate di luce dell’Artico e alle notti senza fine, grazie a una retina speciale che migliora la visione in condizioni di scarsa illuminazione.

Zoccoli speciali: I loro zoccoli sono adattati per affrontare le condizioni ghiacciate e nevose, agendo come una sorta di “pala” che consente loro di muoversi agilmente sulla superficie.

Capacità di nuotare: Contrariamente alla credenza popolare, le renne sono eccellenti nuotatrici. Possono attraversare fiumi larghi e profondi durante le loro migrazioni.

Inoltre, le corna della renna, chiamati palchi, non crescono con loro, ma cadono sl termine della stagione e, al loro posto, ricrescono nuove corna. I èalchi caduti sono fonte di alimento per altri animali, come i roditori, poichè sono ricche di calcio e sali minerali. Le corna, inoltre, sono uno strumento di difesa e di potere. Infatti, i maschi durante l’accoppiamento, le usano per combattere e prevalere sugli altri esemplari del branco.

Un altro elemento particolare è la loro apacità di correre già dal primo giorno di vita e di diventare autosufficiente dopo pochi giorni dalla nascita.

Non è un caso se Babbo Natale ha scelto proprio questo animale per spostarsi velocemente la notte di Natale!

Infine, a differenza degli altri cervidi, anche le femmine sono dotate di palchi.

Babbo Natale vestitodi rosso con cintura nera è sulla slitta trainata dalle renne, con tanti regali sopra

La Renna e il Natale

La connessione tra le renne e il Natale ha radici profonde nella cultura popolare e nelle tradizioni festive. L’iconica figura di Babbo Natale, guidato da un gruppo di renne volanti, ha origine da diverse fonti, tra cui la mitologia nordica e le antiche leggende delle tribù indigene del Nord America.

La storia più nota è quella del famoso Rudolph, la renna dal naso rosso. La sua storia inizia negli anni ’30 quando Robert L. May scrisse un racconto per le festività. Rudolph, emarginato per il suo naso luminoso, diventa il salvatore della notte di Natale, guidando la slitta di Babbo Natale attraverso la nebbia grazie al suo naso luminoso.

L’immagine di Babbo Natale con le renne volanti è stata resa celebre da Clement Clarke Moore nel poema “A Visit from St. Nicholas” (noto anche come “The Night Before Christmas”) nel 1823. Questo poema, che ha contribuito a definire l’immagine moderna di Babbo Natale, descrive le renne di Babbo Natale come creature agili e veloci che sollevano la slitta attraverso i cieli notturni.

L’idea delle renne volanti potrebbe anche essere collegata alle leggende nordiche, in cui il dio Thor viaggiava attraverso il cielo su un carro trainato da capre. Con il passare del tempo, queste storie si sono fuse e hanno dato vita alla suggestiva immagine di Babbo Natale che attraversa il cielo con un gruppo di renne magiche.

Come si chiamano le renne di babbo Natale?

Le renne di Babbo Natale sono 8. Tutte quante sono belle agili per tirare la slitta che porta Santa Claus in giro per il mondo, la notte di Natale. Noi in Italia le chiamiamo Ballerina, Cometa, Cupido, Donato, Donnola, Freccia, Fulmine, Saltarello. Ma se cercate i loro nomi, è facile che troviate la loro versione inglese, Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donder e Blitzen. E poi, c’è anche Rudolph, la renna dal naso rosso.

Le renne comuni non volano, ma quelle di Babbo Natale si, perchè prima di intraprendere il viaggio della Santa Notte, gli Elfi e gli gnomi le cospargono di polvere magica che permette loro di volare leggere nel cielo.

Quindi, la prossima volta che senti il tintinnio di campanelli nell’aria natalizia, immagina il volo leggendario di Babbo Natale e delle sue renne, portatori di gioia e regali attraverso le notti stellate del mondo intero. Che la magia di Rudolph e dei suoi amici continui a brillare nel cuore di chiunque abbiaun po’ di spirito natalizio. Buone feste a tutti!

Immagine di copertina realizzata con IA Canva

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”