The Trip: ritorno al futuro con “Now The Time Has Come”

Pino Sinnone con il nuovo Album “Now The Time Has Come” riporta in auge uno dei nomi storici del Rock Progressive Italiano. Lo storico gruppo inglese “The Trip”, fondato a Londra nel 1967. Acclamato da pubblico e critica, il progetto vanta la collaborazione di Nico Di Palo dei New Trolls. L’inserimento nella prestigiosa “Rock Tokyo Collection” in Giappone e la partecipazione nel Triplo Album “Le Orme & Friends” delle Orme, una delle band più importanti del Prog Italiano, tra le più conosciute nel mondo.

the trip - pino sinnone, bandana nera in testa, seduto dietro la batteria

Oggi parliamo di un tassello della musica mondiale: Il Progressive Rock, noto semplicemente come Prog.

Un genere musicale che iniziò a distinguersi alla fine degli anni 60 per la sofisticata fusione di elementi musicali complessi, virtuosismi strumentali, influenze sinfoniche e testi letterari e filosofici . Un genere apparentemente poco conosciuto.

Ma una veloce panoramica della rivista Rolling Stones sui migliori 50 album Prog ci porta immediatamente a nomi e lavori leggendari:

Pink Floyd, ‘The Dark Side of the Moon’ (1973), Yes, ‘Close to the Edge’ (1972). Genesis “Selling England by the Pound” (1972, King Crimson “Red” (1974) Mike Oldfield “Tubular Bells” (1973). Frank Zappa and the Mothers of Invention, ‘One Size Fits All’ (1975), Supertramp “Crime of the Century”(1974), Electric Light Orchestra, “Eldorado” (1974). Harmonium, ‘Si On Avait Besoin D’Une Cinquieme’ (1975), Genesis, ‘Foxtrot’ (1972)Van Der Graaf Generator, ‘Pawn Hearts’ (1971). Tangerine Dream, ‘Phaedra’ (1974), Rush, ‘2112’ (1976), Camel, ‘Mirage’ (1974), Pink Floyd, ‘Animals’ (1977). Emerson, Lake and Palmer, ‘Brain Salad Surgery’ (1973), Ange,” Le cimetière des arlequins”(1972).

Il Progressive Rock

L’inizio del genere Progressive è spesso identificato con il primo successo dei Procol Harum “A Whiter Shade of Pale” del 1967 e la sua notorietà – durata secondo alcuni fino all’affermarsi del Punk Rock – si deve a molteplici fattori sia musicali che sociali.

Gli anni 60 e 70 furono caratterizzati da un clima di cambiamento culturale, con una crescente apertura alle sperimentazioni artistiche che favorirono l’emergere di forme musicale più complesse e innovative. Una miriade di formazioni autoctone seguirono il filone Prog. Prima imitando gli stili che arrivavano dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti, dal Canada, dalla Germania e dalla Svezia, e in seguito trovando una dimensione precisa, un linguaggio personale. In Italia grazie anche alla bravura di musicisti ammirati a livello mondiale come la Premiata Forneria Marconi PFM, Banco del Mutuo Soccorso, Le Orme, I Giganti, New Trolls, Locanda delle Fate, Area.

The Trip

Tra di loro anche gli ospiti di questa settimana della rubrica “Masterclass” di Zetatielle Magazine: Il gruppo di origini inglesi “The Trip”.

Parlare dei “The Trip” è un viaggio nel tempo in cui si intrecciano elementi che appartengono alla storia del Pop, come Mia Martini, Loredana Bertè, Raffaella Carrà, Caterina Caselli, Gianni Boncompagni, Mal dei Primitives, Patty Pravo. E del Progressive, con Nico di Paolo dei New Trolls, I Camaleonti e le mitiche Orme.

Per capire l’importanza di questo gruppo basta semplicemente citare la presenza del tastierista Joe Vescovi, del chitarrista Billy Gray, che aveva suonato con Eric Clapton, e Ritchie Blackmore che nel 1968 passerà ai Deep Purple.

Per gli esperti del settore e gli amanti delle cronistorie è giusto sottolineare che anche i “The Trip” – con la loro storia musicale che dura dagli anni 60 ai giorni nostri – hanno avuto formazioni diverse, con musicisti altrettanto importanti. Come Furio Chirico, il grande batterista torinese, che ha rappresentato un altro momento storico del gruppo. La pubblicazione dell’Album “Atlantide” del 1972 con Joe Vescovi e Arvid Andersen – e che oggi porta avanti il suo progetto personale legato al nome della band.

Lungi da giudicare gli aspetti tecnici legati a musicisti diversi delle varie formazioni, oggi noi vogliamo parlare dell’anello di congiunzione nella storia di questo gruppo. Il batterista Pino Sinnone.

Sinnone ha partecipato ai momenti più importanti dei “The Trip” – dalla formazione del ‘67 all’uscita dell’Album “Caronte” nel 1971- considerato un capolavoro di questo genere musicale. E oggi mantiene il  suo impegno di mantenere vivo l’interesse per questo gruppo storico, riconoscendo il ruolo delle altre formazioni storiche, e proseguendo sul suo percorso.

the trip - la copertina del nuovo album “Now The Time Has Come

Un po’ di storia

Nei primi anni del 1960 la musica beat si diffonde rapidamente in Europa e Usa. Tra i primi gruppi a specializzarsi nell’eseguire cover in lingua italiana di brani celebri, frutto di un’abile ricerca delle classifiche inglesi e americane ci sono i Camaleonti, formati da Livio Macchia, Ricky Maiocchi e Paolo de Ceglie.

Ricky Maiocchi nel 1966 con Ian Broad formerà a Londra i “The Trip”, con Wegg Andersen, Ritchie Blackmore e Billy Gray. Con l’arrivo nel gruppo, nel 1967, del giovane hammondista e polistrumentista Joe Vescovi e di Pino Sinnone in sostituzione di Ian Broad, i “The Trip” raggiungeranno la formazione storica con cui incideranno i loro Album Storici. Proseguiranno la loro carriera tra Festival internazionali, Film, intrecciando la loro storia con quella dei personaggi storici della RCA italiana e dell’entourage del Piper di Alberigo Crocetta. Con l’uscita di Sinnone i “The Trip” proseguiranno il loro percorso artistico con musicisti diversi.

Oggi Pino Sinnone rende omaggio a Joe Vescovi, Wegg Andersen e Billy Gray con un nuovo Album “Now The Time Has Come” – pubblicato da Ma.Ra.Cash Records.

Il disco ha già raccolto i risultati importanti citati nel titolo. La straordinaria partecipazione del grande Nico Di Paolo dei New Trolls, che ha interpretato uno dei brani principali del progetto: “Il mio Capitano”. L’inserimento nella prestigiosa Rock Tokyo Collection num° 187 della musica Progressive in Giappone. “Il mio Capitano” è stato scelto per il Triplo Album “Le Orme & Friends” delle mitiche Orme.

Il progetto dell’Album “Now The Time Has Come” parte da dettagli pregiati. Come la copertina, curata dalla grafica Lidia Grillo:

“Mi sono ispirata a Londra città natale del gruppo e al viaggio nel tempo. Il tema centrale è il tempo. Un viaggio che parte dal passato, rappresentato dal retrocopertina, e che termina nel presente, raffigurato dalla parte frontale. Il fulmine, artefice di questo collegamento temporale, irrompe sulla scena, schiantandosi sull’abbazia di Westminster, dando inizio alla nuova era dei Trip”.

Tutti gli arrangiamenti sono stati curati da Max Botto, che ha curato le orchestrazioni e i pianoforti, e suonato strumenti vintage come Hammond, Moog e Mellotron.

“È stato un progetto impegnativo e di responsabilità. L’obiettivo era rispettare l’anima originale di una band che ha rappresentato un momento storico del Rock progressive italiano. Tutto ciò è stato possibile grazie alla fiducia concessa da Pino Sinnone alle mie orchestrazioni e l’opportunità di collaborare con musicisti e colleghi d’eccellenza. Colleghi che hanno saputo consigliarmi e seguire lo spirito dell’Album”

L’album ha subito ricevuto il consenso di pubblico e critica. Rock Station commenta così uno dei brani principali. “ Una canzone dedicata a Mia Martini che per un periodo frequentò il tastierista dei “The Trip” Joe Vescovi, come riportano molti giornali dell’epoca. ” Autentico gioiello, la struggente ballata “Fragile Mimì” dedicata a Mia Martini, la cui fragilità viene accostata alla sua incommensurabile grandezza; un brano dolcissimo: […] ” Fragile Mia, è giunta ormai la sera. Adesso sei un’altra stella nel cielo. Brillerai: e nell’oscurità sarai una luce vera “[…]”.

pino sinnone seduto dietro l batteria

Un importante Team di lavoro

Una band di grande livello tecnico: Pino Sinnone, batteria, Tony Alemanno, Basso, Dave D’Avino, Hammond, piano, Andrea Ranfa, voce solista e cori. Carmine Capasso, Chitarre, sitar, theremin, percussioni, batteria in “Two Friends”, compositore di “Enigma”, morphwiz solo e programmazioni in “Il mio Capitano”.

L’ospite più importante è Nico Di Paolo, chitarrista, cantante e compositore italiano, storico componente del gruppo musicale rock progressivo New Trolls.

Alessandro La Rosa ha curato la performance di Nico di Palo. Maurizio Seren Rosso ha collaborato ai testi de “Il mio Capitano “ e “Two friendes”. Tutti gli arrangiamenti sono stati supervisionati da Max Botto in collaborazione con Capasso, D’Avino e Alemanno. Mary Moffit e Dino Novara si sono occupati della traduzione del brano “Momento Prog”, con l’aiuto nella stesura dei testi di Elisa Tomaselli, Andrea Ranfa e Alessio Vitali. Giuseppe Sep Samo ha suonato l’organo hammond in “Enigma”.

Le registrazioni sono state effettuate presso lo Studio Elfo di Tavernago (PC) dal sound engineer Alberto Callegari. Le fotografie delle copertine sono a cura di Anna Seregni e Marco Galli, oltre la copertina principale ideata da Lidia Grillo. L’Album è pubblicato da MA.RA. Cash Records.

Le canzoni dell’album rispettano l’anima del gruppo storico. L’utilizzo di strumenti vintage d’epoca e l’intelligente miscellanea tra il contributo di musicisti virtuosi come Capasso, le orchestrazioni classiche di Max Botto, l’apporto melodico di D’Avino e quello ritmico di Sinnone e Alemanno, nonché il cameo di voci bellissime come quelle di Di Palo e Ranfa, creano un mix sonoro che sta conquistando i proseliti del genere in tutta Europa, dove l’album continua la sua diffusione, accolto da pubblico e critici di settore come un evento speciale.

un collage di immagini

L’album

Uno dei nostri critici musicali più importanti, Ernesto Assante, in un suo intervento per Repubblica, solleva una osservazione intelligente, in generale sulla musica di questi anni:

[…] La musica oggi è così. Si produce, si suona, si distribuisce, si vende in un altro modo rispetto al passato, non ci sono filtri né regole. Quindi, per scoprire qualcosa di buono, bisogna fare fatica, attenzione, dedicare del tempo all’ascolto. Cosa che, ovviamente, nella vita degli esseri umani avviene sempre di meno […] Ma c’è chi, con genio e ingegno, mescola l’intrattenimento all’arte e, nella parte più piccola della piramide, chi produce solo e deliberatamente arte, per se stesso e per gli altri. L’ultima nicchia è, comunque, enorme, c’è molta più brutta musica che in passato così come c’è molta più bella musica di sempre […].

Io credo che questo Album dei “The Trip” – combattuto, voluto e realizzato con grande volontà da Pino Sinnone- appartenga al genere di creazione intellettuale di cui parla Assante.

Per prima cosa occorre elogiare il fatto che Sinnone, dall’alto dei suoi ottant’anni, continua ad essere un musicista attivo, che gira i palchi di tutta Italia ricordando il nome di uno dei gruppi che appartengono –sì–  alla sua storia personale, ma anche a quella del rock progressive italiano che tutti ci rappresenta.

Le operazioni commerciali di rivisitazioni di Album e nomi famosi di band, hanno sempre il retrogusto amaro del rischio di voler imporre qualcosa che appartiene solo al passato, e le diatribe tra le varie formazioni offuscano a volte il puro senso della musica che hanno rappresentato.

Pino Sinnone, pur essendo, per motivi storici e mediatici, il protagonista principale di questo progetto, ha fatto l’intelligente scelta di fare un passo indietro e lasciare in primo piano, sotto la luce dei riflettori, solo il messaggio musicale dei “The Trip”della formazione a cui è appartenuto.

un collage di immagini

Ho ammirato il fatto si sia circondato di molti collaboratori importanti con l’intento di raggiungere i massimi livelli per questo progetto.

Ho avuto modo di conoscere Pino Sinnone in quest’ ottica, quando mi ha chiesto di scrivere con lui e i suoi collaboratori i due brani più importanti del disco, “Fragile Mimì” con Max Botto e “Il mio Capitano” con Nico di Palo, affinché il livello autorale delle canzoni fosse adatto agli importarti traguardi prefissati.

Personalmente è stata una bella esperienza poter scrivere una canzone dedicata a Mia Martini partendo dalle chiacchierate con Pino che l’ha conosciuta e frequentata, guardare le fotografie che li vedono insieme. In seguito ho avuto il piacere di lavorare con la sensibilità di un grande musicista e autore come Max Botto, che ha saputo donare al brano quel sapore vintage, malinconico e inevitabilmente legato alla figura artistica di Mimì.

Poter scrivere per e con Nico Di Palo è stata una esperienza altrettanto magnifica.

Pino Sinnone

Pino Sinnone è un’artista estremamente preciso e corretto che ho avuto modo di ammirare durante le fasi di lavorazioni del disco. Dirigere un progetto così ambito e complesso è stato difficile, e lui l’ha fatto con lo spirito dei suoi vent’anni e la passione che lo ha reso una persona speciale, fuori dagli schemi comuni.

E credo che sia riuscito con questo prestigioso Album a mettere l’arte prima di tutto e tutti, anche di se stesso.

I risultati parlano da soli. L’omaggio ai suoi compagni storici, Joe Vescovi, Wegg Andersen, Billy Gray è riuscito.

Sabato 19 Gennaio Pino Sinnone e la nuova formazione dei “The Trip” saranno ospiti del Blah Blah di Torino, per chi vorrà sentire musica di gran livello e viaggiare nel tempo con il nuovo Album “ Now The Time Has Come”.

Potete seguire The Trip su Facebook e Spotify; Pino Sinnone su Facebook e Instagram.

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Gae Capitano
Gae Capitanohttps://gaecapitano.it/
Paroliere, compositore, arrangiatore e musicista italiano. Disco d’Oro – Disco di Platino – Finalista Premio Tenco – Vincitore Premio Lunezia Autori- Vincitore Premio Panchina, Resto del Carlino – Vincitore Premio Huco- Finalista Premio De Andrè – Valutazione Ottimo Mogol e Docenti Centro Europeo di Toscolano