Vincenzo Castella. Gli scatti del maestro in “Rinascimento, luce naturale”.

L’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) presenta la mostra fotografica “Vincenzo Castella. Rinascimento, luce naturale” .Dalla Certosa di Pavia al Cenacolo di Leonardo in Santa Maria delle Grazie a Milano. Dal Santuario di Loreto a Santa Maria Novella a Firenze. Da Santa Maria degli Angeli a Roma alla cupola di San Giorgio che emerge rarefatta dalla laguna di Venezia. Pitture, sculture e architetture del Rinascimento italiano da riconoscere o scoprire grazie allo sguardo di uno dei più interessanti maestri della fotografia contemporanea.

L’ esposizione resterà aperta fino al 22 marzo 2024 negli spazi della ex Chiesa delle Zitelle dell’ICCD, nel quartiere Trastevere di Roma. La mostra rappresenta la conclusione di un progetto di acquisizione, conservazione e valorizzazione di 50 opere fotografiche di Vincenzo Castella

firenze santa maria del fiore
Firnze Santa MAria del Fiore Vincenzo Castella su licenza ICCD

Ridurre al minimo l’ingombro della foto lasciando spazio all’architettura

Questa modalità di rappresentazione del reale parte da un assunto che per Castella si configura quasi come impostazione etica, oltre che teorica. Ridurre al minimo l’ingombro dell’autore, lasciando spazio alle cose, senza interferire, affinché queste manifestino loro stesse. «L’idea della ricerca, quasi una caccia fotografica all’immagine, la foto bella, unica… era una cosa che non potevo sopportare. Per me era importante lavorare su una metodologia che comprendesse tutta la mia vita, cioè la costruzione di un metodo, di un racconto», spiega Castella. «La mia idea è quella della costruzione dell’immagine quasi senza lo sguardo: eliminare le metafore e cioè il culto della personalità dello sguardo».

Un approccio che si traduce in scelte ben precise sia in fase di ripresa, sia in fase di stampa: grande formato, colore, luce naturale e il punto di vista. La sua ricerca non mira a produrre risultati eclatanti quanto piuttosto a delineare un metodo

vincenzo castella veduta interno di santa maira novella firenze architetture
vincenzo Castelle iterno di Santa maria Novella irenze su licenz IcCD

Il colore e la luce come elementi fondamentali

Il colore e la notevole dimensione delle stampe non sono escamotage di spettacolarizzazione, ma gradienti necessari a questa modalità di inquadrare il mondo. L’accuratezza nella stampa e la qualità dei dettagli che il grande formato permette sono parte fondante della ricerca e rispecchiano la sua fascinazione per la materia di cui è fatto il visibile, che sia legno, marmo, acqua o aria.

«L’iniziativa si pone in continuità con la missione dell’Istituto, oggi sempre più impegnato a promuovere il linguaggio fotografico in chiave contemporanea – sottolinea il direttore Carlo Birrozzi -. Arricchire la collezione con il lavoro di un autore come Vincenzo Castella non mira certamente a moltiplicare l’immagine di luoghi già ampiamente rappresentati, bensì a introdurre nuovi modi di guardare e interrogare il visibile».

certosa di PAvia
certosa di avia Vincenzo Castella su concessione ICCD

Vincenzo Castella

Vincenzo Castella (Napoli, 1952) vive a Milano. Inizia a fotografare nel 1975 ispirato dagli americani Charles Sheeler, Paul Strand e Walker Evans. Spinto dalla convinzione che il mezzo fotografico potesse produrre immagini diverse da quelle che apparivano nel mondo delle riviste, Castella inizia a farne un uso concettuale, contribuendo all’evoluzione del linguaggio fotografico che in quegli anni trovò un fondamentale momento di verifica nel 1984 con il progetto “Viaggio in Italia” di Luigi Ghirri, cui egli partecipò.

Dalla fine degli anni ’90 Castella introduce la ripresa dall’alto e il grande formato a colori, anticipando una tendenza nella fotografia contemporanea che connoterà poi un’intera generazione di autori. Sono di questi anni le sue celebri vedute dall’alto di varie città europee che indagano i temi della distanza e della dislocazione con un’impostazione fortemente a-narrativa.

Dal 2006 Castella inizia a realizzare installazioni da negativi fotografici di grande formato. È il caso di Cronache da Milano, presentata ad Art Unlimited a Basilea nel 2009, in cui i movimenti di una camera virtuale riproducono una lettura articolata della foto stessa e delle relazioni tra visibile e non visibile. Suoi lavori sono presenti in importanti mostre e collezioni in Italia e all’estero tra cui il MAXXI, il MUFOCO, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, la Tate Modern di Londra, il Fine Art Museum di Houston, la Biennale di Venezia. Nel 2023 gli è stata dedicata un’ampia monografica alla Triennale di Milano.

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