Vincenzo Incenzo: Caro Onorevole, le canzoni sono sentinelle della storia

Lettera aperta dell’autore e cantautore Vincenzo Incenzo all’Onorevole Stefania Ascari in merito alla proposta di legge rivolta a modificare l’articolo 414 del Codice Penale.

Onorevole Stefania Ascari,

mi rivolgo a Lei come prima firmataria della proposta di legge presentata in Parlamento, rivolta a modificare l’art. 414 del Codice Penale, introducendo l’aggravante di istigazione o apologia riferite all’associazione di tipo mafioso o a reati commessi da partecipanti ad associazione di tale natura.

La sua intenzione, se riesco a decifrarla, è forse quella di fermare l’onda di neomelodici che inneggiano ai mafiosi, o di trapper che esaltano la criminalità, ma la proposta in sé appare ambigua e pericolosa.

Lei afferma che sempre più spesso ci sono “cantautori che si fanno autori e interpreti di canzoni i cui contenuti inneggiano ai vari esponenti della malavita e della criminalità organizzata”. E prosegue dicendo che “la libertà del pensiero non può più essere invocata quando l’espressione del pensiero si attua mediante un’offesa ai beni e ai diritti tutelati dalla nostra Carta costituzionale”.

Già da queste affermazioni emerge come la proposta possa sfociare in uno scenario pericoloso, andando ad attaccare in maniera indiscriminata e cieca tutto ciò che non canti a voce unisona la legalità.

Le canzoni, Onorevole, raccontano il loro tempo, sono sentinelle della Storia, fotografano epoche, comportamenti, modelli positivi e negativi.

Il suo potere magico e abiettamente poetico, come lo definì Pasolini, non può prevedere censure di sorta. Abbiamo un precedente pericoloso, quello del fascismo, che si arrogò il diritto di orientare la musica, imponendo i valori del regime, curando i rapporti con gli autori, patrocinando eventi e dirigendo stampa e radio. Non mi sembra abbia portato a nulla di buono.

Dov’è il confine, Onorevole?

L’arte ha la necessità di immedesimarsi con il suo oggetto, di guardare la realtà anche da punti di osservazione scomodi.

Che succederà poi? Passeremo a censurare la letteratura e il cinema? Bruceremo le serie televisive di Saviano? Elimineremo Gambadilegno dai cartoni animati della Disney? Le tele di Caravaggio, Magritte, Warhol, che hanno esaltato scene di crimine?

L’arte è l’ultimo baluardo degli spiriti liberi. In una società che sempre più tende a livellare le differenze e i comportamenti, ritengo che la libera espressione sia ancora un diritto sacrosanto.

Lasci all’intelligenza e alla sensibilità del pubblico giudicare cosa è riprovevole e cosa no. La Storia poi darà il suo verdetto, come sempre.

Spero che questo mio appello non resti isolato come una voce nel deserto, ma che anche altri artisti si uniscano al mio grido.

La invito a riconsiderare la sua posizione.

Per il futuro del nostro Paese e dell’Arte, che nel bene e nel male ha portato frutti solo quando è stata libera contro tutte le proibizioni e i divieti.

Vincenzo Incenzo

Vincezo è uno dei più grandi autori del panorama musicale italiano. Ha scritto testi meravogliosi per Michele Zarrillo, con il quale vige un sodalizio artistico che dura da anni. Sono suoi i testi più belli del repertorio di Michele. Da Cinque Giorni a Gli Angeli, da L’amore vuole amore a L’alfaberto degli ultimi amanti. E sono solo un esempio.

E’ sempre lui che spicca per sensibilità e bravura negli album più importanti degli ultimi anni della carriera di Renato Zero. Da Zero il Folle ad Amo, rapporto che dura dall’epoca di Amore dopo Amore, con il primo brano scritto per Renato L’impossibile Vivere.

Vincenzo Incenzo ha collaborato con i più grandi artisti della musica italiana. Da Antonello Venditti a Lucio Dalla, da Sergio Endrigo a Patty Pravo, Tosca, PFM e tantissimi altri.

Lo scorso settembre è uscito il suo nuovo album di inediti “Ego”, che racconta la società di oggi, la perdita totale dell’identità e la massificazione dell’individuo. Tra i brani contenuti nel disco spiccano i singoli “Un’altra Italia”, che racconta le grandi difficoltà e la forza d’animo degli italiani in questo particolare periodo di incertezze, e “Fuori Fuoco”, dedicato a Willy Monteiro, che affronta tematiche come razzismo, bullismo e pregiudizio).

Vincenzo Incenzo - la copertina dell'album EGO
Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”