Il giunco, secondo candidato per il penultimo mese del calendario arboreo irlandese
Il giunco contende al tiglio il privilegio di rappresentare il penultimo mese del calendario arboreo irlandese. Era quello che cominciava il 28 ottobre e si concludeva il 24 novembre. Il maestoso tiglio ha dalla sua parte, come abbiamo già visto la scorsa settimana, i profumatissimi fiori e la corteccia che non marcisce. Eppure, anche l’umile giunco era una pianta sacra presso i celti, perché cresce nell’acqua, simbolo della vita. Quindi, pur rappresentando un’ipotesi meno probabile, non può essere escluso a priori.


Pianta da pavimenti, maledetta da san Patrizio
Sin dai tempi più antichi, in Irlanda usava spargere fusti di giunco sui pavimenti di terra battuta di capanne e abitazioni. Costituivano infatti una sorta di tappeto naturale, per proteggersi dal freddo e dall’umidità del terreno. Con l’avvento del Cristianesimo, pure i pavimenti delle prime chiese furono disseminate di giunchi. Oltre al suddetto motivo pratico, ce n’era uno biblico, ricordando Mosè che fu salvato dalle acque del Nilo perché galleggiava in un cesto di giunchi. Si tramanda che Patrizio, Santo patrono d’Irlanda, abbia maledetto il giunco: per questo, quando la pianta secca, comincia a farlo dalla punta verso il basso.


La celebre croce di santa Brigida
La compatrona santa Brigida, invece, aveva una particolare predilezione per questa pianta, perché legata alla conversione del capo tribù Dubhtach, suo padre. Secondo la leggenda, il padre morente, che era rimasto pagano e aveva osteggiato la vocazione monacale della figlia, fece chiamare Bríd perché temeva il trapasso. Bríd, allora, sedette al suo capezzale e raccolse dal pavimento alcuni steli di giunco. Mentre narrava al padre l’amore infinito di Dio verso le sue creature, con i giunchi intrecciava una croce. Quando l’ebbe finita, la porse al padre, spiegandogli che Gesù era morto in croce anche per lui, per donargli, nella risurrezione, la vita eterna. Commosso, Dubhtach chiese di essere battezzato in punto di morte.
In ricordo di quest’episodio della vita della Santa, la sera che ne precede la festa liturgica del 1° febbraio, nelle famiglie vengono intrecciate croci di giunco. Sono dette appunto croci di santa Brigida, sono a 3 o 4 bracci e si tengono esposte per tutto l’anno sopra le porte. Non solo sulla porta d’ingresso delle case ma anche su quelle delle varie stanze, per impedire al diavolo di entrare. Nello stesso tempo, servono a benedire e ad augurare buona fortuna a ogni persona che le oltrepassa.


Ancora a proposito della festa di santa Brigida
In Irlanda, la cena del 31 gennaio, vigilia della festa di santa Brigida, per tradizione è a base di pancakes. In ogni casa, viene preparato un pancake anche per la Santa e lasciato per tutta notte sul tavolo, adagiato proprio su una croce di giunco. Ogni famiglia spera che santa Brigida si fermi presso il focolare e mangi il pancake cucinato per lei. Nella contea di Antrim (che appartiene attualmente all’Irlanda britannica), la vigilia del giorno di santa Brigida viene addirittura intrecciato con il giunco un lettino in miniatura. Esso viene posto presso il camino e le famiglie lasciano socchiusa la porta, invitando in questo modo la Santa a dormire nella loro casa.
Nella vicina Isola di Man, la medesima sera, usa invece che i bambini rimangano sulla porta di casa con i lettini di giunco in mano. Recitano una preghiera affinché santa Brigida li accompagni nelle camerette e rimanga tutta la notte presso i loro letti, a vegliarli nel sonno.


Breve descrizione del giunco
Si contano nel mondo quasi 300 specie di giunco e una quarantina fra esse sono europee. Appartengono alla famiglia botanica delle Giuncacee e una delle più diffuse è sicuramente il Juncus effusus L. Il nome latino juncus deriva dal verbo jungo, ossia “lego”, perché sin dall’antichità serviva per legacci e canestri. Predilige un habitat umido, presso stagni e acquitrini. La radice è a rizoma e sostiene un cespo di fusti lucidi, eretti e rigidi, alti sino a un metro e mezzo. Essi sono cavi e contengono un liquido biancastro e spumoso. Le foglie cilindriche e assai allungate abbracciano i fusti con una guaina color ruggine, creando fitti ciuffi verdi. L’infiorescenza è attaccata a un lato del fusto, a una spanna dalla sommità. È formata da numerosi fiorellini che sbocciano tra maggio e settembre, con caratteristici tepali dalla tinta verde olivastra. Il frutto è una capsula ovale bruna.


Rimedio omeopatico
Purtroppo il giunco è una pianta poco usata in fitoterapia, con rari studi clinici a supportarne la validità. Nel passato, la medicina popolare ne utilizzava i rizomi per decotti diuretici e preventivi dei calcoli renali. Uno studio cinese del 2018 ha isolato tre fenantreni nelle parti aeree della pianta, con azione antibatterica. Tra gli altri principi attivi ci sono flavonoidi, triterpeni, steroidi e derivati dell’acido fenolico. Questo studio evidenzia le sue proprietà antiossidanti, antiinfiammatorie, sedative e diuretiche, che potrebbero dare buoni risultati in caso di nervosismo, insonnia e faringiti. Oggi, tuttavia, il giunco è impiegato come rimedio solo in omeopatia, con opportuna prescrizione medica, per patologie analoghe a quelle appena descritte.
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