La musica nei film – Quando il cinema se la canta e se la suona

La musica nei film quanto e’ davvero importante?

Come mezzo audio/visivo, meta’ del importanza del cinema sta in quello che sentiamo durante un film.

Ovviamente esistono delle eccezioni, come ad esempio il geniale Gli uccelli di Alfred Hitchcock.

Un film che non ha assolutamente musica al suo interno, ma sottolinea le scene d’azione e tensione mixando abilmente il versi dei suoi micidiali volatili.

Oppure possiamo prendere il magnifico incipit di C’era una volta il West di Sergio Leone.

12 minuti di assoluto silenzio, ritmati dai rumori naturali della scena, interrotti poi dal mitico suono dell’armonica di Charles Bronson.

Quindi la colonna sonora e’ inutile?

Assolutamente no. Visto che abbiamo parlato di Leone come non citare allora Ennio Morricone, il grande compositore che con lui ebbe uno storico sodalizio.

Scomparso l’anno scorso, ci ha lasciato una eredita’ di musiche favolose che, se ascoltate, associamo immediatamente alla scena di un film o il volto di un attore.

Oggi pero’ parliamo di qualcosa di diverso.

Non soltanto film che hanno un ottima musica come accompagnamento, ma anche film dedicati al mondo della musica.

Tre storie molto diverse: una commedia romantica, un film d’azione e uno drammaticamente personale.

E in piu’… un piccolo bonus che leggerete piu’ avanti.

Tutte storie unite, a modo loro, da un nodo comune legato attorno al mondo della musica e i suoi protagonisti.

Ma ora, senza ulteriori preamboli… guardiamo (e ascoltiamo) di che film si trattano.

1- Juliet Naked (2018)

Uomo e donna che sorridono vicini con un terzo in disparte

Una donna convive con un uomo ossessionato da una vecchia leggenda del rock, sparito dalla scena musicale ormai da anni.

Un giorno per posta riceve in modo anonimo un suo pezzo inedito chiamato Juliet Naked.

Amandolo immediatamente alla follia, ne tesse le lodi postandolo sul suo noto blog di ammiratori del cantante.

La donna, esasperata, risponde con rabbia sul sito internet del compagno e, sorprendentemente, la stessa rock star replica personalmente al suo commento.

Concordando sulla banale insufficienza delle opinioni del suo fidanzato, i due diventano subito amici cominciando a scriversi regolarmente.

Pertanto, quando si presenta l’occasione, decidono di avere un appuntamento e incontrarsi a Londra.

Per la donna sarà l’occasione di osservare da vicino il rapporto con la sua famiglia, scoprendo un uomo molto diverso dalla leggenda mitizzata dai suoi fans.

A quel punto inizierà a farsi domande sulla sua vita, cercando finalmente vie diverse per trovare la sua felicita’ e uscire dall’ombra ingombrante del suo fidanzato.

La ricerca della felicita’

Juliet Naked e’ una delicata commedia romantica sull’immaginario collettivo riguardo il mito delle rock star contro la dura realtà della loro debole e fallace umanità.

La stupidita’ dei fans e’ altrettanto comica, pretendendo di conoscere il significato dietro ogni parola di una canzone meglio ancora del suo stesso autore.

Rose Byrne e’ perfetta nel ruolo della donna umile, introversa, carina e gentile come la musica scelta nel film.

Inizialmente insicura e apparentemente succube della folle fissazione adolescenziale del suo uomo, sarà’ poi capace di sfoderare gli artigli per avere la sua rivalsa.

Infatti, quando finalmente smette di assecondarlo e dargli sempre ragione, comincia a scoprire se’ stessa e a vivere per davvero.

Ethan Hawke è altrettanto amichevole e umano nel ruolo della rock star decaduta.

Un uomo dal passato complicato, in molte occasioni egoista e stupido, ma anche protettivo verso il figlio più giovane che da sempre vive con lui.

Libero dal mito e l’adorazione dalle folle, scopre comunque di aver lasciato la sua famiglia dietro di se’ nella scia verso il successo.

Comunque sia, oggi vive decisamente più tranquillo nell’anonimato che durante i giorni della sua leggenda, dove l’esaltazione lo ha portato a innumerevoli e fondamentali decisioni sbagliate.

Infine abbiamo l’ottimo attore comico Chris O’Dowd, esilarante nel ruolo dell’inarrestabile ammiratore del vecchio cantante.

Comportandosi come un ragazzino, si rifiuta testardamente di ascoltare la sua donna, non realizzando neppure di averla ormai persa se non troppo tardi.

Anche quando finalmente incontra il suo idolo, e’ talmente ottuso da non riconoscerlo, credendo si tratti di uno scherzo della sua ex.

Il tempo fugge e non s’arresta un’ora

Jesse Peretz alla regia mescola sapientemente i sentimenti e le emozioni senza sbrodolare nella esagerata melassa alla ricerca della lacrima facile.

Il tono e’ sempre quello leggero della commedia con divertenti dialoghi sulla vita, la perdita e la crescita e, ovviamente, anche un po’ di bella musica.

La musica in questo film, infatti, e’ un elemento costante che accompagna, nella buona e la cattiva sorte, le varie tappe nella vita dei protagonisti.

Ogni personaggio ha le sue debolezze e le sue piccole rivalse personali e ogni attore ha il suo tempo e spazio per provare di cosa e’ capace.

Concludendo, Juliet Naked è una malinconica giostra di situazioni ed equivoci per un divertimento alla portata di tutti.

Una storia che racconta efficacemente, semplicemente e con grazia, che il tempo non si ferma per nessuno.

2- Strade di Fuoco (1984)

Uomo e donna in piedi sullo sfondo una citta'

Una famosa cantante torna nel quartiere dove e’ cresciuta per tenere un concerto.

Ma nel bel mezzo della serata, un pericoloso criminale e la sua banda di teppisti motorizzati irrompono nella sala e la rapiscono.

Il suo marito e manager assume così un mercenario per andare a salvarla.

L’uomo, oltre che un abile ex soldato, in passato era anche una vecchia fiamma della cantante.

I due assumono poi un’altra donna, una feroce combattente a pagamento, per riuscire a entrare nel covo della gang dove neanche la polizia osa mettere piede.

Il salvataggio riuscirà, tra mille peripezie e scontri contro i teppisti e perfino un gruppo di poliziotti corrotti.

Ma il boss della gang non digerisce affatto l’affronto e si prepara a mettere a ferro e fuoco l’intera città, pur di riavere la cantante come sua compagna.

Una favola rock & roll

Strade di Fuoco e probabilmente il migliore (se non forse l’unico) action/musical della storia del cinema.

Come si mette in chiaro gia’ nei titoli di testa, la storia non e’ altro che una favola rock & roll sapientemente diretta dall’immenso Walter Hill.

Michael Paré interpreta il maggior ruolo da protagonista di tutta la sua carriera.

Silenzioso e taciturno, il soldato non da mai troppe spiegazioni e ha sempre un atteggiamento riservato e taciturno.

Quando pero’ comincia l’azione l’uomo si anima e diventa una inarrestabile macchina di distruzione.

Rimarcabile la performance di una giovanissima e incantevole Diane Lane.

Qui l’attrice si trova nel semplice ruolo della principessa da salvare dal castello dei cattivi, ma non manca di una sua personalità affascinante e capricciosa.

Molto divertente poi il buon vecchio Lord Casco Rick Moranis, il quale come in Balle Spaziali e’ ancora circondato da stronzi, ma questa volta seriamente.

Nel ruolo del manager il piccolo attore e’ altrettanto duro e tosto nell’atteggiamento, purtroppo rendendosi un po’ ridicolo negli scontri fisici.

Infine, semplicemente superbo Willem Dafoe a fare il cattivissimo rapitore sociopatico.

Giubbetto di pelle e capelli impomatati alla Marlon Brando ne Il Selvaggio, l’attore sfodera tutta la ferocia del suo ghigno per un capobanda da antologia del cinema.

Musica, amore e tante mazzate

Walter Hill dirige un film unico nel suo genere con il suo solito talento nella messa in scena e il ritmo da western metropolitano.

Il suo talento nel saper combinare azione, commedia, sentimenti e musical in un mix esplosivo e’ semplicemente irresistibile.

La storia ricalca in parte il canovaccio del suo film piu’ conosciuto, I guerrieri della notte.

Per piu’ di meta’ film, infatti, gli eroi sono costretti ad attraversare tutta la citta’ braccati senza tregua dai loro nemici.

Il regista crea una grande avventura classica, dando un look moderno, sporco e bagnato alle strade senza legge dominate dai criminali.

L’epico viaggio dell’eroe e il suo bizzarro branco di cavalieri al salvataggio della bella si conclude in un modo non scontato, ribaltando anche qui i canoni del genere.

La musica in questo film spazia elegantemente dal rock al jazz al blues, passando per il pop e le canzoni da strada cantate a cappella.

Uno dei film meno conosciuti del grande maestro americano, gia’ autore di indimenticabili cult come Driver l’imprendibile o Johnny il bello.

Assolutamente da recuperare per riservargli un posto speciale nella vostra collezione di film musicali.

3- Clean (2004)

Madre abbraccia il figlio

Una donna cerca di ricostruirsi una vita dopo aver perso il marito ed essere finita in prigione.

Accusata di essere la causa della sua morte dopo avergli procurato il mix letale di stupefacenti che lo ha ucciso, le viene inoltre tolto anche suo figlio.

Abituata al lusso della sua vecchia vita, grazie al marito che viveva di rendita per la sua carriera da rock star, deve ora ricominciare da zero.

Aiutata dal suocero che vorrebbe vederla diventare una madre responsabile, inizia una serie di umili lavoretti a Parigi.

Ma il drastico cambiamento e’ difficile da sopportare e la tentazione della droga e’ sempre in attesa dietro l’angolo.

Inoltre la nuova carriera non e’ certo delle più entusiasmanti, considerato che anche lei una volta era una cantante.

E alla fine potrebbe essere proprio la musica la sua ancora di salvezza per riavere di nuovo con se’ suo figlio.

Bisogna sporcarsi per tornare puliti

Clean e’ la storia di una donna sola che vaga per le strade di Parigi come un fantasma alla ricerca di se’ stessa.

Quando la vecchia routine della sua vita svanisce, vede il mondo crollarle addosso mentre tutti la abbandonano.

Le autorità’ inoltre le addossano la responsabilità per la morte del marito, aggiungendo un senso di colpa mai espresso ma sempre presente.

Una colpa ulteriormente aggravata dalla suocera che convince il figlio a non volerle dare una seconda possibilità.

Questo contrasto di emozioni si aggrava con le difficoltà finanziarie di avere perso tutto.

L’impegno della donna nel cercare di restare pulita diventerà quindi una piccola odissea.

Maggie Cheung e’ una protagonista toccante e credibile nel ruolo della madre e neo vedova.

Il suo apparente aspetto angelico e il viso pulito ed elegante, nasconde in realtà una tossicomane perduta.

Lottando con le unghie e i denti la sua dipendenza dal metadone, l’attrice se la cava bene anche davanti al microfono.

Esibendo una voce niente male, cantando un paio di pezzi arrangiati per l’occasione da Brian Eno e Tricky.

Nel ruolo del suocero buono, ma inflessibile, c’e’ poi il solito meraviglioso Nick Nolte.

Come padre del defunto marito, cerca di tenere a bada la collera della moglie Martha Henry.

La donna, esasperata, vorrebbe soltanto tagliare fuori la donna dalla vita del bambino senza tanti complimenti.

L’uomo e’ combattuto tra voler dare alla madre una seconda possibilità, ma ovviamente anche il desiderio di tenere il nipote al sicuro.

Un conflitto che l’attore mette in scena senza bisogno di sbraitare o recitare sopra le righe.

Tutt’altro anzi, il suo personaggio lascia spesso parlare i suoi occhi e i suoi silenzi con una eloquente e minimale mimica facciale.

Paris, je t’aime

In conclusione, un altro ottimo film di Olivier Assayas, sempre bravo a toccare le corde giuste della chitarra emozionale dei suoi personaggi.

Nonostante si parli costantemente di musica, in questo film la colonna sonora e’ davvero minimale per lasciare spazio ai personaggi.

Restando sempre incollato alla sua protagonista ne segue da vicino il suo viaggio in cerca di redenzione in una Parigi cosmopolita e multiculturale.

Cambiando lavoro e rimbalzando sulla sua continua tentazione di farsi un’altra dose, cerca di tenere di vista l’obiettivo per riconquistare suo figlio.

Un personaggio che il regista non giudica ma si limita a mostrarci senza filtri: oscillando umanamente tra bene e il male a seconda della situazione.

La donna e’ sola su una zattera alla deriva, sballottata in balia delle onde come una straniera incompresa tra le innumerevoli lingue parlate in città.

Il caos perenne di Parigi diventa quindi lo specchio della sua confusione e il timore continuo di non riuscire a farcela.

Un film decisamente poco conosciuto alle masse, nonostante Maggie Cheung sia stata addirittura premiata a Cannes come miglior attrice protagonista.

Portiamolo quindi assieme alla luce e facciamone girare il nome, in quanto una dolce poesia triste e ottimista come Clean non si vede tutti i giorni.

BONUS EXTRA – Speciale per Sanremo
4- Gole ruggenti (1992)

Uomo con microfono e donna in vestito elegante

Infine aggiungiamo questa piccola chicca tutta italiana per l’occasione speciale della settimana del Festival di Sanremo.

Mattatore assoluto di questa commedia e’ Pippo Franco, nel ruolo di un presentatore nella settimana di prove che precede il grande Festival.

Incalzato dal suo produttore cazzaro (il fortissimo Maurizio Mattioli) che gli promette mari e monti senza mai azzeccarne una.

Infatti gli presenta continuamente una manica di raccomandati assolutamente da inserire nel palinsesto anche se palesemente incapaci di fare qualsiasi cosa.

Cantanti, scrittori, giullari di corte e fauna assortita ai quali bisogna dare un posto di lavoro per le logiche del nepotismo all’italiana.

Come se non bastasse, produttori e manager tramano a sua insaputa decidendo a tavolino la classifica finale.

In un escalation di situazioni e personaggi allucinanti, l’esasperazione del presentatore cresce alle stelle fino a voler rinunciare all’ultimo minuto.

A quel punto produttori e tecnici saranno drammaticamente nelle mani di una pletora di raccomandati inetti e analfabeti.

Uno zoo di cammeo irresistibili

I provini e la musica di questi incapaci sono assolutamente esilaranti e rappresentano il cuore pulsante dell’intero film.

Una su tutte Pamela Prati, come sua co-conduttrice, sta al gioco interpretando una donna semi-analfabeta arrogante e bellissima.

Raccomandata dal suo amante che e’ un importante politico, entra immediatamente in guerra con il presentatore che la tratta in maniera sprezzante.

A meta’ film si aggiunge poi lo scatenato Leo Gullotta come aiuto-scrittore, poeta auto-referenziale dedito alla rima baciata inutile e incomprensibile.

Quando poi arriviamo a parlare dei vari cantanti, raggiungiamo un apice della demenza da restare inebetiti.

Freddy Copertone nel ruolo di se’ stesso e la sua mitica canzone Non ho piu’ piume sul mio culo sono la sintesi perfetta di questo zoo.

L’unica sopportabile e la splendida Jo Squillo, purtroppo subito squalificata.

Anche se, prima di lasciare la scena la bella non esita a regalare uno spogliarello durante una conferenza stampa.

Da segnalare infine, una giovane e ancora sconosciuta Valeria Marini come amante sexy di uno dei pezzi grossi dietro al Festival.

Spinelli e Festival

Il pensiero corre subito, ovviamente, a quanto ci sia di vero o romanzato dietro questa tragicomica presa in giro del Festival.

Un evento che dovrebbe essere il fiore all’occhiello della musica italiana, cosa che si mette in dubbio ferocemente in questo film.

In realtà, molto spesso, se ci pensiamo Sanremo non riflette quasi mai il reale apprezzamento popolare verso cantautori e cantanti assortiti.

Come non ricordare ad esempio la bellissima Vita spericolata di Vasco Rossi?

Arrivata penultima al Festival, la canzone rimane comunque uno dei più grandi successi e cavalli di battaglia del cantante.

Eppure qualcosa, questo benedetto e maledetto Festival di Sanremo, deve pur averla.

Come dice infatti Pippo Franco alla fine di questo film, in fondo il festival e’ come il fumatore di spinello, TIRA SEMPRE!

E mi raccomando, per ulteriori dritte su film, generi, registi e attori da seguire… collegatevi al mio sito:

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Fabio Emme
Fabio Emme
Amante del buon cinema, grande arte che ha sempre fatto parte della mia vita, plasmando il mio modo di essere e vedere il mondo negli anni e aiutandomi a formare la mia cultura. Da quando ho memoria ho sempre letto, scritto e parlato di film e spero vivamente con i miei articoli di aiutare altri a fare altrettanto. Hobby? ...Il cinema, naturalmente!