Maurizio Blini lo scrittore che tinge Torino di noir

Maurizio Blini è uno scrittore, ed è stato un investigatore e commissario di Polizia. Sicuramente i suoi occhi e le sue scarpe hanno battuto miliardi di passi e di volti nelle strade più oscure e nascoste di Torino. Maurizio Blini racconta la Torino del noir da circa vent’anni. E ama ancora raccontare storie, forse perché ne ha viste e vissute tante. Magari troppe. Storie e personaggi che dice “essere cresciuti con lui” e fare parte anche della sua di storia.

Lui stesso è un enigma avvolto nell’ombra della sua mente creativa, ma con il fare del poliziotto “buono” che si muove sicuro nel labirinto intricato delle strade di Torino scrutando il mondo con occhi da detective e poi plasmando misteri con la sua penna affilata.

Maurizio è stato fondatore, insieme ad altri giallisti ,di Torinoir e delle librerie ed edicole “complici”. In questi giorni, editi da La Stampa e Gazzetta dello Sport, presenta due libri: Una storia sbagliata e La ragazza di Lucento. Noi lo abbiamo “pedinato” fino ad un’edicola complice (poi vi spiegheremo più avanti), quella di Paolo Borio in via Gioberti 60 a Torino, e lo abbiamo intervistato.

Maurizio Blini con giacca rossa interno libreria con libro in mano
Maurizio Blini

Maurizio Blini, investigatore, sindacalista, direttore politico di due testate per vari anni, commissario amministratore delegato, docente e scrittore. Se dovessi scegliere uno solo di questi ruoli per definirti quale sceglieresti?

Nessuno di questi, sceglierei il musicista. Ho sempre suonato per tuta la vita senza avere grandi successi, ma è stata, ed è ancora tutt’oggi la mia grande passione. Sono stato compositore per molti anni, ho scritto per la SIAE e ho anche inciso, negli anni Ottanta, due 45 giri. Ho suonato anche per diverso tempo in rock e jazz band. Pensa che ho iniziato scrivendo testi di canzoni, da lì poi sono partiti i racconti e i romanzi.

Venti libri pubblicati e più di sessanta racconti all’attivo. Torino è sempre stata la musa ispiratrice?

Questa Torino assolutamente sì. E’ una città che aiuta molto la fantasia di uno scrittore. Particolare, oscura, se vogliamo anche esoterica per gli amanti del genere. Ma che soprattutto ha un che di inquietante come tutte le città fluviali. Secondo me sono città che in qualche modo aiutano ad ispirare i giallisti. Parigi lo è stata per il Maigret di Simenon e continua ad esserlo per tanti altri scrittori. Poi ogni scrittore ama il proprio territorio, lo racconta e lo descrive. Ma io penso, senza alcuna partigianeria, che Torino abbia un qualcosa in più sotto l’aspetto noir.

veduta di torino con il fiue po e la gran madre

Quanto di te, dei tuoi colleghi, dei casi cui sei venuto in contatto c’è nei tuoi libri.

C’è moltissimo. Ho tratto e traggo ispirazione costante dalle persone con cui lavoro, con cui ho lavorato e con cui entro in contatto quotidianamente. Li racconto per quello che sono nella realtà. Li descrivo con le loro virtù e i loro difetti, nei loro limiti, nei loro errori, nelle loro paure. Diciamo che mi pongo contro lo stereotipo del poliziotto bello, atletico, che spara cento colpi di pistola. Uno stereotipo che per tanti anni ha imperversato in Tv e in alcuni libri. Il mio poliziotto, invece, è un antieroe, una persona comune che paga il mutuo e che magari litiga anche con la moglie. Un poliziotto molto più umano di quelli che ci hanno propinato in questi anni.

immamgine di torino prodotta AI
immagine prodotta con AI

Maurizio, abbiamo detto più di venti libri e oltre 60 racconti. Qual è lo stile narrativo in cui dai il meglio di te.

Beh, il meglio di me non si può mai dire. Ma il meglio di me cerco di darlo sempre qualunque cosa scriva. Venti romanzi sono un po’ come venti figli, tra loro li vedi uguali, non fai differenze. Raccontano e descrivono una parte di te, di quel periodo. Racconto quindi cose diverse, con emozioni e stati d’animo diversi che , chiaramente, influiscono anche nella narrazione.

Parliamo del libro Una Storia Sbagliata. A un certo punto nella presentazione scrivi. “Una Torino dura, perduta, in un romanzo sporco, crudo. In cui non è previsto il lieto fine. Perché quasi mai la realtà finisce bene”. Perché questa definizione. Ti senti cinico o davvero la tua esperienza di commissario e di Torino ti porta a trarre queste conclusioni?

La conclusione è che la realtà molto spesso supera la fantasia nella sua tragicità. Noi siamo assuefatti alla cronaca nera e al modo in cui viene divulgata. Non ci tocca più di tanto leggere di una persona massacrata o fatta a pezzi, un genere splatter, che magari vent’anni fa era assolutamente fantascienza. Oggi ci siamo assuefatti al male, al dolore, alla sofferenza. Ma la sofferenza è impregnata nella nostra società, nel nostro essere e nel nostro quotidiano. Compito e anche sfida dello scrittore è quello di descriverla e raccontarla per quello che è tutti i giorni.

copertina una stpria sbaglliatadi Maurizio Blini
copertina Maurizio Blini Una storia Sbagliata

Nel libro La ragazza di Lucento, l’ispettore Maurizio Vivaldi è, in realtà, Maurizio Blini?

Sì, ho scritto e sto scrivendo due grandi serie. Una con protagonisti Maurizio Vivaldi e Alessandro Meucci, l’altra con i fratelli Stelvio. In ognuna lascio un’ impronta di me : vizi, paure, limiti e contraddizioni. Nella ragazza di Lucento con Meucci e Vivaldi in realtà ho suddiviso me stesso in loro due. Sono due personaggi molto simili, due facce della stessa medaglia, due grandi amici che convivono nella professione e, in un certo modo anche nella vita privata.

Due figure speculari. Gli ho fatti invecchiare: una scelta narrativa durata venti libri. Hanno iniziato con Giulia, un racconto da cui poi è nato il libro La ragazza di Lucento. Alcuni decidono di cristallizzare i loro personaggi, io invece li ho accompagnati nella vita e nella loro carriera, facendo loro vivere anche alcune contraddizioni proprie della professione.

maurizio blini copertina la ragazza di LUcento
Maurizio Blini copertina della Ragazza di Lucento

C è un libro o racconto a cui sei particolarmente legato?

Sicuramente Giulia. E’ stato premiato da Carlo Lucarelli al Salone di Torino ed è proprio grazie a lui se ho iniziato a scrivere. Infatti, sul palco ricordo che mi disse: bello questo racconto, ne hai altri? Io non avevo mai pensato di pubblicarli. Quindi andai a casa ne scelsi altri venti, cercai un editore e così è nato il mio primo libro.

Giulia mi ha dato tante soddisfazioni. E’ stato pubblicato due volte in Bielorussia, e anche il suo seguito, La ragazza di Lucento è un libro che ha raggiunto una tiratura nazionale ed è stato pubblicato diverse volte. Proprio un mese fa anche dalla Gazzetta dello Sport.

Maurizio Blini sei stato fondatore, con altri 12 scrittori di “Torinoir” che si definisce un collettivo di scrittori nato per raccontare i cambiamenti di Torino con il mezzo del giallo noir”. Perché è nata questa esigenza, ma soprattutto davvero, secondo te, tramite il linguaggio del noir si possono vedere i cambiamenti di una città?

Sì, attraverso il noir à possibile vedere i mutamenti della città e della società. Soprattutto quelli della tua città, perché la vivi e la annusi, un po’ come fanno i cani. Abbiamo sentito l’esigenza, in dodici giallisti, di raccontare la nostra città perché ci siamo accorti che Torino era ancora nota, in gran parte, per i racconti di Fruttero e Lucentini. Fruttero e Lucentini hanno raccontato in modo eccezionale Torino, ma è una Torino che non esiste più. Una Torino datata. Era opportuno quindi dare una svolta e raccontare la Torino multietnica.

torino immagine di repertorio di porta palazzo
Torino Porta Palazzo immagine di repertorio licenza CC

La Torino che è mutata nei punti nevralgici come Porta Palazzo. Luoghi in cui non ci cono più i catanesi o i calabresi a tirare i carretti del mercato, ma ci sono nigeriani, marocchini, albanesi, Dove sono mutati colori e profumi. Dove fondamentalmente è cambiato un clima. Clima che è cambiato anche nell’aspetto criminale. La globalizzazione ha fatto sì che anche questo sia multietnico. Quindi abbiamo le bande di nigeriani che spacciano droga abbiamo cinesi, russi, rumeni ogni gruppo si è specializzato diciamo in qualche “brand”. Questa è stata la sfida: raccontare una Torino contemporanea.

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Torino di sera – licenza immagine CC

Oggi il collettivo Torinoir non esiste più. Perché?

Io, personalmente, ho lasciato Torinoir perché a un certo punto mi è venuta a mancare la carica propulsiva. Dopodiché anche gli altri hanno sentito la stessa cosa probabilmente. Il collettivo Torinoir ha avuto la sua funzione in quel dato tempo, poi, necessariamente doveva finire. Perché le cose che continuano, uguali a sé stesse, dopo un po’ annoiano.

E’ stata comunque una bellissima esperienza. Siamo riusciti a dare un colpo secco a questa città. Ricordo che all’inaugurazione di questo comitato Torinoir, il Comune tinse la Mole di giallo in nostro onore e ci furono importanti presenze anche televisive. Un grande riconoscimento e passo importante i cui Torinoir diventava un punto di riferimento per la cultura territoriale.

Poi abbiamo cercato di penetrare il territorio attraverso librerie ed edicole complici a cui abbiamo dato adesivi di riconoscimento anche per il pubblico. Siamo quindi nuovamente penetrati sul territorio, in modo diverso, attraverso la capillarità di edicole complici per raccontare , tramite le nostre storie una Torino oscura.

Immagine di Torino creata con AI Bing Microsoft

Le edicole complici

Sveliamo ora il mistero delle edicole e librerie “complici” e lo facciamo, guarda caso, con la complicità di Paolo Borio, proprietario della storica edicola nel cuore di Torino in via Gioberti 60.

Paolo Borio nella sua edicola di via Gioberti 60 a Torino

Paolo, ora bisogna svelarlo ma che cos’è una libreria complice?

Allora è dieci anni che abbiamo questa collaborazione con Torino Noir. Ospitiamo qui nella nostra edicola libreria queste serie legate al territorio. Prima era Torino in Noir, poi è diventata Piemonte in noir, ma la vera star anche nella collana Piemonte è sempre Torino. Teniamo sempre qui in edicola questi romanzi. Sono pubblicizzati da La Stampa e quindi escono in abbinamento al quotidiano, ma li abbiamo sempre in casa , anche dopo l’uscita grazie alla collaborazioni con gli editori . Per cui se qualcuno vuole trovare vecchie uscite delle collane o libri dei giallisti di Torino, noi qui abbiamo un magazzino molto fornito o possiamo anche procurarli”.

Insomma, non si è complici a caso. Infatti presso l’edicola Borio non è insolito trovare ospiti i “giallisti” per delle presentazioni oppure dei firmacopie e, a giudicare dal fermento che c’è oggi nella piccola edicola libreria, i clienti apprezzano molto questa iniziativa. Scopriamo anche che in libreria è presente un gruppo di lettura molto attivo che si riunisce una volta al mese. A volte per parlare di letture varie, a volte con letture a tema. Per chi volesse partecipare al gruppo o agli incontri con i “giallisti” può trovare tutti gli eventi sula loro pagina Instagram cliccando qui

Maurizio Blini e il “complice” Paolo Borio

Maurizio Blini

Maurizio Blini, laureato in Scienze dell’investigazione all’Università degli Studi dell’Aquila con una tesi sulle strategie di prevenzione e contrasto del terrorismo di matrice islamica, è stato un investigatore della Polizia di Stato per oltre 30 anni. Nel corso della sua esperienza professionale si è concesso all’impegno politico sindacale e ha ricoperto l’incarico di Direttore politico del mensile di attualità politico-sindacale, “Oltre”, e, successivamente, del mensile “Il Taglio”-
Nel 2007, ritenendo esaurita la carica propulsiva e ideale che lo aveva condotto a questo tipo di impegno ha rimesso il suo mandato con le dimissioni da tutte le cariche ricoperte ed è rientrato in servizio attivo. Infine, nel 2009, si è congedato dalla Polizia di Stato con il grado di Commissario r.s..Dal 2009 al 2011 è stato Amministratore di Securomnia, Intelligence & Security Consulting.
Negli anni accademici 2013-14 e 2014-15 è stato docente di letteratura gialla e poliziesca all’Università della terza età di Torino con il corso: Torino criminale. Tutti i colori del giallo.

Libri Pubblicati

“Giulia e altre storie” Ennepilibri Editore (2007). “Il creativo” Ennepilibri Editore (2008). “L’uomo delle lucertole” A&B Editrice (2009), “Il purificatore” A&B editrice (2011). “Unico indizio un anello di giada” Ciesse Edizioni (2012). “R.I.P. (Riposa in pace)” Ciesse Edizioni (2013). “Fotogrammi di un massacro”  Ciesse Edizioni (2014). “Figli di Vanni” (con Gianni Fontana) – Golem Edizioni (2015). “Rabbia senza volto” Golem Edizioni (2016)
“La ragazza di Lucento” La prima indagine di Alessandro Meucci e Maurizio Vivaldi – Fratelli Frilli Editori (2018). “La strategia del coniglio” Fratelli Frilli Editori (2019). “Le bugie della notte” Fratelli Frilli Editori (2020).

“La ragazza di Lucento” Riedizione a cura de “Il Giornale” (in abbinamento al quotidiano) (2020). “I cattivi ragazzi” Edizioni del Capricorno  (in abbinamento al quotidiano LA STAMPA – 2021). “I delitti del Dragone” Fratelli Frilli Editori (2021). “La congiura del geco” Edizioni del Capricorno  (in abbinamento al quotidiano LA STAMPA – 2022). “Torino. La chiusura del cerchio” Fratelli Frilli Editori (2022). “Anatomia di una rapina” Edizioni del Capricorno  (in abbinamento al quotidiano LA STAMPA – 2023)
“La ragazza di Lucento” La prima indagine di Alessandro Meucci e Maurizio Vivaldi – Fratelli Frilli Editori (in abbinamento al quotidiano La Gazzetta dello Sport) (2024)-“Una storia sbagliata” Edizioni del Capricorno  (in abbinamento al quotidiano LA STAMPA – 2024)

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Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".