La canapa d’acqua, rivale dell’agrimonia nel cuore di re Mitridate

La canapa d’acqua o eupatorio non è tra le erbe medicinali più fortunate. C’è chi la chiama con il nome volgare di canapaccio, che a livello linguistico rappresenta un peggiorativo. E c’è chi, come gli anglosassoni, la definisce hemp agrimony, che si traduce alla lettera con “canapa agrimonia”.

eupatorio

Ancora a proposito del re erborista Mitridate

Eppure queste due piante appartengono a famiglie botaniche del tutto diverse: l’agrimonia è una Rosacea mentre la canapa d’acqua è una Composita. Il legame logico ci riconduce a Mitridate IV Eupator re del Ponto: vi ricordate? Vi abbiamo parlato di questo sovrano erborista la scorsa settimana, a proposito della sua adorata agrimonia. Ma amava ugualmente anche la canapa d’acqua. Pare che, macerandone le sommità fiorite nello strutto, ne ricavasse un unguento per curare le ferite che i suoi soldati si erano procurati in battaglia. La considerava un buon lassativo e un ottimo emetico, in grado di far vomitare sostanze nocive. Al punto che questa è la seconda erba, insieme con l’agrimonia, a portare il suo nome. È stata classificata infatti come Eupatorium cannabinum L., in onore del re Eupator, e con l’aggettivo riferito alle foglie, che assomigliano a quelle della canapa.

Soprannomi curiosi irlandesi

Il canapaccio in gaelico è detto An Chnáib Uisce, che è l’esatta traduzione di canapa d’acqua. Ma nel corso dei secoli qui le sono stati affibbiati dei soprannomi piuttosto originali. Citiamo ad esempio purple thoroughwort, per il colore porporino dei suoi fiori e trumpet seed, perché il suo seme alato ricorda nella forma una tromba. Il più curioso è tuttavia purple boneset, per la sua presunta predilezione di attecchire su terreni di sepoltura. In diverse contee, i contadini sono convinti che dove essa cresce, proprio lì sotto sia stato nascosto il cadavere di uno sconosciuto. D’altronde i suoi fusti dritti e solcati possono ricordare in qualche modo le ossa.

alti fusti di canapaccio

L’indiano Joe Pye

Negli Stati Uniti, l’eupatorio è chiamato Joe Pye weed, ossia l’erba di Joe Pye. Questo personaggio era un nativo americano e nella sua tribù era considerato un ottimo medico. Divenne famoso per essere riuscito a risolvere un’epidemia di tifo facendo bere alla sua gente il decotto di canapa d’acqua

Breve descrizione botanica della canapa d’acqua

A differenza della rivale agrimonia, che è una specie dall’aspetto poco appariscente, il canapaccio salta subito all’occhio perché è imponente ed elegante. Può superare il metro d’altezza, ha fusti eretti, rossastri e lanuginosi e foglie opposte, palmatosette, suddivise in segmenti dentati. Fiorisce tra luglio e ottobre, con capolini ombrelliformi che variano dal rosa al rosso, composti da flosculi tubolosi a cinque lobi. I semi sono acheni a cinque facce, muniti di un pappo setoloso biancastro. Predilige come habitat terreni umidi, presso rive o boscaglie.

canapa dìacqua infiorescenza su foglia

Gli impieghi terapeutici della canapa d’acqua

Se il canapaccio vince sull’agrimonia per il nobile aspetto, riguardo all’utilizzo in fitoterapia è senz’altro quest’ultima a batterlo. Il suo uso come erba medicinale è assai più limitato e conta un minor numero di studi clinici. Contiene come principi attivi un olio essenziale, tannini, saponine e sostanze specifiche come l’euparina, l’eupatoriopicrina e il lactucerolo. La droga è rappresentata da tutta la pianta, anche se le radici richiedono il decotto mentre foglie e sommità fiorite il semplice infuso.

Nel primo caso si pongono due cucchiai rasi di radice in mezzo litro d’acqua, si fa bollire per un quarto d’ora. Si lascia riposare sotto coperchio per un’altra decina di minuti, prima di colare e dolcificare a piacere. Nel secondo caso, si mettono sempre in mezzo litro d’acqua due cucchiai rasi di foglie sminuzzate, ma non appena raggiunge il bollore si spegne e si lascia in infusione come sopra. Le foglie giovano in caso di anemia e debolezza generale. La radice, invece, contrasta la stitichezza come lassativo adatto anche ai bambini, è diuretico, disintossicante per il fegato e stimolante della secrezione biliare.

semi di eupatorio bianchi
semi di Eupatorio

La scienza ha dato ragione a Joe Pye

Da circa una trentina d’anni, gli estratti della droga – soprattutto frazioni di polisaccaridi – entrano nella composizione di preparati per rafforzare le difese immunitarie. Questi farmaci fitoterapici aiutano nelle forme influenzali o per affiancare la terapia antibiotica. A dimostrazione che il medico nativo americano Joe Pye ci aveva visto giusto nel curare la sua tribù con la canapa d’acqua.

Maura Maffei
Maura Maffei
Maura Maffei è da trent’anni autrice di romanzi storici ambientati in Irlanda, con 17 pubblicazioni all’attivo, in Italia e all’estero: è tra i pochi autori italiani a essere tradotti in gaelico d’Irlanda (“An Fealltóir”, Coisceim, Dublino, 1999). Ha vinto numerosi premi a livello nazionale e internazionale, tra i quali ci tiene a ricordare il primo premio assoluto al 56° Concorso Letterario Internazionale San Domenichino – Città di Massa, con il romanzo “La Sinfonia del Vento” (Parallelo45 Edizioni, Piacenza, 2017) e il primo premio Sezione Romanzo Storico al Rotary Bormio Contea2019, con il romanzo “Quel che abisso tace” (Parallelo45 Edizioni, Piacenza, 2019). È a sua volta attualmente membro della Giuria del Premio Letterario “Lorenzo Alessandri”. Il suo romanzo più recente è “Quel che onda divide” (Parallelo45 Edizioni, Piacenza 2022) che, come il precedente “Quel che abisso tace”, narra ai lettori il dramma degli emigrati italiani nel Regno Unito, dopo la dichiarazione di Mussolini alla Gran Bretagna, e in particolare l’affondamento dell’Arandora Star, avvenuto il 2 luglio 1940, al largo delle coste irlandesi. In questa tragedia morirono da innocenti 446 nostri connazionali internati civili che, purtroppo, a distanza di più di ottant’anni, non sono ancora menzionati sui libri di storia. Ha frequentato il corso di Erboristeria presso la Facoltà di Farmacia di Urbino, conseguendo la massima votazione e la lode. È anche soprano lirico, con un diploma di compimento in Conservatorio. Ama dipingere, ha una vasta collezione di giochi di società e un’altrettanto vasta cineteca. È appassionata di vecchi film di Hollywood, quelli che si giravano tra gli Anni Trenta e gli Anni Sessanta del secolo scorso. Tra i registi di allora, adora Hawks, Leisen e Capra. Mette sempre la famiglia al primo posto, moglie di Paolo dal 1994 e madre di Maria Eloisa.